sabato 13 febbraio 2010

funambolo


Il primo post dell'anno nuovo..
ho atteso convinta che dovesse avere qualcosa di solenne, di epico...dovesse costituire una svolta, qualcosa di nuovo...e invece nulla eccolo qui anonimo e grigio...
scrivo oggi per il disperato bisogno di farlo...perchè scrivere è ciò che mi è rimasto...

camminare sul filo. Lo aveva sempre fatto...per una vita lei e quel maledetto filo...rincorreva la perfezione in ogni gesto, nel camminare con costanza sospesa nell'aria, nella balia totale del minimo alito di vento, lei doveva resistere con la sua forza di volontà, con la sua perseveranza....e questo cammino appariva a molti inutile, a qualcuno affascinante, ad altri ignobile e vano...ma lei camminava guardano in alto, mai ai volti stupiti della gente...
lei camminava perchè era quello che le importava, non un fine, un posto o un luogo.....quella perfezione dei gesti, dello stare, quella sospensione irreale dell'andare....ed era solitudine quella che le faceva di tanto in tanto tremare le gambe, quella paura e consapevole certezza di quanto lassù quel mondo fosse destinato a restare suo, cristallizzato tra fugaci sguardi di qualcuno che l'amava di tanto in tanto..e non c'era spiegazione, non c'era...lei continuava su quel filo, sospesa....e sapeva che la caduta era lì, pronta...
al minimo errore scivolava, sfidava la morte, pagava l'errore, la distrazione, pagava a se stessa quella sconsiderata assenza di rigore....
di fondo pensava di essere libera ma non c'era nulla di libero in quel destino che le imponeva di farlo, il senso del dovere che con ostinazione la costringeva lassù lontano dalla vita reale....

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco