sabato 31 maggio 2008

Post a quattro mani

Sarà un post bellissimo, perchè scritto a quattro mani (in realtà due sole ma diciamo quattro perchè non siamo così cretine da scrivere con quattro mani su una tastiera sola), due teste, sei occhi (Ire è cattiva) (o realista?), quattro orecchie, due nasi (si vede che abbiamo dato anatomia eh?)
Insomma...siamo distrutte, piene ma non di cibo (per una volta!). Stamani avevamo il nostro primo turno da clown in ospedale. E' stata un'esperienza davvero bella che ci ha toccato. In un periodo così, che magari è stato un po' giù, un po' grigio...ci voleva! Un sorriso strappato ci ha ripagate di ogni stanchezza, di ogni sforzo, di ogni paura. C'ha ridonato un po' di entusiasmo e ci siamo sentite vive...vive per davvero. Sembra assurdo capire che delle volte basta solo un abbraccio, un sorriso, un po' di tempo e attenzione per sentirsi subito meglio, ed è ancora più assurdo pensare quanto sia difficile nella vita quotidiana tirare fuori questi abbracci e questi sorrisi...basta davvero poco e in potenza tutti ne siamo capaci. E' importante tenere a mente questo per il nostro futuro, per quello che saremo chiamati a fare...non basta curare con le medicine, si deve curare anche il cuore e con il cuore.
Buona vita a tutti
Briciola e Schettina
per i normali Ire e Pippi

...illumina davvero d'immenso

sabato 24 maggio 2008

sospesa



Cadere all'ingiù, vedere da lì
Le cose al contrario su te
Cadere più giù, cadere con te
C'è un circo che ci abbraccia intorno a noi
La tigre sarà la stabilità
Non dargli mai le spalle
Qui nell'aria puoi capire
Quando è tardi per cambiare idea
E' troppo tardi per sentirmi nuovo
Tardi per sperare
E' troppo tardi per cambiare ancora

Sospensione....non c'è stato più incerto....sospensione. trattengo il fiato.

mercoledì 21 maggio 2008

Fare casa







Mi sono zittita per un po'...giusto il tempo di farvi riprendere fiato...
Sentirsi a casa. Ci sono luoghi e persone che hanno il potere in un attimo di farti sentire " a casa". E' una sensazione, bella, forte, strana. Un sapore che ricordi con la mente ma che senti con la bocca e tocchi con le dita, un collegamento tra passato, ricordi, emozioni. Tutto si mescola ed esce fuori questa strana circostanza di sentirsi "accolti" nell senso più caldo e umano del termine.

"Sto male". Ammetterlo. E sentirsi a casa negli occhi degli amici che capiscono. Che curano le tue ferite. Che si prendono cura della tua parte vulnerabile. Nel silenzio che basta a se stesso scorgere tra le loro parole "bentornato a casa!".

Cerchiamo di dare un'immagine di noi forte, con cui farsi ammirare e poi ci sentiamo avvolti dall'amore proprio quando, in un istante, ci lasciamo sfuggire quell'unico brandello di vuoto che non sappiamo riempire.
Tutto questo non è concreto, solido o che...fare casa..arrivare a condividere quella parte intima, celata che con autenticità esce fuori, esposta, fragile ma certa di trovare sicurezza e protezione nelle mani degli altri.

Cerco una casa non ordinata, non bellissima, non pulita. cerco una casa semplice, serena. Fatta di particolari che facciano sentire gli ospiti a casa loro, ben voluti. Fatta di attenzioni, di gesti, di oggetti riciclati ma sempre nuovi. Una casa luminosa con grandi finestre e un giardino fiorito a primavera ma spoglio in autunno.
Una casa con un caminetto dove sedersi a raccontare, fatta di ricordi e di scatoloni vecchi ma anche di germogli e piantine da coltivare, di spazi nuovi da inventare. La casa disposta a cambiare con me. Si fa casa sempre. con un mazzo di fiori e una torta. Facendosi vento per la girandola colorata ma immobile nelle mani di chi si ama. Mettendo una musica dolce, un vestito colorato. Si fa casa trasformando la nostra vita quando non ci assomiglia più.


"Poserò la testa sulla tua spalla

e farò un sogno di mare

e domani un fuoco di legna

perchè l'aria azzurra diventi casa

Chi sarà a raccontare

chi sarà?

Sarà chi rimane

io seguirò

questo migrare

seguirò questa corrente di ali"


Fabrizio De andrè

domenica 18 maggio 2008


Silenziosa. S’isinua. Silenziosa.

Trattengo il respiro. Ho paura dei suoi passi.

Maschera con abilità il rumore.

S’isinua.

Mi manchi da morire.
Ogni giorno che passa pesa sempre di più la tua assenza. Sa di cenere e di bruciato. Ha la dolce malinconia di un tramonto rosato, la dolcezza di una carezza data in punta delle dita, l’amarezza di lacrime mai versate.
Penso a quella casa. Alla luce soffusa della sera, ravvivata solo da una lampadina sul comodino. Ti vedo, lì, muto. Solo, a pensare. Con la paura di rendere veri i tuoi pensieri, con l’ossessione dei tuoi fantasmi e il pallido ottimismo di riuscire a fingere che non ci siano. Ti penso lì, seduto sul divano a fissare la televisione. Perso in immagini vuote, lontano con il cuore in giorni di sole e di fiori. In ricordi di baci rubati, di parole sussurrate, di abbracci che sanno di casa. Notti insonni per il solo pensiero di sentirsi uno in due. Un prato fiorito in autunno. Un mare di ghiaccio. Un cielo di pioggia. Un vecchio davanti al camino.

Forse comincio a capire. A capire la solitudine del tuo cuore, la paura dell’abbandono, la chiusura totale alla speranza.
Un bambino che ha paura del buio. Un bambino che non ha mai vissuto la tenerezza di un piccolo gesto, la tenerezza di un attimo che per molti non ha valore: farsi asciugare le lacrime dalla mamma.

Cantastorie cercasi


Lo so cosa state pensando..ma questa quanto cavolo scrive??? Avete ragione...non so infatti se sono io che scrivo troppo e la gente si spalla a leggere o se davvero non capita ormai più nessuno da queste parti...tranne pochissimi assidui....ma vi capisco, al posto vostro non mi andrebbe molto nemmeno a me di leggere questi poemi assurdi senza capo nè coda...
Visto il post di ieri ho pensato che sarebbe stato il caso di scrivere qualcosa di più leggero......Pippi, io aspetto la tua storia fantastica sul paese degli efelanti, notare bene efelanti non elefanti....ti butto lì l'inizio poi però la continui tu (o assieme....)
Questa immagine è il nostro punto di partenza....un'altalena per il cielo...
Mi ricordo che cominciava tipo:
C'era una volta in un paese lontano una città tutta popolata di bambini....(ma forse mi confondo...)

sabato 17 maggio 2008

Pioggia che cade


Brividi di me. Sabato sera. La pioggia batte alle mie finestre, invoca la mia attenzione. La sento ma non me ne curo. Scivola lenta, costante, scivola. Lava, purifica.
sopravviverai.
Sabato sera, dovrei essere fuori a divertirmi. Dovrei. Ho un mal di testa da paura abbinato a mal di denti, a mal di cuore.
Sopravviverai.
Ho voglia di essere felice in modo pieno. Felice di ogni attimo che mi scorre tra le dita. Felice della persona che sono, del mio modo di essere, della mia paura di solitudine, della mia ossessione di essere “diversa”, di sentirmi “strana”. Mi guardo attorno e vedo persone piene di sé, egocentriche. Mi attirano, come uno specchietto per le allodole. Vorrei capire i loro segreti la loro forza. Come fanno. Io che non riesco a nascondere la mia fragilità nemmeno se m’impegno, io che sono vulnerabile. Lo so, anche loro hanno le loro debolezze, ma riescono a mascherarle, riescono in qualche modo a non farsi compromettere nei rapporti con gli altri dal loro sentire.
Di cristallo è il mio cuore.
Non c’è niente che sia per sempre.

Bisogna farsene una ragione, smetterla di attaccarsi ai ricordi. Smettere di fingere. Accettare che si può stare male, che si può perdere, accettare che non si può sempre avere il meglio, perché è giusto così. Accettare di non poter essere felici se non per frammenti, se non per conrasto se non per caso. E sicuramente è questo il bello della felicità, il gusto della conquista, del possederla solo una volta che si è sperimentato la sua assenza.

Non è tristezza la mia. E’ qualcosa di diverso. E’ bisogno di rivoluzione. Di sconvolgimento. Devo rimettere tutto in gioco. Tutto.
Punto e a capo.
Si riparte. Ire nuova. Nuova testa, nuove gambe, nuovo cuore. Si lecca le ferite e si cerca di non pensare al bruciore che fanno.
Proprio non mi capacito però. C’è sempre il rovescio della medaglia nella mia vita. Non c’è mai nulla che sia totalmente puro e bello, nulla che sia mai pieno fino in fondo. C’è sempre un sé o un ma.
Come fare a scegliere la persona da amare in questo universo di miliardi di persone, come riconoscerla, come non lasciarla fuggire?…come fare a capire qual è la strada da intraprendere tra questo milione di strade, la persona che vogliamo diventare, il futuro che ci vogliamo costruire…

Credo ancora che tu sia nascosta là, tra le pieghe della vita, chissà se mi stai cercando, se ci troveremo mai.

Buona notte alle stelle.

Vado a sognare castelli, e prati, e principesse, e favole, e lieto fine….


Corso d'informatica

Mi piace tirare le somme ogni tanto. Non so perchè, forse mi dà modo di pensare a fondo a quello che ho fatto. Ho riempito il questionario ma sinceramente sento che non basta. Non basta davvero.
Marzo: Corso d'informatica. Bene, lo devo fare, è obbligatorio. Voglia meno 10. Ho pensato che sarebbe stato sicuramente noioso. Tutte le volte che qualcuno ha provato a spiegarmi qualcosa dei computer, di qualsiasi genere mi è sempre venuta una voglia di dormire fuori dal comune..insomma ho sempre pensato che per certe cose l'informatica non era altro che noia. Poi che discorsi nell'epoca di internet e della tecnologia il computer lo uso e un pochino mi ci oriento ma non ho mai voluto andare oltre l'aspetto pratico base.
Prima lezione. Ho pensato...ecco già una lezione prende male...anche per informatica, non ci credo, un'altra. E sale sul palco un ometto sorridente.
Via mi fa simpatia, ascoltiamolo.
Ha l'aria buffa e gli occhi gioiosi. Ne ho incontrate alcune di persone così, non tante, sono rare, ma quella luce negli occhi la so riconoscere e ha un valore. L'intuito non mi smentisce. Il tono carismatico e la passione invadono tutti fin dai primi attimi. E penso....
Io con i blog ci litigai tempo fa. Motivi vari...il più importante era vedere che molte persone scrivevano i loro problemi davanti a tutti senza però riuscire a parlarne davvero con nessuno. non so perchè ma questa cosa mi ha sempre un po' turbato. Ho scoperto tristi vicende così....ma non voglio farla lunga, insomma a me i blog proprio non mi stavano simpatici.
E questo prof ci dice di mettersi a fare un blog.
Pensa e ripensa accolgo la sfida. Mi piace scrivere. Da grande farò la scrittrice a tempo perso o il suonatore di violino in mezzo a qualche vicolo. Per cui è bene che mi eserciti se no perdo la mano ;.P
Ma sto divagando. Insomma mi metto all'anima di fare questo blog di capire come si fa, di curarlo, dargli del mio, vederlo crescere, mutare, raccontare di me e di ciò che ho intorno. Ho scoperto molto degli altri e di me stessa, lo ammetto.
Ma cosa ancora più sorprendente....era un periodo di no totale, demotivazione universitaria pari a mille, delusione per il cannibalismo da cui mi sentivo assediata. Mi sembrava che la collaborazione fosse davvero un'utopia. Ma se qualcuno aiuta l'uomo a riflettere, l'uomo non è poi così stupido e riesce a compiere grandi cose. Andreas c'ha dato fiducia, c'ha dato una prospettiva e noi siamo stati in grado di coglierla, siamo stati bravi.
E' stato un corso di vita, di studio più che un corso d'informatica....forse il limite è stato un po' questo. Ho avuto a che fare con il computer costantemente, è vero, ma ho sentito di coltivare più che particolari abilità informatiche la voglia di essere del mondo, di interessarmi a ciò che mi circonda, di non arrendermi, di non lasciarmi scoraggiare....
Per me non è un limite, vorrei davvero che ogni corso fosse così appassionante, così coinvolgente, così vero....
Mi ha ridato la voglia di fare, di sognare, di aprirmi...

Il muro che ogni professore, anche il più disponibile, di solito erge a sua difesa tra sè e gli studenti è stato abbattuto....
Dall'altra parte della barricata si scorge un essere dotato di sentimenti...
Quanti si fermano a chiedere ai giovani che pensano davvero? Non siamo contenitori da riempire, fiori da coltivare...delicati, fragili, ma profumatissimi, colorati e pieni di vita...

giovedì 15 maggio 2008

Il vuoto crea stabilità


E' un momento di vuoto. Non totale. Un vuoto opaco. non so come spiegarlo. Un vuoto finto. C' è come un filtro tra il mio cuore e il resto. Un filtro in bianco e nero. Ma se guardo vedo un vuoto. Uno spazio lasciato, un cumulo di ricordi che stanno prendendo fuoco. E la cenere che fa più male del fuoco stesso. Mi allontano dai ricordi ma mi restano attaccati addosso, una polvere fine che non so proprio come mandare via....

Dalla nebbia risorge comunque la speranza del domani. Avvolta dall'incertezza dell'ora, dalla sfiducia nell'Amore, dalla delusione di ricevere delusione da chi mai si vorrebbe ferire. E capisco che il contrario d'amare non è odiare...odiare è un sentimento vero, forte comunque. Il contrario è il silenzio, il muto dissenzo, indifferenza. Indifferenza letale come poco al mondo può essere.

ma mi rialzo. non c'è problema, sono forte io. Anche da questa ne esco. Prima o poi troverà la voglia di fidarmi ancora. Il coraggio di buttarmi per cadere verso l'alto.


La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare. Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.

mercoledì 14 maggio 2008

Afterhours




E bene si, ce l'ho fatta. Cresciuta a pane ed afterhours non ero ancora riuscita a farmi un loro concerto. Loro che hanno fatto da colonna sonora ai momenti più belli e ai più tristi, alle delusioni, all'amarezza ma anche alla felicità spontanea delle cose successe per caso, loro che hanno giudato giornate terse con versi sparsi....lì ad un passo da me. E il potere della musica non smentisce. Vivere un concerto con le persone a cui si tiene di più lo rende ancora più empatico (non so se si dice ma mi piace...). Una serata dovuta, al mio passato e al mio futuro, dovuta alla malinconia e alla gioia. Ricordi di pomeriggi distesi a cercare di capire se la chiave della felicità è la disobbedienza in sè a quello che non c'è...di un terrazino e di un mare


Felicità, nonostante tutto c'è.




Io non tremo....è solo un po' di me che se ne va.....




Capisco davvero che il vuoto si traveste da stabilità.....


Alla mia piccola Eli, lontana ma vicina, che possa il futuro splendere....ti voglio bene

venerdì 9 maggio 2008

Rondini che cadono ma tornano a volare


Quando una rondine cade a terra non riesce più a volare. Se nessuno la prende e la porta in alto non riuscirà mai più a rialzarsi dal suolo, a spiccare il volo.


Io e la musica. Strano il nostro rapporto. Ci amiamo e odiamo un po' vicendevolmente.

Oggi ho provato di nuovo la commozione autentica dinnanzi alla musica, quella vera, quella che viene spontanea dal cuore, che esce naturale come se fosse sempre stata lì, pronta a saltarti al cuore. Esisterà pure un posto dove vive la musica. Un posto dove se ne sta ad aspettare solo che un piccolo devoto la stani, la porti alla luce, facendola diventare del mondo. La musica è da sempre esistita, tutta la musica. E' sepolta nel cuore di ogni uomo. qualcuno è bravo, paziente, impara il suo linguaggio, impara a capirla e la sa raccontare. qualcun'altro è spaventato dal silenzio e non ha orecchi per coglierla. Altri ancora la sentono ma non sanno farla uscire. Io sono tra questi. Ho nel cuore migliaia di note che giungono sempre in punta delle mie dita ma mai si concretizzano.

Ammiro chi dà voce alla musica che ha dentro, chi ha la fortuna di poterla raccontare.

Ringrazio chi oggi ha dato luce a un piccolo miracolo. A un'armonia distesa, aperta, fatta di armoniche con quel sospiro di lieve malinconia che però porta speranza, che sa parlare all'uomo solo. Una musica che porta in alto.

Mi sono commossa ed è stato bello davvero. Non chiedevo nulla di più. Bisogna essere davvero speciali per riuscire a regalare un pezzettino di felicità così gratuitamente.


Per caso la rondine incontra la mano gentile che la riporta in alto, le fa riconoscere il cielo, ricordare la malinconia di volare. E adesso vola di nuovo.


giovedì 8 maggio 2008

8 maggio

Qualcuno mi ha accusato di metterci troppo di me. Forse dovrei cercare di parlare più per perifrasi e metafore. Forse. Per ora mi rendo conto che non riuscirei a fare altrimenti. Oggi, come ormai spesso ho avuto prova, mi sono resa conto che finchè una persona non la conosci almeno un po' non puoi mai accontentarti di pensare che sia in un qualche modo o in un altro. E anche così non basta. Bello, mi piace questo dell'uomo, così mutevole, così pieno di mille sfaccettature che chiunque è pronto a sorprenderti. Talvolta purtroppo in peggio. Ma molto spesso in meglio. Scopri che in molti ci sono i tuoi stessi dubbi, le tue stesse ossessive paure...
Mi dispiace vedere che c'è chi non si lascia più sorprendere da nulla, non solo dalla vita ma anche dalle persone. Chi davvero muore lentamente vittima di se stesso e della sua ricerca maniacale di sicurezza-illusione. Vorrei fare di più. ma di più non si può fare. E allora che faccio? Delle volte non si può agire. L'impotenza di vedere chi si ama star male e l'incapacità reale di fare qualcosa. Terribile.
Queste giornate sono piene di sole e di primavera e quasi d'estate e di gelati al pan di stelle e di passeggiate e di poca voglia di rimettersi a studiare.
Che anno buffo che è questo. Ogni volta che trovo una certezza qualcosa me la schiaccia. Ma va bene che venga schiacciata. alla fine mi costringe a non dare mai nulla per scontato.
Buona vita a tutti

martedì 6 maggio 2008

6 maggio

Nonostante domani ci sia l'esame oggi è proprio una bella giornata. Mai come oggi mi sento tranquilla così...sotto il cielo azzurro che quasi fa male con due amici di quelli veri, un baby yogurt e qualche cazzata mi sento leggera.
Grazie.

domenica 4 maggio 2008

Mare...oceano


In questa traversata, se vuoi costruire una zattera, non radunare gli uomini per raccogliere la legna, per distribuire i compiti, insegna loro piuttosto la nostalgia del mare.


Ho nostalgia del mare, dell'orizzonte che si apre verso l'infinito, che ti fa assaggiare un frammento di eterno. Ho nostalgia del rumore delle onde, del colore dell'acqua, trasparente e mutevole come ciò che l'accoglie....


Il mare non ha paura di amare il cielo. Non ha paura di prenderne il colore, di fondersi con esso, di esserne il riflesso. Il ritmo delle acque, la musica che ne esce, tutto incanta.

Mi ha sempre affascinato il modo in cui Baricco parla del mare. La devozione che vi mette, mista a nostalgia, ad amore, a follia....una vastità tale che unica accoglie la varietà dell'esistenza.

venerdì 2 maggio 2008

Piove sul bagnato

Bella l'immagine. Ho sempre pensato che fosse solo una stupida affermazione palese....piove sul bagnato...bello no, piove e non bagna mica nulla, è già tutto molle.
Così piove sul bagnato. alla fine non è che mi scompongo, sto già un po' molle e se succede qualcosa di esterno alla fine ho la mia dose di atarassia da sfoggiare...mica me la prendo io.
Mi dispiace vedere che non ci si può fidare degli altri. nemmeno del posto in cui ogni mattina ti siedi per seguire le lezioni. Di nessuno. Ma non mi arrendo. Continuo a credere che la fiducia può esistere. Che deve esistere.
E intanto oggi mi hanno rubato il portafoglio. Proprio al cubo. non so come hanno fatto ma l'hanno fatto. Non me ne frega nulla dei soldi. dei documenti sì. Non me ne frega nulla davvero ma sono delusa un po'. non si può cambiare e lottare per un posto in cui non ci si sente a casa. La gente non si appassionerà mai a quello che fa se non lo ama. E così anche per i posti. Se per strada c'è sudicio e la gente butta tutto in terra ci sentiamo autorizzati a fare lo stesso. Non ci interroghiamo sul valore del nostro piccolo e insignificante gesto di mancanza. andiamo in realtà ad incrementare il circolo di totale menefreghismo per ciò che abbiamo intorno. e così non sentiamo nostro nulla. I luoghi, le strade, il paese. E se non lo sentiamo nostro non ci viene da difenderlo, da migliorarlo. e' normale è nell'indole dell'uomo. eppure io al Cubo mi sento come a casa, un po' tra amici, in famiglia. e in famiglia non ci pensi che qualcuno possa farti un torto....
Va beh, è successo. Grazie per tutti quelli che hanno sopportato la mia mezz'ora di ordinaria follia...ma mica per quello che mi hanno tolto ma per il principio.

giovedì 1 maggio 2008

Primavera

Dare una forma alle emozioni. Dare un suono al silenzio, alla desolazione di ritrovarsi soli.
Primavera. Strano periodo per fare questo tipo di scelte. I fiori si affacciano alla vita, pronti a lesciarsi accarezzare dal sole. Tutto sembra ricordare che ogni cosa si rinnova. Che non esiste la parola fine. La primavera inganna parlando al cuore di eternità.
Ma ci sono decisioni che vanno prese, domande che vanno fatte.
Troppe domande. non cerco risposte ma ho paura di aver posto le domande sbagliate. L'impotenza di non riuscire ad aiutare chi si ama, la tristezza nel doversi allontanare da essa, lasciandola nella propria testarda volontà di chiusura, lentamente muore qualcosa dentro di me. Non so cos'è, forse solo la sensazione di impotenza, di fallimento. La sensazione di non riuscire ad amare a tal punto da poter dire affronto qualsiasi muro, non mi lascio spaventare da niente. Ma poi la chiusura, dietro il muro l'ostile silenzio. la convinzione che alzare muri sia giusto, sia una forma di prevenzione necessaria di tutela effettiva della propria persona. Tutela o illusione. Per me illusione. come l'illusione può sembrare felicità? Come la tranquilla e apparente piattezza del quieto vivere può sembrare l'ambizione di una vita?
Ma forse è solo un linguaggio che il mio cuore non può capire. forse è solo questa mia mutevole entità che male si accorda con la fissità di un legame, con la necessaria scesa a compromessi. io non cerco un'isola felice, cerco il mare, l'orizzonte, l'apertura. perfino la tempesta preferisco alla restrittezza di pochi metri di spiaggia e di un panorama sempre uguale.
ma forse mi dovrei accontentare? dovrei scendere a compromessi su ciò che penso sia giusto? Avrei abbattuto qualsiasi muro, perfino a testate se tu avessi voluto. avrei scalato qualsiasi montagna irta se in cima mi avessi teso la mano. Ma cerchi il buio. la stanza chiusa e sicura. la tranquillità della routine.
Mi sento crudele. Io che voglio aiutarti ora ti ferisco, mi allontano. tu che temi l'abbandono.
Ti auguro di capire. Ti auguro di porti domande, di lasciarti sorprendere dall'impossibilità di dire mai nella vita.

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco