Silenziosa. S’isinua. Silenziosa.
Trattengo il respiro. Ho paura dei suoi passi.
Maschera con abilità il rumore.
S’isinua.
Mi manchi da morire.
Ogni giorno che passa pesa sempre di più la tua assenza. Sa di cenere e di bruciato. Ha la dolce malinconia di un tramonto rosato, la dolcezza di una carezza data in punta delle dita, l’amarezza di lacrime mai versate.
Penso a quella casa. Alla luce soffusa della sera, ravvivata solo da una lampadina sul comodino. Ti vedo, lì, muto. Solo, a pensare. Con la paura di rendere veri i tuoi pensieri, con l’ossessione dei tuoi fantasmi e il pallido ottimismo di riuscire a fingere che non ci siano. Ti penso lì, seduto sul divano a fissare la televisione. Perso in immagini vuote, lontano con il cuore in giorni di sole e di fiori. In ricordi di baci rubati, di parole sussurrate, di abbracci che sanno di casa. Notti insonni per il solo pensiero di sentirsi uno in due. Un prato fiorito in autunno. Un mare di ghiaccio. Un cielo di pioggia. Un vecchio davanti al camino.
Forse comincio a capire. A capire la solitudine del tuo cuore, la paura dell’abbandono, la chiusura totale alla speranza.
Un bambino che ha paura del buio. Un bambino che non ha mai vissuto la tenerezza di un piccolo gesto, la tenerezza di un attimo che per molti non ha valore: farsi asciugare le lacrime dalla mamma.
Trattengo il respiro. Ho paura dei suoi passi.
Maschera con abilità il rumore.
S’isinua.
Mi manchi da morire.
Ogni giorno che passa pesa sempre di più la tua assenza. Sa di cenere e di bruciato. Ha la dolce malinconia di un tramonto rosato, la dolcezza di una carezza data in punta delle dita, l’amarezza di lacrime mai versate.
Penso a quella casa. Alla luce soffusa della sera, ravvivata solo da una lampadina sul comodino. Ti vedo, lì, muto. Solo, a pensare. Con la paura di rendere veri i tuoi pensieri, con l’ossessione dei tuoi fantasmi e il pallido ottimismo di riuscire a fingere che non ci siano. Ti penso lì, seduto sul divano a fissare la televisione. Perso in immagini vuote, lontano con il cuore in giorni di sole e di fiori. In ricordi di baci rubati, di parole sussurrate, di abbracci che sanno di casa. Notti insonni per il solo pensiero di sentirsi uno in due. Un prato fiorito in autunno. Un mare di ghiaccio. Un cielo di pioggia. Un vecchio davanti al camino.
Forse comincio a capire. A capire la solitudine del tuo cuore, la paura dell’abbandono, la chiusura totale alla speranza.
Un bambino che ha paura del buio. Un bambino che non ha mai vissuto la tenerezza di un piccolo gesto, la tenerezza di un attimo che per molti non ha valore: farsi asciugare le lacrime dalla mamma.
6 commenti:
Altro che cardiologia...http://it.youtube.com/watch?v=teXOPAFMOp0 Piangiamo un po' insieme...?
Posso piangere un pò anch'io cn voi?...però lo voglio fare accartocciata su un dondolo con una tazza di latte con la schiuma pieno di cereali al cioccolato..
Si certo....e se ci aggiungi le nostre palline alla ricotta salgo con te sulla stessa altalena...
mi sento un po' in colpa...non volevo intristirvi....vi voglio bene, grazie
hai una dolcezza che è difficile da trovare nelle persone di oggi...
Forza piccola cara Ire..FORZA...
ti voglio tanto bene...
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