mercoledì 29 dicembre 2010

sabor de casa

sabor de casa

mi abuelo que encende el fuego en el camino y me regala las verduras mejor que ha coltivado
el olor del pan de mi madre en el horno
el abrazo de mi hermana
el silencio de mi padre

pequenas cosas que vas olvidando pero que te acuerdan que significa hacer casa...
y aunque estoy perdida esto me ayuda un poco a saber que esto lugar existe ed esta aquì

martedì 28 dicembre 2010

un siempre en el jamas

los equilibrios depienden de los puntos de vista, de los contestos, de las equaciones....parece todo estable pero fran...y la piantura se caye al suelo...

piensas que pueda perpetuar el parfume pero no, se va, y de tener fijades los imagines pero se hacen mas confusas, y sabes que se va, es un letit motive que se acaberà...

asì es la vida todo se afloja nada es un por siempre,
a lo mejor es un siempre en el jamas....

martedì 21 dicembre 2010

puede passar
de repente te notas diferente....esto siempre pasa pero no puede dicir que siempres te das cuentas de lo que significa...y el cambiamento siempre te hace perder la identidad de te mismo en aparencia pero constituye lo que estas diventando y lo que eres...

una libreria. Pasas la vida con projectos grandes, de prestigio, y acabas con un sueño pequeño que pero crees que puede hacerte feliz...
una libreria donde la jente puede ir, no para comprar libros, parece raro pero la jente en esto tipo de libreria nunca compra libros. Va a compartir ideas, opiniones, vida...y compartendo puede passare que algunos se enamoren...es una libreria para hacer subravivir el piensamiento y la condivision. Y de que vives entonces en esto trabajo? de la historias que te regalan las personas....claro no se podrìa vivir asì por esto no es lo que conta, lo que os todavìa deja es soñar...

y todo y acaba y se va....en el aire de un ciel azul sin nubles

giovedì 16 dicembre 2010

Muere lentamente
quien se transforma en esclavo del hábito, repitiendo todos los días los mismos trayectos,
quien no cambia de marca, no arriesga vestir un color nuevo y no le habla a quien no conoce.
Muere lentamente
quien evita una pasión, quien prefiere el negro sobre blanco y los puntos sobre las "íes" a un remolino de emociones, justamente las que rescatan el brillo de los ojos, sonrisas de los bostezos,
corazones a los tropiezos y sentimientos
.
Muere lentamente
quien no voltea la mesa, cuando está infeliz en el trabajo,
quien no arriesga lo cierto por lo incierto para ir detrás de un sueño,
quien no se permite por lo menos una vez en la vida, huir de los consejos sensatos.
Muere lentamente quien no viaja,
quien no lee, quien no oye música,
quien no encuentra gracia en sí mismo.
Muere lentamente
quien destruye su amor propio, quien no se deja ayudar.
Muere lentamente,
quien pasa los días quejándose de su mala suerte o de la lluvia incesante.
Muere lentamente,
quien abandona un proyecto antes de iniciarlo, no preguntando de un asunto que desconoce o no respondiendo cuando le indagan sobre algo que sabe.
Evitemos la muerte en suaves cuotas, recordando siempre que estar vivo
exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar.
Solamente la ardiente paciencia hará que conquistemos una espléndida felicidad.

venerdì 3 dicembre 2010

perseverando


triste inconveniente della crescita parziale, l'apprender nozioni e non trovare l'uomo che alberga nel corpo della mente savia, manca qualcosa a questo piccolo corpo, un'anima in crescita e un contenuto di sole...cresce nei numeri, negli argomenti ma non cresce di luce, non cresce in amore....a quetso deserto vuoto di sabbia e di nulla, quetsa desolazione incolmabile che sta qui racchiusa in una piccola dimensione non trova spazio che silenzio e fame di consolazione. ma a nulla serve apettare la pioggia, aspettare un uomo o una donna gentile che abbiano la voglia di passare per il deserto e renderlo meno solo, a nulla vale l'attesa se la porta e' serrata, finche tu non la riempirai di te stesso non avrà spazio nessuno nessuno avrà la capacità di colmare quetsa assenza di suono....mi giro in cerca di quel me che forse speravo qui, lontana, di trovare, non vedo riflessione, non vedo crescita, non vedo amore....mi sento dell'aridità più nera, della solitudine più grigia...e questo mi fa tanto apprezzare la dolcezza dell'autunno con questi suoi colori caldi e quetso cielo che sa di vita, che sa di gioia, apprezzare l'oceano di acqua vivace e limpida....qui dentro resta solo vento, sabbia e silenzio, il mio silenzio.

giovedì 25 novembre 2010

La morte e la vita....se c'e' l'una non c'e' l'altra dicono.
Mi incontro ogni giorno con vite di morte annunciata,
persone che hanno deciso di sengersi mentre ancora non era sopraggiunta la morte, senza piu' speranza di guarire, senza piu' voglia di risalire da quell'abbisso di ineluttabilita'...
oggi ho fissato negli occhi uno di quetsi uomini, un brivido di impotenza totale e di arrendevolezza mi ha pervaso...senza speranza non resta nulla alla vita.
E dunque che fare? mettersi da parte, abbassare la testa e dire "lo siento no deja nada que hacer..."? e mi sale un agone alla gola....

domenica 21 novembre 2010

Nostalgia

Un inno alla nostalgia

Sono più di due mesi che sono partita. Più di due mesi che vivo in terra spagnola e più di due mesi che non scrivo nulla...come un blocco, da nostalgia. Non è facile da spigare, però è una nebbia folta che mi riempie a tal punto il cuore da mettere tutto sotto pressione e da non lasciare possibilità di esplosione, se non di implosione...
ma questa forte nostalgia che tante volte mi segna il viso con disegni di lacrime mi insegna il valore di casa, dell'abbraccio dei miei genitori che tanto ho trascurato per importanza, la luce negli occhi dei miei amici, delle persone che amo, la loro assenza che mi pesa ma che con la Signora nostalgia acquista il valore delle cose rare e preziose e mi riporta alla mente ai dettagli della mia vita con voi, laggiù....

qui si intrecciano vite, si intrecciano dolori, morti, vite che stanno per finire, e sofferenza segnate da una pazia senza fine, e mi inebriano questi mille sapori, questi mille colori che alla fine rimandano un'immagine di me, frammentaria ma che sembra più completa di quanto fino ad ora ho ricevuto da me stessa...

La pioggia folle scroscia
sulle mie membra zuppe di nostalgia.

Ho campionato i frammenti di tristezza
perché tu possa capire
come l'equilibrio giaccia sul fulcro di ogni cosa

venerdì 10 settembre 2010


Partire.
Lasciare la propria vita, le persone che si ama per un po'...un tempo non chiaro all'interno della propria interiorità...un tempo in cui la percezione delle cose, degli affetti e delle dinamiche sarà dilatata, vuoto, troppo pieno...
ci saranno i giorni in cui la Vostra mancanza si farà sentire fortissima, in cui mi sembrerà di essere Sola e in cui cercherò con lo sguardo voi tra le stelle sopra la mia testa..
so che sarò sola, che avrò voi, ma che sarò io.....e so che mi mancherete.....

venerdì 27 agosto 2010

A Giulio

Giulio.
ha gli occhi di un bambino. Ti guarda con una tenerezza rara, che ti riporta al passato, ai tuoi anni da piccolo, ti riporta a quell'ingenuo stupore, a quello sguardo grato quando qualcuno per un momento ti ha considerato.
E'profondamente dolce Giulio. Mi viene da piangere mentre l'osservo. Non sa parlare ed emette suoni strani, fatti di incomprensibili sue parole. Ma dice qualcosa, questo è sicuro. Comunica con forza, con convinzione. Fissa nell'aria figure, chissà quale immagini piene di vita, di viaggi, di ricordi. In pochi lo ascoltano. In pochi portano pazienza con quel suo modo di parlare.
In pochi si accorgono che dentro a quel vecchio malato c'è l'oceanomare.

sabato 21 agosto 2010


Apro il blog...di nuovo zero commenti....
Ma non importa so che comunque, da qualche parte, qualcuno legge. E se anche nessuno leggesse, sarebbe pur sempre qualcuno che anima e scrive..e quindi alla fine della storia ha senso farlo comunque anzhe se non c'è desinatario.

Compaiono le scelte. Quelle difficili. Quelle vere. Senti che la linea d'ombra sta passando, lenta, decisa a inugiare sul tuo lato assolato di vita. Eccola che ti ricorda che sei.

Rospetto si muove a piccoli balzi. Non vola. Non lo può fare. Ma si colora alla luce del sole. E seppur a modo suo sa pure gracidare. E'piccolo, fragile all'apparenza ma sa saltare in alto senza perdere di vista la terra. Non si abbandona all'iperuranio, non più. Non cerca di diventare aquila, o cigno o pavone.
Incontra cigni. Bellissimi, ne resta ammirato. Ma quando si avvicina si sente prendere dalla tristezza, sono soli con la loro immagine riflessa nel lago. Hanno paura che se qualcuno si avvicina troppo il candore del loro piumaggio potrebbe svanire e allora che ne sarebbe della loro essenza?
Incontra pesciolini. Muti. Vorrebbe aiutarli ma loro non possono parlare. non lo fanno apposta, è natura. E rospetto continua a nuotare. Che strano il mondo! non c'è nessuno che in questo zoo davvero ti assomigli. Invidi il cigno poi vuoi essere pesce e perfino leone ma non c'è niente che possa farti sentire più vero. E allora intravedi la verità: la coraggiosa accettazione. E lo stagno diventa il posto più bello da desiderare.

venerdì 20 agosto 2010

Poesia contemporanea....bellissima.

VOGLIO SALIRE IN ALTO


Voglio salire in alto
Crescere a dismisura
Fino ad essere alto come un bambino

Voglio avere una grande forza
Una forza potente e mastodontica
Enorme, come quella di un vecchio in carrozzina

Voglio avere sulla bocca parole sicure
Sicure, certe ed importanti
Distinte, come quelle di un vecchio che biascica

Voglio avere dentro un grande amore
Un amore importante
Diseguale, come quello di un bambino abbandonato e maltrattato

Vorrei ascoltare come chi non ci vede
Vorrei vedere come chi non ci sente
Vorrei parlare come chi non cammina
Vorrei camminare come chi non parla

Dovrò proprio disimparare a scrivere, come un generale
A scrivere come una divisa ripiena di carne

Poiché queste cose le voglio portare sempre con me ogni giorno
Ogni giorno, e farle azioni
Azioni comicamente degne di rispetto

Scriverle mi sembra utile come un fucile
Come un fucile in mano ad una forza di pace
Ad una forza di pace col blu SOLO sopra la testa
Nuvola

mercoledì 18 agosto 2010

Fantasma

vecchi ricordi

Vivo

Guardando le stesse facce
Sentendo le stesse storie
Pensando:
ho quello che volevo?
Come il vento che soffia prima della tempesta
Un brivido percorre la schiena
Le spalle al muro
Se ho paura
resisto
Semplice e' la via per il lato oscuro
poco tempo per correggere gli errori commessi
dimmi dove buttero' i miei sogni

Dovrei passare tutta la vita a pensare alle cose che ho,
Alle cose che vorrei,
Al modo di raggiungerle
E poi a come difenderle ?
Ma io non so cosa avevo prima
E non so quello che ho adesso

Sorrido ad ogni nuovo giorno perche'
Vivo sperando
Che le persone che amo
Proseguano nel viaggio
Stammi affianco
Ammira dall'alto il paesaggio
La bellezza intorno
Da Torino a Catania
Sopra un furgone
Una breve tappa a Roma
Citta' dell'imperatore
Indomita Genova
Le lacrime di Luglio
infondere paura come forma di controllo

Dovrei passare tutta la vita a pensare alle cose che ho,
Alle cose che vorrei,
Al modo di raggiungerle
E poi a come difenderle ?
Ma io non so quello che ho adesso

Sono storie facili
Come quelle che
Ti raccontavano da piccolo e tu credevi vere
Come e' stato facile
Restare fermo immobile
Chiudendo gli occhi e rinunciando a vedere

Moka Style

Non e' piu tempo di credere
che tutto giri intorno alla solita marchetta radiofonica
crisi di nervi discografica
sciogliete i cani per capire cosa va di moda oggi
...compra ragazzino compra!
ho seguito i miei fantasmi
ora fantasma sono
questo e' quel che hai
perche' tu lo vuoi!

hai...vuoi

Questo e' quel che hai
perche' tu lo vuoi
ora...e dimmi se...
questo e' quel che hai
perche' tu lo vuoi
sono un fantasma dimmi se ci sei
Questo e' quel che hai
perche' tu lo vuoi
ora...e dimmi se...
questo e' quel che hai
perche' tu lo vuoi
ora...

Sono storie facili
Come quelle che
Ti raccontavano da piccolo e tu credevi vere
Come e' stato facile
Restare fermo immobile
Chiudendo gli occhi e rinunciando a vedere

mercoledì 11 agosto 2010

nero, vedo nero. Perchè?

venerdì 30 luglio 2010


Nuvole passeggere.
Sempre. Dopo il sole la pioggia o per lo meno nuvole. Perchè non esiste un sole che non passa? perchè questo continuo cambiare di ombre?
Sembra tutto calmo. La superficie dell'acqua non fa una grinza. Ma sotto imperversa la tempesta. probabilmente romperò gli argini.

report 26 luglio

Non mi sentivo pronta.
Reduce da due settimane impegnative di campi estivi, stanca. La mattina il turno. Ci penso e non mi sento pronta. Non so perchè so solo che mi tremano le gambe al pensiero di dover condurre un turno. Per fortuna c'è Zuppy con me e so che sarà lui un'ottima guida. Mi faccio coraggio. mi vesto da briciola e aspetto così nel parcheggio. Zuppy arriva e scambiamo due chiachciere. io vorrei sorvolare la sala prelievi ma è stipata di gente e zuppy senza nemmeno darmi il tempo di rendermene conto entra a piede sicuro. Proiettati come sprovveduti don Chisciotte tra i mulini ci metiamo a parlare qua e là. La gente è diffidente. Una bamina si avvicina e la mamma subito: "per lei si che andate bene". Mi verrebbe da rispondere evito.
Stiamo per battere la ritirata. Nessuno sembra interessato a noi. POi vengo rapita da due sagome. Una coppia di signori di una certa età. Mi metto a parlare. Sono deliziosi. Zuppy intavola una discussione sul cinema. Poi senza pensare e senza sapere chiedo alla signora se ha nipoti, dato che parlava di scarpine fatte ai ferri per bambini. Lei mi dice che non ne ha. Le fa per i figli di amiche di sua figlia. Sua figlia è morta. Aveva 27 anni,un tumore. Mi sento mancare, trattengo le lacrime mentre mi mostar la foto, orgogliosa. Molto bella davvero. Zuppy trova le parole, io stringo forte la mano della signora. poi compare un tipo strano, molto buffo che si presenta come l'accompagnatore dei due signori. Dice che si sono consociuti in sopedale prpoprio lì in sala prelievi e che da allora vengono sempre insieme. E' il loro taxista e dato che gli esami sono simili si fanno compagnia. Conosce un sacco di persone, si ferma a salutare tutti è davvero moto gioviale. Facciamo per andare via, la gente pare che abbia cominciato ad accorgersi di noi. Zuppy afferra la maniglia della porta dei prelievi ed entra....lo ringrazio per averlo fatto mentalmente, io non so se avrei battuto davvero ritirata. Dentro non c'è molto da fare. Sono tutte persone adulte, tranquille. Un signore ci aggredisce un po' dicendo che le domande come "come va" andrebbero abolite in ospedale perchè se uno è lì non va di certo bene....
Notiamo una graziosa signora con occhiali da vista esageratamente grossi. Sono quasi alla moda, glielo acciamo notare. Ci racconta del marito, gli occhiali erano suoi. Nel giro di poco due semplici domande, in apparenza, ci hanno aperto la porta a storie profonde, dolorose.
In dialisi stiamo davvero tanto, forse più di 3 ore...solo da Gino e Gino passa più di un'ora. Ci raccontano tante cose impegnative. I trapianti, la paura, il dolore della malattia e del non poter lavorare come si deve, il problema economico di mantenere una famiglia in quelle condizioni, la vergogna di ricevere un'invalidità irrisoria che non basterebbe nemmeno per la benzina....poi Gino comincia a dare consigli a Zuppy sulle donne. Nell'angolo c'è Franco. Un signore con la faccia davvero simpatica.
Non vorrebbero lasciarci andare...
Ecco Bruno, mi fermo. Parla molto dell'amore per sua moglie, della sua fede. Parla come un fiume senza argini, gli occhi umidi di lacrime. Io ascolto, gli stringo la mano e come sempre non so che dire. Gli sorrido quasi a chiedere scusa. E poi Bruna e pietro. Il letit motive continua. Questo turno è segnato da storie profonde e piene di sofferenza. Mi colpiscono gli occhi di queste persone, la loro profondità d'animo.
Siamo esausti, usciamo e ci fermiamo un po'. Vorrei chiedere scusa a Zuppy perchè mi sento strana. Svuotata.
In pediatria non c'è molto da fare. Un solo bambino. Parliamo con il padre, molto preoccupato.
Usciamo. Io sono distrutta. mi sento impotente. Penso a come non sarà facile copire il mio stare in ospedale da dottore, a come dovrò riuscire a conciliare ogni aspetto, ogni momento tra l'oggettività medica, l'emotività mia e l'empatia. Mi chiedo se sarò in grado di farlo.

lunedì 26 luglio 2010

e nell'infinito perdersi ritrovarsi sempre, e sempre di nuovo, più vicini all'anima che mai..
che prodigio è mai quetso di alchimia? chi l'ha deciso?
Ma anche se fa freddo nell'abbraccio caldo della rassicurante presenza del tuo, ecco mi perdo volentieri anche se paura di cadere di nuovo dal volo troppo vicino al fuoco lunare fa comparire ombre silenti negli occhi, ma tu poi sempre le capisci e le allontani con la semlicità di un gesto....

ma ora partire d nuovo e l'incertezza della lontananza spaventa, ma so che quetsa consapevolezza è cresciuta con i nostri fallimenti e le nostre incongruenze abituandoci alle ricadute e alle risalite, agli abbracci ritrovati e a un legame dell'anima ancora più stretto...

ringrazio la vita per la sfida che lancia ogni giorno alla mia fredda razionalità con la scoperta dell'irrazionale ascoltare della parte più profonda del cuore....
grazie

venerdì 2 luglio 2010

























Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c'è,
tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela,
io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio.


correre fino a perdere i sensi, scendere nella profondità dell'anima fino a sussurare al cuore la rassicurante incertezza dell'essere, assaporare il vento tra le braccia scoperte dall'estate, e ridere fino a scoprire che non c'è molto di più che conti se non la disperata tentazione di non lasciarsi appesantire dal proprio animo....

Cosa vedi? cosa?

sabato 19 giugno 2010

leggera scivola Neve,
inconsistente dell'aria è nutrita.
Neve che un tempo splendeva
adesso è ingiallita.

Estate presunta,
estate interiore,
l'ardore e il fuoco
non bastano, amore,
neve e velluto, niente più
resta,
di me solo il vuoto
da quella finestra.

sabato 12 giugno 2010

atrofia

Se per troppo tempo un organo non viene usato, questo biologicamente parlando va in contro ad atrofia. Che ne resta dunque alla fine di questo processo irreversibile?
Nella norma accade.
Siamo uno nessuno e centomila. Delle volte ci spaventiamo molto per questo cromatismo interiore. Altre lo ignoriamo. Altre ancora ce ne vantiamo. Beh non c'è una via giusta. Io non penso che ci sia giustizia in qualcosa e come tale non giudico nemmeno giusto o sbagliato qualcuno,il sistema di riferimento è troppo relativo...e dunque? impazzire? quale via scegliere a questa mancanza di omogeneità interiore? forse non c'è pretesa da avere nei confronti di noi stessi dell'essere o meno portatori di molteplicità. L'uomo è incoerente per natura, cerca di mascherarlo, di vincerla ma in quanto dotato almeno di due parti, cuore e ragione, questa dicotomia lo porta spesso a un bivio. Credo che l'importante sia non incorrere nell'atrofia...e finchè scorre sangue nelle vene sei ancora vivo, lontano dall'atrofia.
In questo dialogo con nessuno, uno, centomila, so che un immaginario interlocutore saprà capire. Magari si indignerà, magari peserà cose molto cattive, ma in quell'innegabile substrato intimo e comune, capirà.

Chi sono dunque io? Il saltimbanco dell'anima mia.

giovedì 10 giugno 2010

occhi


Filtro.
Ogni filtro ha i suoi difetti. Non esiste modo di non avere filtri, qualcosa di interposto tra te e il mondo c'è sempre. Vuoi pensieri, vuoi azioni, vuoi gesti, barriere corporee, insomma filtri....due sono fondamentali nell'approccio al colore, nel valutare forma e dimensioni, prospettiva e sensazioni....e se guardi con aria disillusa avrai indietro amarezza e disillusione, e se avrai occhi cattivi porterai cattiveria e rancore nel cuore, se avrai occhi sognanti riempirai di sogni ogni azione, se avrai occhi innamorati vedrai amore...
e come fare a trovare il giusto compromesso tra l'anima e ciò che oggettivamente sta fuori? esiste un modo di stare al mondo oggettivo, immune da errori di valutazione? Non so ma se non c'è e se tutto attraverso di loro deve passare allora che sia di speranza e di passione lo sguardo che la mondo voglio lasciare

mercoledì 9 giugno 2010

Dialogo sul soffrire e il viver male ovvero riflessioni sul vivere o morire

Soffrire e vivere male

Discussione tra un saggio nero e un piccolo bambino in cerca di guai.
"Sai dirmi la differenza tra soffrire e vivere male?" chiese il vecchio.
"Non so, secondo me vivere male comporta soffrire, cioè se soffri vivi male!" rispose il bambino con aria interrogativa. Non sono queste le domande da fare in una calda giornata estiva.
"Tu credi? Pensa un attimo al tempo. Pensa al valore che dai ad esso. Cosa preferiresti, passare il tempo a vivere male o passare il tempo a soffrire?"
"nessuno dei due senza dubbio" rispose subito il bambino alzando un po' la voce.
"Ragionevole, tuttavia, pensa alla vita. Pensa a quando qualcosa ti ha fatto felice. Sapresti trovarne una?"
"Forze quando sono riuscito a vincere la paura di suonare davanti alle persone. Quando ho rotto il mio tabù interiore e mi sono lasciato andare"
"Vedi, quetso è importante. Ora pensa a come hai fatto ad ottenere questa felicità."
"Ho lottato contro me stesso. Non è stato facile ma alla fine ho vinto la battaglia!"
"Hai detto tu stesso che non è stato facile, quandi in parte questo ha implicato soffrire?!"
"Si, ammetto di si!"
"Vedi noi uomini ci dimentichiamo cosa vuol dire la fatica. C'è un sacrificio che porta a qualcosa di pieno e di alto, un sacrificio che porta alla felicità talvolta e questo lottare e cercare in tutti i modi di fare ciò che temporaneamente non ci è concesso comporta sforzi, delusioni, illusioni, sogni delusi. Eppure in questo mescolarsi di difficili sentimenti ecco che sorge dalle ceneri il fiore del nostro sacrificio a far risorgere profumo e speranza"
"Hai ragione, sei saggio."
"Dunque, viviamo, viviamo e nel sacrificio sappiamo che è la vita a fornirci la forza di superare noi stessi, e ci saranno così molti momenti di gioia e di soddisfazione e il pane di ogni giorno avrà sempre sapore!"

Molti muoiono troppo tardi, e alcuni troppo presto. Ancora suona insolita questa dottrina: Muori al momento giusto! Muori al momento giusto: Così insegna Zarathustra. Certo, colui che mai vive al momento giusto, come potrebbe morire al momento giusto?
dedicato a Lia che me l'ha mostrato con la sua forza

lunedì 26 aprile 2010

fluire


Ti alzi ogni mattina. Pensi più o meno coscientemente a cosa stai per affrontare. Ti cali nella realtà ma con la testa immersa nel fluire quotidiano dei gesti. dimentichi il bacio alla mamma. Esci di fretta e non guardi il sole. Ti piacerebbe fermare il tempo, trattenere il respiro senza annegare in quell'agenda piena di scadenze. Ma la vita ti impone questi ritmi. Non li hai proprio scelti ma è come se avessi sottoscritto il contratto della buona convivenza civile, quella che prescrieve come e in che modo condurre la tua responsabilità e utilità sociale. Scadenze, esami, compiti da finire, relazioni da gestire. Ogni cosa acquista un posto nell'agenda. tutto è scrittoi in minuscolo, ogni impegno. Non discrimini più se uscire con tizio sia come la lezione del professor Caio o che differenza ci sia tra portare il nonno dal dottore e fare la spesa. Questa frenesia dove porta? questo fiume assetato di kilometri dove conduce?

Qualcosa poi ti ferma. Succede sempre. Il tuo sasso in mezzo alla strada. L'impatto è forte. Di solito ti fai male. Imprechi perchè ti sei dovuto arrestare nel tuo macinare doveri. Ma quel sasso è la tua zattera di naufrago. E' quel sasso che s'impone alla tua attenzione, impone che tu prenda coscienza di dove sei. Fermo, per qull'attimo necessario a riportarti nella tua vita. Alzi gli occhi alle nuvole, ringrazi il cielo, chiedi al tempo di poterlo apprezzare, al vento di poterlo accarezzare, chiedi al sole di mostrarsi. Giusto il tempo della rivelazione...il tempo per riprendere fiato...e poi giù nella corrente....verso l'oceano.

venerdì 26 marzo 2010


E'vero che la vita è spesso tenebra.
Ma la tenebra
è anche luce
come in un cielo cupo
il diradarsi delle nuvi
rivela, nitido
il bagliore
di una stella.
Allora ogni deserto ha la sua oasi.
ogni pellegrino la sua tenda
dove riposare e ritrovare casa.
Ogni fanciulla la sua fiaba.

Non utopia
profezia di chi ha scoperto
nel paradosso delle cose il
senso primo ed ultimo.

C'è fuoco sulla terra
quando i nostri
occhi
hanno ricevuto in dono
il miracolo di possedere
anche solo per uno sguardo
una stella
oltre le nubi.

leggere








leggere, leggere, leggere

tutto il giorno in attesa della mia persona. La sconosciuta, perchè la volevo donna, a cui donare il mio libro.
E quando il sole stava per tramontare sulla strada del ritorno casualmente ho sentito che dovevo darlo a Lei. Una signora solitaria che camminava con aria assorta. Non sapevo quantificare l'età. Mi ispirava dolcezza. L'ho avvicinata. Lei mi guardava con timore, pensando che volessi qualcosa. Le ho datto "posso regalarle un libro?" e lei stava scappando con lo sguardo. Non mi credeva. nemmeno io l'avrei fatto. L'ho guardata negli occhi e le ho spiegato la sitazione. Io dovevo o meglio volevo regalare il mio libro a qualcuno che non conoscevo e quel qualcuno era lei. Il libro parlava di un viaggio e di una donna coraggiosa. Mi ha sorriso un po' imbarazzata con tanta dolcezza (l'avevo vista io!). Le ho augurato buona giornata e sono tornata a casa.
Era una vita che non sentivo quel tuffo al cuore....mi sono emozionata come quando da bambina mi promettevano di portarmi a prendere il gelato.....

martedì 23 marzo 2010

Entrò con le gambe tremanti.
non aveva idea di cosa doveva o dovesse fare.
aveva studiato già molto per quello. e adesso non sapeva come muoversi cosa aspettarsi. Il camice bianco svolazzava da un angolo all'altro della stanza mentre cercava di prendere un posto che fosse, il più possibile, inosservato, invisibile. Ma era troppo piccola quella stanza per scappare. Poi toccò a lei. Sorrise fece un repiro e iniziò. tutti i ricordi i propositi, tutti in fumo, svaniti. O meglio c'erano ma non riuscivano ad uscire come lei avrebbe voluto. Sorrise. Si rese conto che sarebbe stata molto più dura del previsto.
Ma poi il coraggio, dalle parole sussurrate del paziente "grazie dottoressa"....un tuffo al cuore, ora sei immerso e devi nuotare, non puoi più far finta di saper galleggiare.

mercoledì 17 marzo 2010

Briciole

le persone non passano.
a distanza di anni basta poco e ritorna in superficie tutto il loro merito.

oggi ho ritrovato la mia luce. L'avevo persa ultimamente. Ma è tornata grazie a chi, con pazienza e dolcezza, mi ha ricordato che un tempo c'era.
e la primavera riesce a sciogliere anche le ultime riserve del cuore.

venerdì 12 marzo 2010

Risonanza magnetica

Il mostro dalla grande bocca spalanca le fauci. Digrigna i denti, ti guarda con aria di sfida. Lui è più forte tu sei nudo. Lui sa, tu attendi. Con fare mesto concedi il tuo capo alle sue fauci. Con la tua armatura lucente ti senti ugualmente vulnerabile, ugualmente fragile. Nelle orecchie comincia un ronzio. prima piano, poi forte. Poi fortissimo. Pensi al mare, ai prati verdi, alle cose belle, al rumore della pioggia. Pensi al sole sulla pelle, al vento che ti sfiora leggero appena si affaccia la primavera, pensi all'odore del dolce di tua madre appena sfornato, alle foglie d'autunno con quell'oro lucente della loro precaria esistenza, pensi al sapore della persona che ami sulle labbra, agli abbracci caldi, alle sere d'estate in cui il mare ti invoca gentile. E cominciano i rumori. allora pensi che il mostro non ti farà del male. Pensi agli armonici, alle sestine, alle terzine, pensi al contrappunto degli archi, agli arpeggi dei violoncelli, pensi al flauto traverso che in quel passaggio fa il solista..e poi ecco rock, molto rock, ti vedi su un parco con al chitarra in mano....e poi di nuovo il ronzio e la paura.
In silenzio, non ti muovi. Chiudi gli occhi sperando di addormentarti e svegliarti che il mostro se n'è andato. E invece non riesci a prendere sonno....
ma poi tutto finisce e il mostro ti lascia andar via alla tua vita, alla tua attesa.

martedì 2 marzo 2010

paura...
mai pensato che domani potresti scoprire che non hai più molto da passare....
che fare dove come?
le domande che si perdono nell'inconsistenza del presente, nel terrore di aver perduto troppo e dato così poco. Siamo tutti in una gabbia anestetizzata di emozioni, dobbiamo uscirne, più veri, più vulnerabili, più fragili.
Io non ho paura è solo un po' di me che se ne va.

sabato 13 febbraio 2010

funambolo


Il primo post dell'anno nuovo..
ho atteso convinta che dovesse avere qualcosa di solenne, di epico...dovesse costituire una svolta, qualcosa di nuovo...e invece nulla eccolo qui anonimo e grigio...
scrivo oggi per il disperato bisogno di farlo...perchè scrivere è ciò che mi è rimasto...

camminare sul filo. Lo aveva sempre fatto...per una vita lei e quel maledetto filo...rincorreva la perfezione in ogni gesto, nel camminare con costanza sospesa nell'aria, nella balia totale del minimo alito di vento, lei doveva resistere con la sua forza di volontà, con la sua perseveranza....e questo cammino appariva a molti inutile, a qualcuno affascinante, ad altri ignobile e vano...ma lei camminava guardano in alto, mai ai volti stupiti della gente...
lei camminava perchè era quello che le importava, non un fine, un posto o un luogo.....quella perfezione dei gesti, dello stare, quella sospensione irreale dell'andare....ed era solitudine quella che le faceva di tanto in tanto tremare le gambe, quella paura e consapevole certezza di quanto lassù quel mondo fosse destinato a restare suo, cristallizzato tra fugaci sguardi di qualcuno che l'amava di tanto in tanto..e non c'era spiegazione, non c'era...lei continuava su quel filo, sospesa....e sapeva che la caduta era lì, pronta...
al minimo errore scivolava, sfidava la morte, pagava l'errore, la distrazione, pagava a se stessa quella sconsiderata assenza di rigore....
di fondo pensava di essere libera ma non c'era nulla di libero in quel destino che le imponeva di farlo, il senso del dovere che con ostinazione la costringeva lassù lontano dalla vita reale....

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco