domenica 6 aprile 2008

I care

In cammino sono gli uomini della domanda.
Alla soglia del mistero arrivano gli uomini dell'interrogazione.

Quando il prof d'informatica è entrato in aula ho pensato :"questo è un pazzo" e siccome sono convinta che chi è pazzo ha in sè del geniale confermo l'affermazione. C'è una canzone famosa dei the ark che dice: "bisogna essere pazzi per rimanere sani". Credo sia vero, sana follia aiuta l'uomo a non perdersi. Follia, pazia e creatività si danno la mano da sempre. Ciò che più mi ha colpito è stato il modo in cui ci parlava. Non da"professore" in senso stretto, della serie "sono io che sto in cattedra e ho il coltello dalla parte del manico" ma con lo sguardo appassionato di chi si aspetta di essere travolto da un'ondata di giovinezza, dall'entusiasmo che ci caratterizza, dalla speranza creativa di un sogno di collaborazione. La citazione di Don Milani mi è tornata in mente leggendo il titolo del seminario: I care. Mi interessa. Don Milani la usava come provocazione al motto fascista del "me ne frego" ma non credo che sia semplicemente un motto, era una sfida. Una sfida lanciata da un paesino minuscolo sperso nel mugello: Barbiana.
Non so se qualcuno di voi c'è mai stato. E' proprio sopra casa mia, immersa in un bosco, in cima ad un monte. Non vi aspettate granchè. C'è la chiesa, il cimitero e poco più, una piccola piscina ed un albero da datteri fantastico. Tempo fa lessi "lettera ad una professoressa". Ero arrabbiata con i miei professori perchè mi sentivo poco stimolata, mi sembrava che ci volessero tutti uguali, diligenti al programma e ai libri di testo. Mio padre mi disse di leggere questo libro. Non avevo molta fiducia nella scelta. Pensavo: " un prete cosa mai potrà dirmi di così interessante"...
La sfida e la speranza sono la chiave dell'esistenza. Mi interesso al mondo, sono parte del mondo. Non solo mi interesso a ciò che mi circonda ma anche mi appassiono a ciò che ho vicino. E' facile dare la colpa di un cattivo insegnamento al professore. Abbiamo una responsabilità grossa tra le mani, la responsabilità di interessarci e appassionarci. Non importa se chi deve trasmetterci passione non lo fa. La possiamo trovare noi, la dobbiamo cercare. Siamo una generazione abituata a pretendere in tempi molto rapidi i frutti, diciamolo, abituati a durare poca fatica. Ecco la sfida, cercare di durare fatica per formare il nostro modo di essere domani, per formare cittadini e uomini responsabili e coscienti. Il futuro è davvero in mano nostra e dobbiamo lottare per volerlo migliore, lotta che passa dalla conoscenza dell'altro e dall'appassionarsi ed interessarsi al mondo di cui siamo parte. Giorgio La Pira ripeteva sempre "spes comtra spem", sperare contro ogni speranza, Don Milani viveva tutto questo benchè esiliato tra i monti.

1 commento:

danip ha detto...

(a me però non danno mai da fare dei compiti così bellini per casa)
chissà com'è stato il ritorno da Putinland -non te l'ho mai detto ma ho sempre pensato che in Russia la democrazia non esista affatto, e che noi in Italia, a livello istituzionale almeno, facciamo gli amici solo perchè se bisticciamo appena loro ci tolgono il gas e noi col piffero che ci facciamo la doccia calda tornati dagli allenamenti di tennis!-
però magari è solo una delle solite mie idiozie.
E bada bene non ho detto follie. che altrimenti, come da sillogismo, significherebbe che.
(è forte venir qui e sorridere di vecchie storie che si fanno ancora sentire, come quella della pazzia e della genialità).
bentornata amica-bolscevica...
l'ho detto solo per la rima eh.
(però si potrebbe organizzare un piano quinquennale, o una collettivizzazione del tempo libero, per salutarci per bene...)
ok. basta. un abbraccio forte.

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco