martedì 28 aprile 2009

28 aprile

Torno dall’Abruzzo con una carica da paura. Mi sento piena, diversa. Mi sento una Briciola che ha preso l’acqua e si è gonfiata, è diventata quasi visibile. E attendo con ansia il turno pensando di essere “pronta”, di essere finalmente, per una volta, più sicura. Preparo i vestiti con cui ho preso confidenza e mi incammino in un autobus gremito di persone. Ho un mal di testa allucinante da giorni e questo mi deconcentra un po’. Penso a quello che mi aspetta, a come sia bello fare un turno di pomeriggio e di come sia diverso. Formaggino è già ad aspettarmi. Parliamo un po’ e mi vesto.
Il turno è stato strano. E’ stato il turno in cui ho detto meno parole della storia. Un turno quasi da film in bianco e nero e di quelli muti per giunta. Mi sento strana. Ovattata. Dalla situazione caotica dei miei giorni abruzzesi mi trovo in una calma placida e surreale. E mi sento spiazzata. Mi sento incapace di trovare Briciola in quel contesto che mi pare del tutto nuovo. Forse è che ho intravisto Briciola per la prima volta proprio in Abruzzo e adesso magari fa un po’ la timida e la preziosa e tarda ad uscire fuori. E’ un turno di ascolto. In pediatria facciamo qualche visita ai pochi bambini presenti. Lapo che è malato di troppi sorrisi, Astolfo (come l’abbiamo ribattezzato) che cerca di spaccare l’atomo in 7 e il calciatore 19 enne con la gamba infortunata in attesa di giornalisti e veline. Ridiamo di Lorenzo, bambino voluminoso e di Matteo che deve farsi le prove allergiche ma che alla fine non può fare e quasi ci resta male (tanto con Formaggino avevamo decantato le peripezie del dottore tra incisioni, sangue e torture macabre!!!!). Poi c’è la dialisi. E lì mi sento sempre a casa. Mi sciolgo. Conosco un signore che mi dà preziosi consigli sulla poliza assicurativa, rincontro Viola, il signore dagli occhi pieni e una signora triste e rassegnata. C’è anche Pietro. Ma dorme e non lo disturbiamo. Mi fa molto effetto vederlo così. Gli passo vicino e gli sfioro la mano. Sento un rispetto quasi sacrale nei confronti di quella nobile vita.
Il turno finisce. Sottotono come era cominciato. E penso che quest’oggi sia stato importante. Importante perché ho capito che talvolta la tranquillità, la normalità, al quotidianità è più difficile e subdola dell’emergenza, dello straordinario. E questo mi serve per tenere a mente che non c’è mai un punto definitivo, non c’è mai un sentirsi pronti e adeguati che vada bene, ma c’è bisogno di umiltà, di attenzione. C’è bisogni di fare un passo indietro se questo serve a farne due in avanti. C’è bisogno di ritrovare equilibrio in ciò che ci sta vicino, grazie a ciò che ci sta vicino. E di questo mi viene da fare paralleli con la vita. Con i rapporti tra le persone. Spesso ci dimentichiamo di quanto sia vitale e difficile vivere la quotidianità, vivere gli affetti di chi ci circonda costantemente. E in questa nostra ordinarietà sta lo straordinario. Sta il significato profondo di quello che siamo e che dobbiamo alimentare.
Un abbraccio forte da un Briciolina
Oggi è stata una giornata in cui il mio stato fisico mi ha costretto a rallentare la mai voglia mentale di fare...ho uno strano mal di testa da giorni, probabilmente dovuto a sciopero dei miei neuroni sottoposti ad eccessivo sforzo negli ultime 48 ore...
ebbene sì, al di là delle parentesi che nonostante si cerchi di chiudere non si sa come si riaprono quando meno te l'aspetti, ho pensato a un sacco di cose...
A come stia tutto scorrendo velocemente, tra scelte più o meno impulsive e capacità più o meno lungimiranti di prevedere situazioni...
il paradosso è che certe situazioni me l'ero immaginate per giorni, le ho quasi rese reali da quanto le desideravo. ma non si è mai mosso nulla quando era necessario, quando ancora era possibile. Si è mosso quando il quadro se ne stava ben saldo attaccato alla parete, nemmeno tanto storto...e fran...la scossa...è chiaro che succede quando si presume di star trovando un appiglio saldo e pallide certezza..una folata improvvisa di vento per testare la serenità, la costanza, la coerenza. Ma si affronta anche ciò che sognato non è accaduto ma che accade quando non lo si vorrebbe neppure immaginare...
S'impara da tutto, anche da questo. Spero di non dimenticare mai questa necessità di restare saldi sui piedi come il buon vecchio Seneca insegnava...saggi nel guardare la tempesta dalla riva, pronti a fuggire se le onde si avvicinano troppo e a mettersi in saldo....niente barca o ormeggi ormai.

domenica 19 aprile 2009

Abruzzo

Che dire, sono tornata. E' strano, strano tornare a casa, avere una casa dopo che per una settimana vivi con persone che l'hanno persa, strano farsi la doccia, avere un bagno comodo, poter decidere cosa mi va di mangiare. Sono ancora tutta ovattata, stordita, carica. Mi sembra impossibile dover ricominciare a studiare, ricominciare ad andare all'università, a fare tutto normalmente senza vedere quelle persone, senza poter fare qualcosa per loro, qualsiasi. Mi ha dato molto più di quanto io abbia dato tutta questa esperienza. Mi ha regalato persone vere, sorrisi guadagnati, abbracci autentici. Mi ha dato di nuovo la dimensione di ciò che davvero conta, dell'importanza della vita sopra ogni cosa e della necessità dell'amore come cura unica ad ogni male. Mi ha regalato stralci di vite, una signora di ottant'anni che ancora tiene la mano del marito quando scende la notte, le carezze di un bambino che non parlava, un vecchio che acchiappa le bolle di sapone, una signora che mi dice che assomiglio alla figlia che non c'è più....mi ha regalato la fatica, la fame che sa di guadagnato, le gambe stanche per i passi fatti, la bellezza di bere un bicchier d'aqua o di avere un caffè caldo in ogni momento...mi ha dato la possibilità di conoscere persone eccezionali, persone che veramente si danno da fare, che sanno discernere tra ciò che conta e ciò che è superfluo, persone dal cuore enorme. Ho avuto la possibilità di imparare moltissimo dagli altri ragazzi che erano con me, di buttarmi nelle situazioni come di solito non faccio. Ho imparato a tacere quando era il momento ma a dire sempre tutto quello che pensavo senza reticenze. Ho sperimentato l'importanza di farsi umili, l'importanza di accogliere chi ci circonda.

Ho scritto solo qualche impressione, l'emozione che adesso sento....spero e ci tengo a raccontarvi molto di più.

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco