martedì 24 giugno 2008

Felicità


Il caldo di giugno è arrivato a scaldare il cuore.

Tra lo studio e la ricerca, chi parte e chi non parte più, chi piange e chi sorride, chi cambia e chi non vuole cambiare, chi ama e chi non si lascia amare...
Amici, voi tutti che state là fuori nel mondo, che vi districate tra le sofferenze e il dolore, tra le sconfitte e i successi, l'impotenza e il senso dell'inutilità, voi che tra linee parallele avete incontrato la mia, tra vite, milioni di vite che potevo incontrare proprio voi, cercate di essere felici...
felici, pieni, o se tristi per lo meno alla ricerca della felicità...
cioè, io dico. O siamo tutti autolesionisti, destinati al fallimento e a vedere tutto schifo o se c'è qualcosa che ha parvenza di uomo in noi, qualcosa di umano ci verrà da cercare il nostro bene, quello che ci rende liberi e vivi nelle giornate tutte uguali, qualcosa che ce le renda uniche, che ci faccia alzare dal letto ogni giorno e tronare a letto la sera. che ci faccia sorridere...qualcosa, qualsiasi cosa.
Io credo che ci sia sempre qualcosa che tutti bene o male ricerchiamo, anche se diciamo di no, se diciamo che siamo condannati all'infelicità io non credo che nessuno ci creda mai fino in fondo, o almeno non dovrebbe crederci, non dovrebbe.
E se si cerca di essere felici si sceglie per noi e il nostro bene, non per essere egoisti o che ma per camminare verso una direzione e non perdersi a casaccio tra le pieghe di rabbia rancore, invidia...
la verità rende liberi.

Ogni uomo è un abisso, vengono le vertigini a guardarci dentro.

Vorrei fare di più. Ma so che più di così sarà difficile.

mercoledì 18 giugno 2008

Primo gradino, secondo gradino


Mi ero promessa di aspettare un po' di più...
ma non so com'è che mi succede, se non scrivo mi sembra di implodere....
oggi è uscito il sole. In questo giugno pieno di nubi, freddo, foglie che ricordano l'autunno, finalemente il sole. Si è fatto vedere appena ma caldo si è reso presente a illuminare verso mezzogiorno. Prezioso se n'è sparito presto. Ma che importa la sua apparizione l'ha fatta....
Bella giornata piena. Densa di pensieri positivi e di persone eccezionali che hanno condiviso qualche minuto dalla loro vita con me.
E'buffo pensare come si abbia molto in comune con persone tanto diverse. Quell'anima che dovrebbe rendere tutti gli uomini in fondo in fondo simili talvolta appare più evidente, quasi sulla pelle, scivola tra le dita e la tocchi negli occhi e nei gesti di chi hai vicino. non sempre è così facile percepirla ma se ci riesci puoi attingere all'essenza dell'uomo, fatta di dubbi, tormenti e di risorse infinitamente grandi da riuscire sempre a stupirti. non c'è mai un punto. Nemmeno quando pensi che forse qualcosa se n'è andato ecco che ritorna più vero e pieno che mai.
Bello, mi piace. come questo sole che si fa desiderare. Ora c'è e si sente, ora sparisce e si sente che manca. atteso e ancora più amato al momento in cui scalda.
Grazie dei consigli. Grazie a chi accetta la sfida di togliere i filtri e di essere sè condividendosi e dando tanto a chi cerca. Io che cerco non trovo mai. Ma incontro sempre persone che cercano e questo mi aiuta a non smettere di farlo. Tra metafore di strade e sentieri non conosco la portata dei miei passi futuri. Forse domani da gigante forse impercettibili, ma passi, passi pieni consapevole di consumare le suole e di averle già molto consumate, pronta ad affrontare i prossimi incroci con la certezza che non mi fermerò perchè non so scegliere ma sceglierò perchè so fermarmi.
Non è facile fermarsi ma se lo si fa al momento giusto salva da scelte affrettate, da non sclete condizionate dall'inedia, dalla paura.
Vi voglio bene

"Tutta quella città...non se ne vedeva la fine...
La fine, per cortesia, la fine, si potrebbe vedere la fine?
E il rumore
Su quella maledettissima scaletta...era molto bello, tutto...[...]
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino
Primo gradino, secondo
Non è quel che vidi che mi fermò
E' quel che non vidi
è quel che non vidi
Lo cercai ma non c'era,
in tutta quella sterminata città non c'era la fine
C'era tutto
Ma non c'era una fine.
Quel che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88.
Su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo lo si può vivere.
Ma se davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni di miliardi
Milioni di miliardi di tasti che non finiscono mai
e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita
Se quella tastiera è infinita allora
Su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare
Ti sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte che suona Dio.

Tutto quel mondo
Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce
E quanto ce n'è
Non avete mai paura voi, di finire in mille pezzi
solo a pensarla quell'enormità
solo a pensarla?
A viverla...
[..]
Tutto quel mondo negli occhi,
terribile ma bello
Troppo bello
Quel mondo negli occhi,
tutte le notti, di nuovo."

Un me Novecento, che si avventura tra musica che mi sta facendo rinascere e leggerezza di bianco e di nero che mi ridà vita, lo scrivere, bianco su nero, il pianoforte, bianco su nero...
Non avevo ancora citato troppo Baricco...un tributo glielo dovevo, scusate se come al solito scrivo troppo
Ah e poi ve lo dico...quasi quasi mollo tutto e vado alla Holden da baricco a fare lo scrittore squattrinato che vive di poesia e di parole....
o al massimo finisco su qualche marciapiede a suonare il mio violino...

mercoledì 11 giugno 2008

dalla pace del mare lontano

Dalla pace del mare lontano
Fino alle verdi e trasparenti onde
Dove il silenzio non ha più richiamo
E tutto si confonde

Dalle lagune grigie e nere
Dal faticare senza riposo
Dalla sete alla fame allo spavento
Al più segreto tormento

Avemmo padri avemmo madri
Fratelli amici e conoscenti
Ed imparammo a dare un nome nuovo
Ai nostri sentimenti

E così un giorno a camminare
Su questa terra sotto a un sole avaro
Per un amore che sembrava dolce e
E si é scoperto amaro
Ma è solo un’eco nel vento
Nel vento che mi risponde
Venga la pace dal mare lontano
Venga il silenzio dalle onde

E in mezzo al mare c’è un punto lontano
Così lontano dalle case e dal porto
Dove la voce delle cose più care
E’ soltanto un ricordo
Ma da quel punto in poi
Non si distingue più
La linea d’ombra confonde
Ricordi e persone nel vento

Avemmo padri avemmo madri
Fratelli amici e conoscenti
Ed imparammo a dara un nome nuovo
Ai nostri sentimenti
E così un giorno a camminare
Sopra la terra sotto al sole avaro
Per un amore che sembrava dolce
E si é scoperto amaro

Ma è solo un’eco nel vento
Nel vento che mi risponde
Venga la pace dal mare lontano
Venga il silenzio dalle onde


Ebbene sì, un amore che dolce si è rivelato amaro.
Illusa.
Voglio un amore migliore. Un amore che non sia egoista, pagliativo, opportunista o che.
Un amore che abbia rispetto. Venga la pace dal mare lontano, la pace che al mio cuore sa portare tregua in una guerra che non voglio combattere contro nemici che un tempo amavo. Come ci è successo tutto questo? come hai potuto tradire la mia fiducia, il nostro amore e il nostro futuro?
Venga il silenzio dalle onde.
Nella delusione esco forte.
Ecco la pace dal mare lontano, dietro a un orizzonte.

lunedì 9 giugno 2008

AAA parole cercasi

AAA cercasi parole
urge un post come si deve.
Niente togliendo a quello di ieri sera Pippi (non te la prendere!). Ma insomma è da mercoledì scorso che ho voglia di scrivere e tra una cosa e l'altra non l'ho ancora fatto.
La situazione si è "svoltata" come direbbe Matte. Non che sia successo qualcosa di specifico. Molte persone hanno sicurametne contribuito a aprirmi gli occhi a darmi la forza di prendere in mano me stessa e ripartire. Finalmente. Riparto. Guardo avanti a me, dritta. Non ho paura della meta, nè dei passi precedenti. Voglio solo abbandonarmi a questa sensazione di rinascita. una nuova me risorge dalle proprie ceneri. Nuova e vecchia allo stesso tempo. Commistione di dolore e di speranza mescolate ad immagini passate, la contingenza si è sublimata in qualcosa di concreto..ed ecco tocco quello che è il presente e non ne ho paura. e' sparita la sensazione di impotenza, di nullità, di malinconia. E' sparita grazie a chi mi ha donato un po' dei suoi problemi, dei suoi dubbi, grazie a chi mi ha stretto forte forte, a chi è venuto a trovarmi in motorino con il diluvio universale, a chi ha trovato il coraggio di chiedermi perchè, a chi mi ha reso parte del suo mondo con naturalezza, a chi mi ha invitato a vedere cosa vuol dire amare ed essere amati. Grazie a voi amici, fantastiche persone che pazientemente sopportate questo piccolo rospetto pazzo. Generosi, attenti. Grazie.
Non so domani se sarà triste, felice, imprevisto, pieno. Forse tutto questo e anche di più. Ho voglia di stupirmi ancora e ancora. E non mi arrendo a credere che ci sia ancora motlo per cui lottare, molto da cambiare.
Vi voglio bene

A una falena

A casa di Pippi con l'Ire...c'è chi dice che le falene vanno verso la luce anche sapendo di dover morire. La nostra amica falena invece ha preferito andare verso la nostra teiera lasciata incustodita sul fornello acceso. Fatalità, per colpa di varie circostanze che non sto qui a raccontare perchè questo è il momento della cara amica falena e non voglio rubarle la scena, ella si ritrovò a planare propio accanto al fuoco, probabilmente perchè voleva scaldare il suo piccolo animo di falena, mentre la teiera straboccava acqua bollente.......Ebbene si, amici e non amici, la nostra cara amica falena è andata incontro a morte certa, causa lessamento. Devo dire che è stato uno shok abbastanza forte perchè in qualche modo ci siamo sentite responsabili e non possiamo fare a meno di commuoverci pensando a come deve essere stato brutto morire lessata. Ormai il suo corpo senza vita giace accanto ai fornelli, un pò più a destra della macchia di caffè. Bhè è inutile piangere sulla falena lessata, ma spero che ciò ci serva per imparare a non lasciare troppo le teiere sul fuoco.
Addio.

martedì 3 giugno 2008

Prendere il sole


due righe...

vorrei scrivere un libro. Ma mi limiterò a due righe. Sono giorni strani. Sono giorni di totale perdita di fiducia nell'uomo. Giorni in cui però mi rendo conto di quanto sarebbe bello riuscire a dare amore e sorrisi alle persone che incontriamo. Tutti ne abbiamo bisogno, sani, malati, normali, pazzi, soli non soli.

Solitudine, smarrimento, il ghiaccio dell'esistenza tra la pallida certezza di un vivere privo dell'altro. L'uomo senza l'uomo non è nulla. L'uomo ha bisogno di attuare ciò che in lui è solo potenza e per farlo ha bisogno degli altri. Nessuno può vivere da solo. per quanto egoista, spregiudicato, nessuno.

E mi rendo conto di quanto io non riesca ad arrendermi a stare sola. Di quanto invoco con il pensiero amici, persone che vorrei vicino ma che sono lontane, spaventate forse dal vedermi così, o troppo prese dalla vita per accorgersene. Sono strana, me ne rendo conto. non chiedo aiuto ma lo vorrei. Non voglio parlare di me ma vorrei che gli altri riuscissero a farmelo fare. Che contraddizione vivente. Piccola, sorridente con una testa malata e troppo dedita a voli pindarici.

Semplicità, umiltà, equilibrio. I prossimi passi devono volgere a questo. Abbandonare i vestiti vecchi e farsi coraggio seppur sentendosi nudi.

Il riccio deve perdere gli aculei...

Nel tentativo di prendere il sole continuo a bruciarmi...

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco