giovedì 26 febbraio 2009

Sotto la nebbia

Mantova. Un treno, anzi sei. 424 Km, otto ore. Nebbia.
Sono giorni così densi che mi gira quasi la testa. L'intensità mi sta inebriando, mi lascia stordita. Penso e i pensieri si fondono a musica e incontri. Sono come gocce che cadono sul vetro e non fanno rumore perchè è già bagnato. ma scruto il sole tra i banchi di nebbia e cerco al mia motivazione, la causa, la spinta.
Si può fuggire lontano, si può scappare da tutto, ma non si fugge da se stessi. questa lieta compagnia non ci sarà negata. Bisogna allearsi con se stessi, allora forse sorgerà la pace.
Nome quasi veggente pesante da portare. Ma questo devo essere, questo, pace.


Alla fine dell'italia
Un bacio fa rumore
E sotto le ciglia piove già
Sei rimasto senza piu' parole
A guardare in faccia la realtà
Non ci insegneranno mai l'amore
I potenti e la carità
Le croci rosse sulle rovine

Ora che fai
Raccogli bombe qua e di la
Magari esplodi tra gli ulivi
Salti in aria con la veritàNon vedi mai l'orizzonte che immagino io
E te ne vai dalle mani che dicono addio

Davanti a me si perde il mare
Io sto con te senza lacrime
Tu come fai a darti pace
In questa immensita' in questa solitudine

Ora che fai
Metti ponti di qua e di là
Nascondi i segni conti i giorni
Che cominciano senza di noi

Ci pensi mai
Ai ricordi che scappano via
Mi mancherai
E cosi' mi farai compagnia

Davanti a me si perde il mare
Io sto con te senza lacrime
Tu come fai a darti pace
Se non finisce mai per un giorno intero
Per tutta la vita.

mercoledì 25 febbraio 2009

un cigno strabico

Trovare le parole...
com'è difficile. Un cigno strabico.
Penso a quella rosa fragile, Virginia, uccellino caduto dal nido, con gli
occhi spenti di vita, gli occhi tristi in quindici anni che dovrebbero
gioire per il solo esserci, Virginia dai capelli bellissimi, dalle dita
lunge, dal cuore ovattato, Virginia che è bella ma non si ama.Virginia che
non ama la sua unicità. Penso a come sia difficile descrivere i suoi occhi,
difficile parlare di quel vuoto, di quel senso di annientamento, di quella
voglia di scomparire, di autoanientarsi. Vorrei trovare le parole giuste,
soffiarle sorrisi dentro le orecchie, farle vedere il sole, riuscire ad
entrare dentro quel muro....non riesco a non smettere di pensarla, a non
smettere di pensare a sua madre e alla sua gemella che lotta contro la morte
da mesi.

Mi chiedo cos'è? Cos'è questo nuovo male? Da dove nasce? Come curarlo? Mi
chiedo cos'è che a un certo punto si rompe.

Carissimi, il turno di ieri è stato molto impegnativo. Formaggino mi è stato
vicino molto e lo ringrazio di cuore. Ha avuto gesti delicati verso tutti, a
partire da me. Mi ha "aggiustato" il naso, mi ha dato forza, ha sorriso e si
è fatto serio quando era il momento.
"Per anni abbiamo fatto con le briciole" Mi dice Formaggino mentre ci
avviamo all'ingresso, anche il poco può sfamare.
Abbiamo cominciato subito con la dialisi. Era presto e stavamo ancora
finendo di fare colazione. Il clima era abbastanza teso. Il primo incontro è
stato con Matteo alle prese con 16 fette biscottate. Matteo mi ha dato la
grinta per affrontare la mattina; di nuovo è stato lui a dare forza a me.
Dina invece mi ha insegnato a fare un vero ragù e mi ha proposto perfino un
lavoro.
Mi sento in famiglia, non faccio altro che pensare questo mentre esco dalle
stanze. Mi sento accolta, attesa, coccolata.
Poi saliamo in pediatria. Conosciamo una bambina dal sorriso contagioso di
otto anni che non sa se il naso di Formaggino è davvero lungo in quel modo e
con lei Virginia con sua mamma. Non so descrivervi i brividi che ho provato,
sentivo nell'aria il dolore della madre che vede la figlia smettere di
nutrirsi. Formaggino ha regalato a Virginia un cigno strabico.
Piccolo anatroccolo strabico.
Ti senti diverso, inadeguato. non riesci a
vederti riflesso bello come sei. Solo difetti, quell'occhio ballerino,
quelle piume poco bianche. ma sei unico e tu questo non lo noti. dentro te
un abisso profondo, una ricchezza che custodisci te solo. Perchè non ti apri
alla vita? Perchè non vedi quanto sei bello, quanti voli nel cielo limpido
potresti ancora fare?

Questo report non ha capo nè coda, vorrei scrivere molto ma le parole
vengono a mancare...


E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
ma dov'è finito il tuo cuore, ma dov'è finito il tuo cuore.

venerdì 13 febbraio 2009

Inverno

Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.

Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un’altra estate.

Anche la luce sembra morire
nell’ombra incerta di un divenire
dove anche l’alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.

Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l’amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.

La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l’inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un’alba antica.

Ma tu che stai, perchè rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.

domenica 8 febbraio 2009

Che rumore fa la felicità.
Come opposti che si attraggono,
come amanti che si abbracciano.
Camminiamo ancora insieme,
sopra il male sopra il bene,
Ma i fiumi si attraversano e le vette si conquistano.
Corri fino a sentir male
con la gola secca sotto il sole.
Che rumore fa la felicità
Mentre i sogni si dissolvono
e gli inverni si accavallano
quanti spilli sulla pelle
dentro il petto sulle spalle,
ma amo il sole dei tuoi occhi neri
più del nero opaco dei miei pensieri
e vivo fino a sentir male
con la gola secca sotto il sole....

Non so che rumore fa la felicità, so che ha la consistenza dei ricordi, passa senza lasciare traccia, te ne accorgi quando è lontana, ma la felicità è umile, non ti urla che c'è o che ne sei pieno, ti passa nel cuore e diventa parte di te per qualche attimo...e poi passa di nuovo...torna e passa, torna...non ha rumore, ti lascia il segno del suo sapore, ti nutre a piccoli sorsi...
vi voglio bene

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco