martedì 29 aprile 2008

Considero valore

Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto,
un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente,
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,
qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.


Erri de Luca, Opera sull’acqua e altre poesie

Considero più che valore voi, compagni di vita

lunedì 28 aprile 2008

Sempre e comunque di corsa. Ma è un movimento perpetuo diverso quello di oggi. E' il movimento del cuore, dei pensieri positivi, del sole cercato e sperato. E' un cuore che cerca di capire quale sia la soluzione migliore, la più indolore. Un cuore che non sa che fare ma che si sente sicuro di voler fare qualcosa. Esco dall'anestesia percettiva in cui mi chiudo talvolta sperando di evitare il dolore. Esco dall'incapacità di essere obiettiva con me stessa.

Mi dispiace non poter parlare con tutte le persone che vorrei. Delle volte mi metto a pensare che non ho davvero la capacità di fare quello che potenzialmente voglio.
Tipo avrei dovuto e voluto parare con la metà della mia anima. E ora scrivere una mail mi sembra così riduttiva. (chiusa la parentesi personale torno a parlare senza parafrasi)

E' stato un fine settimana bello. Sono partita demotivata al massimo, piena del senso di colpa per lo studio troppo a lungo trascurato. Ma come al solito vivere ripaga più di qualsiasi "coscienza scolastica" a posto...e sono così felice di aver seguito il cuore e la voglia di condividere il mio tempo per un buon motivo...
Per adesso corro a mangiare ma appena ho un po' di silenzio da respirare a pieni polmoni torno a scrivere un po' più di me.

domenica 27 aprile 2008

Post a 4 mani...

A casa dell'Ire (finalmente ho intravisto Borgo!!!)...Siamo quasi alla fine di una nuovamente intensa giornata...Dopo i mille preparativi di venerdì, le domande, le incertezze, le paure, il sentirci ridicole abbiamo "affrontato" una platea di pagliacci che ci guardava pagliacciare...E non ci hanno neanche buttato le uova marce e non hanno nemmeno pianto! E' stato davvero bello, ci siamo sentite subito accolte!!! Abbiamo scoperto che basta un sorriso per far sentire a proprio agio una persona, per abbattere i mille muri che si creano quando devi sporgerti su una nuova realtà. Grazie a tutti "m'illumino d'immenso per i loro sorrisi". E buonanotte che ora dobbiamo andare a letto.
Dottoresse Briciola e Schettina

giovedì 24 aprile 2008

Compito 8 ma non solo


Oggi è tornato il sole...

sembrava di essere già a giugno o comunque in estate. Era davvero bello quel cielo luminoso e azzurro pieno di luce. Bello nonostante il traffico cittadino, la folla brulicante, lo smog. Bello come solo la natura sa essere bella. L'uomo si mette di impegno a rendere tutto peggiore, ma lei intatta, pura, superiore, se ne sta là bellissima, resiste.

Rimetto un po' insieme i pensieri di questa settimana all'insegna della corsa. non c'è stato un attimo di vera stasi, tutto è corso al ritmo frenetico di secondi accelerati, il tempo è scivolato a picco tra le pieghe delle ore...un attimo di pausa, gustarsi il silenzio.

Ho sempre pensato che la musica non sarebbe così bella senza il silenzio e le pause, le poesie mai così profonde senza il bianco tra le righe. Ed ecco il mio respiro a pieni polmoni dopo l'annaspare quotidiano. Un po' di sole. Basta poco.

Oggi si è laureato un mio carissimo amico. Mi ha fatto effetto, sembrava quasi di vivere in un film. Lui tutto felice, elegante, adulto. Il protagonista si guarda in giro con occhi tra lo smarrito e l'incredulo, cerca appigli di verità a quel tempo trascorso in un battito di ciglia e si ritrova a filosofeggiare sul tempo tiranno e qualche altro luogo comune di saggezza popolare.

Oggi ho pensato che bisognerebbe, che dovrei, essere più elastica. più pronta a lasciarmi stupire dalle persone, più disponibile ad intaccare la mia patina di malinconia per la gioia di chi mi circonda. All'universitò mi sento a casa. Non certo per i professori, per il cubo o che. Ma per quelle persone stupende che ho avuto la fortuna di incrociare tra le tante lì dentro. Belle le nostre vite che parallele riescono ad incontrarsi, ad arricchirsi.

Ma veniamo al dunque. L'incontro di martedì.

All'inizio mi faceva strano vedere tutti quegli studenti, i professori che sembravano perfino umani, lì tutti seduti assieme...starno non vederli dall'alto del palco, ma in mezzo.

Ho intravisto lembi di velata ipocrisia. Non da parte di chi ha parlato ma da parte di alcuni che se ne stavano lì, in prima fila ad annuire, quando poi gli studenti nemmeno li guardano negli occhi quando li interrogano....

Bella la pazia. Bella la capacità di sorprendere tutti.

Andreas è proprio pazzo. Tutti i professori cercano al massimo di vederci e collegare i visi al ricordo della presenza o meno in aula al momento dell'esame, niente di più un nome e un volto che si legano. Andreas invece si è spinto a conoscere le nostre anime, ci ha chiesto come stiamo, si è letto non so quante parole, magari priva di filo logico, sconclusionate ma dense di noi.

Se ci incrocia non sa chi siamo, che faccia abbiamo, il nostro nome lo ignora celato dietro buffi soprannomi, eppure ci guarda da dentro e ci conosce. Quanto poco noi conosciamo chi ci sta vicino. Quanto poco.

Sarebbe bello se la scuola fosse basata anche su questo, sul capire, sul capirsi. Basata sulla partecipazione, sulla "umanizzazione" del mostro-professore, sulla condivisione. Dovrebbero capire i professori che non siamo brocche da riempire. Le brocche prima o poi straboccano. Siamo fiori da coltivare. L'acqua serve per farci crescere e fiorire non per riempire i nostri buchi, per renderci saturi.

"non teste piene, ma teste buone".

Buona notte

Mi dispiace per il mistume di discorsi....un po' di me

martedì 22 aprile 2008

breve momento di scuse

Un post breve, visto che sono rientrata solo ora...
Volevo chiedere scusa se sono sempre di corsa. Questi ritmi non mi appartengono ma purtroppo sono diventati obbligati. chiedo scusa se sono distratta, se non ho l'attenzione giusta verso tutti voi che mi state intorno, se non mi perdo in messaggi o chiamate...questa frenesia è folle. prima o poi lascio tutto e vado a vivere in qualche posto dimenticato da tutto...
a parte gli scherzi, mi dispiace davvero.

Mi ha sempre estasiato il concetto di verità. Ricerca di questa sorta di purezza, la verità, Lei è sempre lì implacabile, spesso crudele, ma Lei è sempre se stessa....

Notte amici, notte mondo là fuori

lunedì 21 aprile 2008

Pre compito 8

Aspettando di partecipare al seminario...

"Non siete scolari, ma medici in formazione".
Tra le tante cose sentite oggi questa è l'unica che mi ha fatto riflettere. Il resto della mattina è stato assorbito come al solito da Ire-spugna-assonnata.
Questo mi turba. essere spugna passiva è terribile. Mi sento un contenitore da riempire.

Usciamo dal liceo dove ogni giorno hai un tot di materie da preparare, un tot pagine da studiare che ti piacciano o no le devi fare e non hai molta scelta.
Finito il liceo l'università. Ti sembra il paese dei balocchi. Niente compiti a casa, nessuno che sta a controllare quello che fai, nessuna giustificazione da esibire per il ritardo. Sei uno tra tanti. Inosservato, nessuno.
In teoria ti sei scelto cosa seguire, le materie con cui lottare per i prossimi anni. Hai scelto con motivazioni più o meno valide, hai scelto comunque.
Ed ecco che ti trovi a studiare materie che ti serviranno anche se non ne sai vedere ancora l'applicazione pratica. Il tuo studio di ora servirà al tuo lavoro di domani.
Che discorsi, il latino, il greco, la storia la filosofia...ti facevano pensare, ti aiutavano a capirti e a capire l'uomo. Certo poi c'erano i compagni, i professori, i voti e tutto il contorno che magari contribuiva ad allontanare ogni più rosea volontà di costruirsi una coscienza critica autonoma e propria. Tutti lì pronti a misurarti con il loro metro ridicolo di valori da 1 a 10....a dare un numero alla tua voglia di capire, al tuo animo in formazione. Voti, che strani parametri.

la novellina spiattellata alle volte fa più audience dell'approfondimento, l'importante non è se hai capito, se te ne ricorderai, l'importante è avre fatto i compiti, aver fatto il tuo, studiato a memoria o meno va bene comunque per l'impegno....

ma adesso? L'interrogativo urge. Voti e parametri liceali possono valere anche ora che nella nostra formazione compaiono elementi essenziali per il nostro futuro, elementi che contribuiranno in modo determinante alle nostre interazioni con la vita e con gli uomini?
Studiate clamorose non supportate dalla comprensione e dal ricordo nel tempo hanno un qualche senso?

Io sono contro i voti. Non sarebbe fattibile senza, me ne rendo conto...ma sono degli pseudo-valori, metri con cui le persone misurano se stesse e la propria mancanza di autostima o nella necessità di dimostrarsi qualcosa....

notte a tutti

domenica 20 aprile 2008

Il sabato del villaggio

Il Sabato del villaggio

La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole
Col suo fascio dell'erba;
e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch'ebbe compagni dell'età più bella
Già tutta l'aria imbruna,
Torna azzurro il sereno,
e tornan l'ombre
Giù da' colli e da' tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon direst
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l'altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s'affretta, e s'adopra
Di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l'ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
È come un giorno d'allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

buon vecchio e saggio Leopardi...fin da piccola ci ho sempre pensato a questa cosa....la gioia che sta nell'attesa più che nella vicenda in sè, nell'anelare, nel prefigurare più che nell'assaporare...
Ho sempre odiato la domenica. Mi mette tristezza. non so perchè. Mi entra una strana sensazione di insofferenza, leggera, ma costante.
Un giorno che dovrebbe essere di festa, eppure così ingombrante, forse perchè diverso, forse perchè apoteosi della buon educazione, del buon costume, tovaglia della festa, vestiti buoni, sorrisi della domenica....
ma almeno c'è il sole....

venerdì 18 aprile 2008

tutto scorre


Vi succede mai di fermarvi a pensare a cose che ti portano talmente lontano che ad un certo punto ti senti perso nei tuoi stessi pensieri? A me spesso...comincio a vagare sempre più lontano e alla fine mi perdo...
Strano il mondo. Complessità contro semplicità. Due facce della medesima medaglia. Sorprende vedere che si può sorridere per davvero molto poco, come si può essere tristi per altrettanto poco. Il poco che determina tanto. Il poco che fa pendere la bilancia dell'uomore...
I giorni passano alla velocità della luce. Mi rendo conto di quanto mi sfugga il controllo di certe cose. quanto poco riesca a sentire le persone che amo, quanto poco a stare con loro. E' il tempo della velocità, chi si ferma è perduto. Tecnologia tiranna....io ho un brutto rapporto con i telefoni soprattutto....forse mi ritirerò in un eremo sperduto per trovare il nirvana, forse mi butterò nella folla per stordirmi o forse scenderò due volte nello stesso fiume....ti chiedo scusa comunque se passo e non mi fermo....

giovedì 17 aprile 2008

Paghiamo uno stonfo di tasse...perchè???

Nella barbosa ora di biochimica, ci siamo dilettati, io e i miei compari a fare qualche conticino...considerato quanto in media paghiamo di tasse, quante sono le ore effettive di lezione e gli studenti abbiamo scoperto che praticamente ogni ora di lezione ha un costo di circa 5 euro per studente...non so se ci rendiamo conto!!!??? Moltiplichiamo 5 per 2 ore e poi per circa 250 studenti (anche se siamo di più!)...vi rendete conto???? Viene fuori un numero esorbitante...2500 euro ogni due ore di lezione!!!!!!!!! Ma dai....e i servizi sono scarsissimi!!! Dobbiamo fare qualcosa!!!

martedì 15 aprile 2008

Lutto nazionale


Se ri muovi alla velocità della luce è impossibile non scontrarti con qualcosa...

-"Dottore, buongiorno."
-"Buongiorno, mi dica"
-"Ho uno strano ma"
-"Di che si tratta?"
-"Ho paura dei sentimenti"
-"mmm..."
-"E' grave?"
-"E' grave"
-"Ma c'è medicina?"
"Il protocollo medico prevede al massimo una somministrazione di antibiotici ad ampio spettro"
-"Ma posso guarire?"
-"Non posso fare pronostici. Nussun precedente clinico"
-"Ma quanto mi resta?"
-"I risultati della biopsia del nervo spianale attestano...non molto."
-"Non molto quanto"
-"Lo scoprirai nel corso di biochimica due"


Per chi non frequenta il cubo questo dialogo apparrà privo di logica (un po' lo è a dire il vero)
Ma che volete oggi sono proprio in lutto...non che sperassi troppo o grandi cose ma mi spaventa questa totale assenza di memoria storica.

lunedì 14 aprile 2008

A piccole dosi

Come sempre il troppo stroppia...evviva i luoghi comuni.
Ho votato per la prima volta nella mia vita. Era tornato perfino il sole, perfetto o quasi il tempo interiore. E poi fran. Il quadro è caduto. Non che ci sia un motivo preciso è caduto e basta. Sono una contraddizione vivente. Ipersensibile e iper razionale. Com'è possibile? Devo seguire il cuore o il mio eterno scomporre. Quante cose vorrei dire e scrivere.
Tra le varie ho fatto uno stupido incidente. non mi sono fatta nulla ma ho stordito ben bene un capriolo e ho sfasciato la carrozzeria. Il caso. Proprio in quell'istante quello stupido si doveva buttare sotto la mia macchina?
Pippi...i wish you were here....
Sto leggendo a piccole dosi perchè l'indigestione non mi stordisca, per digerire lentamente e assaporare ogni concetto, con lo stupore di sempre.

sabato 12 aprile 2008

Felicità


Momento epico. Non succede spesso. Era molto a dire il vero che non succedeva. Ma ora ci sono dentro. Ho sempre un motivetto nella testa. non c'è giorno che non succeda. delle volte sono canzoni stupide, sigle di cartoni, canzoncine per bambini con strane affermazioni (vero Pippi?!) delle altre pezzi notevoli, altri virtuosi..oggi è strano ho in mente violini e orchestra. Un concerto per flauto solo...momento epico senza dubbio. I am mine. Certezza imperativo riflessione. Cos'è che muove l'uomo? E dove soprattutto questo qualcosa lo muove? Felicità? Da sempre l'essere umano ha cercato qualcosa di molto simile alla felicità, che esista o meno non è dato a nessuno di saperlo, magari di provarlo e viverlo ma mai di saperlo. E' un possesso che non c'è dato di avere, una certezza che non può e non deve esistere perchè annullerebbe immediatamente l'essenza stessa della felicità. effimera, piena, da darti alla testa. Felicità che esista per un attimo solo e fugace o per tutta la vita è il nostro apparente o reale scopo, il nostro rift costante. E cosa e dove trovarla ognuno deve deciderlo da se. E' libertà la felicità, libero di scegliere come e cosa sia, di cercarla e non trovarla mai e chiudere gli occhi e trovarla semplice in un angolo del cuore. In un sorriso, in un abbraccio, in un panino, in un gelato, in una pioggia liberatoria, in un prato fiorito, in una parola, in un incontro. Cosa e chi non si può dire, l'importante è non arrendersi a pretendere per se stessi la felicità. Che esista o meno che importa. La ricerca nobilita comunque il cuore. Ho voglia di cercare il mio baricentro e di porre finalmente me al centro del mio mondo. Ovvio no? e chi ci deve stare. Eppure è un equilibrio così precario ed instabile che mica è facile trovarlo..da una parte l'egoismo, dall'altra l'insicurezza come aghi implacabili di una bilancia assai sensibile.

Vorrei scrivere un libro. Ma so che non ho la pazienza per aspettare i tempi necessari alla sua stesura. Non ho pazienza, non ho una storia. Ma so che è possibile e ringrazio chi c'è riuscito. Chi ha capito da sè che la semplicità non è sinonimo di infelicità o superficialità ma è una via possibile per correre all'essenziale.
Grazie.

Stai tranquilla non è niente è solo vita che entra dentro il fuoco che ti brucia il sangue quella è l'anima
può anche non piacerti il mondo o forse a lui non piaci te comunque questa è un'altra storia
buona vita

giovedì 10 aprile 2008

L'importanza del contesto

Visto che oggi abbiamo parlato di matrice cellulare sono andata a fare due passi nel web per vedere se da qualche parte trovavo qualcosa di interessante a riguardo (visto che non ho ancora comprato il libro...e forse non lo comprerò!)....ho trovato quest'articolo che secondo me è utile e c'entra perfino con un aspetto dell'argomento sul contesto..insomma voi leggete se volete e vi va io ve la butto lì...

http://www.farmindustria.it/Farmindustria/documenti/008/scienza1.doc

mercoledì 9 aprile 2008

Per me che mi dimentico di dire grazie

Per me che dimentico di ringraziare sempre chi dovrei....grazie a tutti voi, amici, non compagni e basta ma AMICI, nel senso più bello e profondo del termine...senza di voi non avrei continuato...ora lo so.

martedì 8 aprile 2008

Compito 6 (ma è tutt'altro che compito)

8 Aprile. La svolta.

Semi di stupore sono già stati gettati nel corso dgli ultimi giorni. Il distacco per un po' da questo paese mi ha donato occhi nuovi e resa capace di gioire di nuovo dei dolci dettaghli di cui è costellata l'esistenza. Ho difficoltà a parlarne. Ma voglio farlo. Lo voglio fare perchè so che chi legge il mio blog, infondo, è chi mi sta vicino e mi conosce, chi può condividere con me questa parte dolorosa ma essenziale della mia vita. Non è un prologo inutile. E' necessario per comprendere la gioia che è esplosa in me, oggi, davanti al possibile.

Un mese fa circa, il 4 aprile per l'esattezza, mi dissero che potevo avere un male, brutto, uno di quelli per cui muori, forse ti salvi, di solito muori. Mi dissero di operarmi in fretta. In quella settimana e mezzo d'attesa mi resi conto del mio folle attaccamento alla vita, della disperazione di un'eventuale perdita a cui presto subentrò la consapevolezza di voler vivere tutto con più aderenza, con passione, di dire quanto bene volevo alle persone che ho intorno. L'uomo è così. Si accorge che qualcosa gli preme proprio mentre rischia di perderlo. Questo mi ha cambiato. Mi ha fatto capire che la malattia è soffernza, disperazione ma anche speranza e un'opportunità. La malattia mi ha aperto gli occhi, mi ha scosso dall'apatia inerte del mio sopravvivere. Nei tempi di carestia non si butta via nulla, nemmeno il dolore, anche la minestra riscaldata diventa buona. Nel poco ci si accorge di quanto non sia un nulla. Avevo il pane ma non la fame, avendo fame ho imparato ad apprezzare il pane.
Ecco che sono entrata in ospedale. Serena. Ma ciò che ho trovato ha scosso profondamente le mie convinzioni riguardo al mio futuro, alla scelta di medicina. Ero un numero, 33. Un caso clinico. Già uno entra in ospedale con la paura. con la sofferenza del corpo e non solo. Arriva in ospedale e il letto è duro, e non chiude occhio. Il cibo è terribile e gli passa la fame. Difficilmente ti mettono a tuo agio. Dottori in camice passaggiano tra parole altisonanti e spiegazioni incomprensibili che ti riguardano ma che non comprendi mai fino in fondo. I dottori parlano un codice tutto loro, sembra fatto per non far capire te-numero 33. Certo il loro intento è quello di salvarti (!?) ma nemmeno si fermano a guardarti negli occhi, a chiederti come stai, come ti chiami, a presentarsi.
E' lì che ho maturato il mio pensiero che un ambiente così non sia adatto ad un malato. Metti uno che sta male già di suo, gli togli il sonno, l'appettito, il verde, il sole, i sorrisi...e quello come fa a non buttarsi ancora più giù?! All'impotenza e alla sfiducia provata dall'altra parte della trincea è subentrato un sogno, una certezza: un ospedale diverso, fatto di calore umano, di accoglienza.
Oggi ho ritrovato parte del mio sogno. Ho ritrovato la voglia di lottare, la speranza.
Una bolla di sapone che vola verso il cielo che minaccia la pioggia. Così voglio essere. Gioiosa, leggera, viva. Incurante del cupo che sovrasta, delle difficoltà che ti tagliano le ali che ti rendono pesante.
Ho voglia di volare. Di impegnarmi, di sognare. Ho voglia di sentirmi come un bambino, di perdermi negli occhi di chi è davvero innamorato della vita nonostante il dolore e la sofferenza. Come si può fare medicina se non si ama l'altro, se non si ama l'uomo e la vita?
Ho scritto di getto, non pensando che in fondo è un compitino. Mi dispiace professore perchè non sono 200 parole, ma avrei perso di spontaneità se non avessi buttato tutto giù così. Di Don Milani ho scritto nel post precedente perchè sento una vicinanza di pensiero forte a quest'uomo del presente...
un orizzonte nuovo attende il mio volo

Se la si guarda dritta negli occhi la vita ci rende sempre un miracolo

domenica 6 aprile 2008

I care

In cammino sono gli uomini della domanda.
Alla soglia del mistero arrivano gli uomini dell'interrogazione.

Quando il prof d'informatica è entrato in aula ho pensato :"questo è un pazzo" e siccome sono convinta che chi è pazzo ha in sè del geniale confermo l'affermazione. C'è una canzone famosa dei the ark che dice: "bisogna essere pazzi per rimanere sani". Credo sia vero, sana follia aiuta l'uomo a non perdersi. Follia, pazia e creatività si danno la mano da sempre. Ciò che più mi ha colpito è stato il modo in cui ci parlava. Non da"professore" in senso stretto, della serie "sono io che sto in cattedra e ho il coltello dalla parte del manico" ma con lo sguardo appassionato di chi si aspetta di essere travolto da un'ondata di giovinezza, dall'entusiasmo che ci caratterizza, dalla speranza creativa di un sogno di collaborazione. La citazione di Don Milani mi è tornata in mente leggendo il titolo del seminario: I care. Mi interessa. Don Milani la usava come provocazione al motto fascista del "me ne frego" ma non credo che sia semplicemente un motto, era una sfida. Una sfida lanciata da un paesino minuscolo sperso nel mugello: Barbiana.
Non so se qualcuno di voi c'è mai stato. E' proprio sopra casa mia, immersa in un bosco, in cima ad un monte. Non vi aspettate granchè. C'è la chiesa, il cimitero e poco più, una piccola piscina ed un albero da datteri fantastico. Tempo fa lessi "lettera ad una professoressa". Ero arrabbiata con i miei professori perchè mi sentivo poco stimolata, mi sembrava che ci volessero tutti uguali, diligenti al programma e ai libri di testo. Mio padre mi disse di leggere questo libro. Non avevo molta fiducia nella scelta. Pensavo: " un prete cosa mai potrà dirmi di così interessante"...
La sfida e la speranza sono la chiave dell'esistenza. Mi interesso al mondo, sono parte del mondo. Non solo mi interesso a ciò che mi circonda ma anche mi appassiono a ciò che ho vicino. E' facile dare la colpa di un cattivo insegnamento al professore. Abbiamo una responsabilità grossa tra le mani, la responsabilità di interessarci e appassionarci. Non importa se chi deve trasmetterci passione non lo fa. La possiamo trovare noi, la dobbiamo cercare. Siamo una generazione abituata a pretendere in tempi molto rapidi i frutti, diciamolo, abituati a durare poca fatica. Ecco la sfida, cercare di durare fatica per formare il nostro modo di essere domani, per formare cittadini e uomini responsabili e coscienti. Il futuro è davvero in mano nostra e dobbiamo lottare per volerlo migliore, lotta che passa dalla conoscenza dell'altro e dall'appassionarsi ed interessarsi al mondo di cui siamo parte. Giorgio La Pira ripeteva sempre "spes comtra spem", sperare contro ogni speranza, Don Milani viveva tutto questo benchè esiliato tra i monti.

Compito 3

Russia-Roma, Roma-Firenze. Dalle 18.34 ora moscovita alle 22.30 ora italiana sull’aereo. Scalo, fuso orario, orario fisiologico, stanchezza, inappetenza, malumore. Apro il mio blog trascurato da una settimana: compito 7. Aiuto! Panico. C’entra il jet-leg? Pubmed mi viene in aiuto.
Cerco “jet-leg” per capire se ne sono vittima. Solo 8 risultati. Ricerca circoscritta, fortuna? Leggo gli articoli e, a parte uno in tedesco che salto senza troppi scrupoli, gli altri sono molto ben fatti. Tre collegano il jet-leg all’ipossia e al rischio della formazione di emboli polmonari in soggetti a rischio trombosi. Il più interessante è questo poiché spiega brevemente il fenomeno e suggerisce accorgimenti per evitare spiacevoli inconvenienti. Mi sorprende vedere che è consigliata come terapia la “phototherapy” e l’assunzione di melatonina. Voglio anch’io la melatonina! Dove la trovo? Cos’è? Chiedo a pubmed questa volta per evitare lingue che non conosco metto tra i limiti: english, humans (dato che è questo che mi interessa). 5009 risultati. Troppi! Dopo vari tentativi aggiungo “composition”. 16 risultati: fantastico!!! Capisco che serve per aiutare il sonno. Questa ricerca, condotta su 8 individui, è interessante per vedere gli effetti della somministrazione di melatonina. Ok, ora lo so: sono vittima del jet-leg!

Home sweet home


Sono tornata....un po' mi dispiace, non perchè a casa si stia male o perchè l'italia non sia un paese bellissimo, ma perchè si sa che come tutte le cose quando ci si prende gusto...

La Russia è fantastica, certo non come me l'aspettavo. Credevo di trovarci pinguini, matriosche in ogni dove, colbacchi, in realtà la situazione è molto diversa. Mosca sta diventando una città altamente globalizzata, abbiamo trovato moltissime marche che ci sono ancxhe da noi, tanti negozi di vestiti italiani, catene di ristoranti che vediamo anche qua...la situazione è variegata e il paese alquanto eclettico. C'è un po' di arabo, di cinese, di occidentale, di nordico. Il tutto è colorato da un clima freddo ma asciutto, da un popolo distinto e posato. La piazza rossa è davvero unica...San Pietroburgo invece è molto più povera. Si vede meglio la reale condizione sociale. Anche mosca è una realtà variegata, ci sono molti ricchi ma anche molti poveri ma riesce a nasconderlo meglio. A San pietroburgo si vede davvero la miseria, la povertà, l'alcolismo. Certo da turista magari certe cose non le noti, ma se parli con la gente, se visiti e vivi la città capisci di quanto sia critica la situazione. Anche dal punto di vista religioso le tensioni tra cattolici e ortodossi sono forti.

Immargersi in un mondo così diverso, scoprire orizzonti nuovi e ostacoli da tramutare in prospettive e dialogo credo che mi abbia aperto gli occhi sulla realtà, sulla necessità dell'impegno e dell'informazione.

Lo so che vi state chiedendo la cosa più importante...e fago? beh, al clime russo fago non sta bene, è perennemente raffreddato e ha deciso di tornare con me tra le persone informate....

a parte gli scherzi, mi siete mancati tutti e molto, avrei voluto portarvi con me farvi vedere qual è la situazione, la condizione degli ospedali, il livello scarso di assistenza sanitaria, farvi curiosare sotte le pieghe della magneficenza russa, sotto la pomposa e salda facciata...

il cibo era stranissimo, zuppine a tutte le ore e the, ma sono sopravvissuta a qualsiasi intruglio sottopostomi e non è poco...

Ora sta la parte più difficile...ricominciare da qui. Ripartire con voglia a studiare (e sono indietrissimo!!! Non ho potuto scrivere da Mosca nè da San pietroburgo e aperto il blog letto compito 6 mi è presa male)...ripartire carica e felice...

A domani amici miei...

questo è solo un assaggio mattutino....piano piano vi racconto tutto

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco