mercoledì 31 dicembre 2008

napoli

Di tutti i giorni trascorsi, le emozioni vissute, il ricovero, le persone incontrate, le lacrime versate e i sorrisi, il mio costume da Briciola, le poesie scarabocchiate su vecchi scontrini, i propositi ripettati e quelli mai realizzati, la ricerca del vero, la sofferenza della malattia e della guerra negli occhi di chi le sta vivendo, la terra di Palestina e la fredda Russia, il mare cristallino di Napoli e il bosco vicino casa....

la ruvida pietra di Romena e la levigatezza del Canova, la musica che mi ha salvato e mi sta salvando, l'infnito del nero e del bianco, tra pagine riempite e pagine lette, tra note suonate, cercate e create...

tra piccole vite che sbocciavano e altre che si dissolvevano sotto il peso degli anni, le caramelle regalate, i baci ricevuti, i brividi di gioia della semplicità dal mondo, il leggero sentirsi nella sublime contemplazione del vivere, la consapevolezza del dolore, la leggerezza insostenibile dell'amore...

e in tutto questo dall'archivio magnetico di Alez d. pezzi sbiaditi di adolescenza passata, note di violino in lontananza, pagine di Baricco consumate da quanto sono state lette...e qui a fare i conti con dolori e gioie a finger bilanci dell'intangibile, tra cose che non si possono misurare e che tentiamo di soppesare nella bilancia delle convenzioni...non ho aggettivi per quest'anno solo gioia e speranza del domani,di un presunto futuro migliore, non so se immune dal dolore, sicuramente difficile ma che aspetta...e in quetsa prospettiva di orizzonte sogno di diventare limpida come questo mare di cristallo, eterea fusione di un cielo di cobalto....buona vita a tutti


martedì 30 dicembre 2008

Napoli.

Di nuovo in questa terra di ombre e luci in attesa del nuovo anno...quante cose da dire, quante immagini del 2008, liete come dolorose...

e qui tento di non soffocare anche se già manca l'aria e vorrei essere altrove, lontana magari anche da sola, con un po' di pace dentro e fuori per capire meglio quello che dentro sta facendo tanto rumore....

vi voglio bene

domenica 21 dicembre 2008

Oggi c'è un sole dolcissimo.
Fa freddo, un freddo pungente, quasi di neve, eppure c'è un sole estivo, caldo. In questo abbraccio di cielo mi lascio scaldare. Se dentro ho freddo colgo questa luce nuova che mi avvolge e coccola, mi culla al ritmo delle stagioni, del divenire.....voi siete i mei raggi di sole, voi che mi state vicino e illuminte i miei giorni, voi amici, vicini, lontani, voi che con i vostri piccoli gesti d'infinita attenzione nutrite e scaldate il mio freddo...
Ripensandoci mi dico che in fondo la vita è così: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. E' come se le note musicali cercassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in quetso luogo, un sempre nel mai. Si, un sempre nel mai.

venerdì 19 dicembre 2008

Come quando all'improvviso, da cielo sereno comincia la pioggia sottile che in un attimo ti rende bagnato....

Fran. ennesimo quadro caduto.

Succede così, almeno dicono, ma l'idea mi fa rabbrividire. Qualcosa è finito, ma non qualcosa a caso, qualcosa che investe l'energie dell'uomo e il suo essere da sempre, qualcosa che è tutt'altro che qualcosa è La Cosa. Amore. Ogni atomo teso nell'impegno di non perdere aderenza con al realtà, cerco ragioni logiche dell'illogico agire, cause e finalità in ciò che meno telelologico di così non è, cerco un fine, un mezzo, un perchè, il mio perchè.
Non credo davvero che un amore possa finire. Forse è proprio questo il mio problema. Non credo mai che qualcosa sia destinato a non essere più, e mentre cerco l'equilibrio tra ciò che passa e ciò che è non voglio lasciar fuggire ciò che è stato. C'è dell'assurdo nel comportamento delle persone. qualcosa di davvero insipiegabile.
Ami una persona. La ami, vivi con lei, entri in una sfera tutta sua, inizi a vedere il mondo con i suoi occhi, ti insinui tra le sue paure per prenderla per mano e dirgli che ci sei, cammini al buio pur di non lasciarla da sola, immobile a fissare il niente. Trovi casa in un suo abbraccio, senti che il tuo battere nel cuore ha un ritmo armonico con il suo, c'è qualcosa che vi tiene legati saldamente. Sfidate i sogni, disegnate il confine del possibile. E poi, dal nulla i vostri corpi diventano di legno, due sconosciuti che passeggiano tra mille altri sconosciuti. Due anime che non si riconoscono più, circuite da inutili formalismi fatti per chi si incrocia e va. E voi lì, io lì che cerco dov'è finita la persona che amo, chi è lo sconosciuto che ho di fronte, di chi sono le parole di ghiaccio e il cuore di marmo che mi stanno dinnanzi. cerco disperatamente ciò che so che da qualche parte in questo mondo deve essere perchè io l'ho visto e vissuto...lo cerco ma è sepolto.

E mi trovo a pensare che forse davvero non esiste l'amore per me. Non nel senso che secondo me non esiste, ma proprio che non esiste per me. A me.
Cos'è la mia ricerca, una lotta senza il senso del mai e del possibile? Una ricerca fatta sulla base del non esistente? Una visione perfezionista dell'imperfezione?

E mi trovo bagnata senza nemmeno essermi accorta delle nuvole che riempivano il cielo.

martedì 16 dicembre 2008

Turno 15 dicembre

Arrivare impreparati è ormai quasi normale, ma la vita ti sconvolge e ti tira per le orecchie quando te ne stai sotto un ombrello vestita da clown a pensare "non ce la posso fare". Perché ciò che mi insegna la vita oggi è che se la fretta, le difficoltà, la tristezza ti affliggono arriva un momento in cui tutto questo si mescola tra le vite di persone che ti donano frammenti di loro, ricordi pieni di gioie e dolori, vissute con una malattia che le rende vive, che le rende pulsanti, che le rende ansiose, tristi e colleriche, che le rende semplicemente umane. E stamattina sotto un cielo velato di nuvole con una Nuvola per guida ho riscoperto come sorridere apra l'anima, come ascoltare nutra il cuore, come stringere una mano dia il calore necessario per non sentire il freddo. E di visi incontrati, di briciole raccolte, ne porto a casa molte sapendo che mi stanno sfamando aiutando il mio cuore a non perdere la gioia di lottare per essere vitali, per impegnarmi a cambiare...

martedì 9 dicembre 2008

Come sempre...

scrivo quando ho bisogno di scrivere...il tempo non è l'unico discriminante della mia ars poetica (si fa per dire) ma c'è una certa componente leopardiana che deve tornare fuori per poter dar sfogo al fluire delle parole.

Prendo il respiro....

Come avete intuito non vi aspettano pensieri troppo felici....
non so perchè ma non sono serena. C'è qualcosa che mi soffoca...
Ma esiste davvero l'amore? Forse le persone stanno bene insieme solo per un po', fin tanto che le coordinate cartesiane delle loro equazioni procedono sullo stesso piano...ma basta una piccola deviazione dall'angolo dell'origine...e tutto si stravolge, gli equilibri crollano, il palcoscenico fa calare il sipario scoprendo gli attori ancora in mutande nei camerini...
dove finisce la poesia? Dove comincia la necessità? Sindrome d'abbandono maledetta, sempre la solita...non lo nego. O forse è il mio centro di gravità che si è fatto tutt'altro che permanente, ha preso a girare inquieto trascinandosi dietro tutti i dubbi del caso?!...
E succede a tutti e dunque mi sa che è proprio così che accade, qualcosa si spezza, qualcos'altro sfuma, altro ancora si affievolisce fino a svanire...
La mia anima non trova requie.

domenica 30 novembre 2008

Gerusalemme

Carissimi,
Sono tornata da quasi una settimana e ancora non ho avuto il tempo, la calma e la forza di mettermi davanti al computer e scrivervi. Si, perchè vi ho pensato tanto nel mio viaggio e ho pensato a tante cose che ci siamo detti, che abbiamo vissuto.
E' stata una settimana un po' dura per una serie di motivi...prima di tutto tornare da un viaggio così toccante mi ha sconvolto e l'impatto con la vita quotidiana di sempre, con le nostre piccole battaglie personali è stato piuttosto forte.
Parto così, in media res, dal momento più determinante per il mio pensare....
A Betlemmi ho conosciuto il capo reparto di un ospedale di riabilitazione, ospedale in cui lavorano israeliani e palestinesi, musulmani, cristiani ed ebrei, tutti allo stesso fianco senza alcuna distinzione e per tutti gli abitanti della città. Il 70% dei medici assunti sono portatori di disabilità (persone mutilate dalla guerra o simile). Toccare con mano la veridicità del termine "collaborazione" e "sentirsi tutti uguali", sullo sfondo di una terra disseminata dalle battaglie intestine, dalle divisioni (non solo divisioni fittizie o mentali, ma concrete e ben incarnate nel grosso muro grigio che divide Gerusalemme), ha smosso il mio essere. Ho ripensato a come noi spesso ci facciamo portatori di inutili divisioni, a quanto poco ci impegnamo in una realtà così fortunata. Ho visto molte cose, conosciuto persone, sentito le verità da entrambe le parti, ho visto il muro, mi hanno perquisito ai check point puntandomi un mitra contro, ho camminato nel deserto in silenzio, ho pianto davanti a Gerusalemme mentre il sole tramontava e il muezin faceva la sua preghiera delle cinque, ho visitato il santo sepolcro, messo pietre sulle tombe ebraiche, visitato l'orfanotrofio di Betlemme e giocato con quei bambini senza identità. Molti dei bambini abbandonati sono figli di donne musulmane che li hanno avuti prima del matrimonio. Lì se ti scoprono che sei rimasta in cinta prima di sposarti ti uccidono. Ho sentito raccontare delle storie raccapriccianti. una ragazza è stata violentata dai fratelli e poi sgozzata dalla madre per nascondere la vergogna del fatto che fosse rimasta incinta. Bambini trovati sotto gli alberi, appena nati, al freddo mezzi sbranati dai cani.Ma quello che più mi ha colpito è stata la miseria di Ebron. I bamini per le strade con i loro occhi tristi, già adulti e soli. Ebron è città palestinese. Ma nel cuore della città vecchia c'è un insediamento di israeliani. Per pochi israeliani su ogni tetto c'è minimo dieci soldati pronti a sparare. i palestinesi non possono attraversare il cuore della città per via dell'insediamento e devono passare per strade collaterali che circondano il perimetro del centro. Su quelle strade ci sono tantissime reti, tese per evitare che gli israeliani gettino di sotto gli oggetti ferendo qualcuno come è avvenuto in passato. E dovunque volgi lo sguardo ci sono macerie e distruzione.
Gerusalemme è bellissima. Non ci sono parole, piena di vita, di colori. Densa di storia, di sacralità, di magia.Vi scrivo tutto un po' così perchè sono queste impressioni a caldo che ho sulla pelle e che voglio raccontarvi. Ho visitato il museo della memoria, vestito il ciador per entrare nella moschea di abramo...e sotto quella coltre di veli è stato come se avessi riscoperto il mio essere donna...vi ho portati nel cuore, tutti...prendete le mie parole così, spero che nessuno ne resti offeso o annoiato...è quello che ho nel cuore e che voglio condividere con voi. Vi abbraccio tutti

giovedì 27 novembre 2008

Alta sui naufragi dai belvedere delle torri china e distante sugli elementi del disastro dalle cose che accadono al disopra delle parole celebrative del nulla lungo un facile vento di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico di armi in uso e in disuso a guidare la colonna di dolore e di fumo che lascia le infinite battaglie al calar della sera la maggioranza sta
la maggioranza sta recitando un rosario di ambizioni meschine di millenarie paure di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla l'orribile varietà delle proprie superbie la maggioranza sta come una malattia come una sfortuna come un'anestesia come un'abitudine per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore di umanità di verità

presto cercherò le parole...per descrivere gli ultimi, i poveri che ho visto

domenica 16 novembre 2008

partire

In partenza....
sono emozionata come quando da bambina mi dicevano che si partiva per le vacanze...o quando i miei decidevano di portarmi al cinema...beh qui è diverso certo, vado lontano, in una terra difficile, di storia sofferta, di liti intestine....spero di tornare diversa, tornare migliore. Vi abbraccio a tutti, mi mancherete...
vi porto nel cuore

martedì 4 novembre 2008

Ansia.
Una cappa, folta, pesante, tetra. Varcare la soglia e appare.
Sto crescendo. Crescendo davvero. Ciò che di idilliaco dipingono si sgretola come un quadro ad olio, mostrando la trama di fili stopposa e impersonale su cui il pittore ha ricamato l’ordito ingannevole…sta lì nuda e fredda la tela, nella sua asettica e crudele concretezza.

E’ vita reale. Fatta di fatiche delusioni, incomprensioni.

Lo sto capendo e imprando ad accettare.
E’ tanto che non scrivo. E’ il mio primo post da ventenne e avrei così tanto da dire. Questo silenzio prolungato è stato solo perché era troppo denso di pensieri per potervi trovare un filo, una coda e un capo…e quello che stasera sta uscendo con violenza e confuso è solo il frutto di un’inquietudine dinamica che non lascia spazio a malinconia o arrendevolezza di sorta ma solo ad una profonda urgenza di fare. Di reagire.

Si colorano i giorni di un velo dal sapore vecchio. Ricordo questa identica sensazione di me bambina che fisso fuori dalla finestra le goccioline che scorrono sui vetri disegnando rette e tangenti dal destino sicuro….io che le seguo con il dito, per fermarle, per alterare quel destino ineluttabile che le spinge…ma loro fuori scorrono, e io sto lì a guardarle passare.

Ho incontrato anime bellissime, in evoluzione. Oggi ho conosciuto qualcuno che con la sua eterea presenza mi ha accompagnato in questi ultimi mesi ma a cui fino ad ora non avevo potuto dare un volto, un nome.

Mi sento un numero primo. Che se ne sta solo, tra numeri pari, e dispari, numeri normali,. Il numero primo è divisibile solo per se stesso e per uno. E’ solo, distante dagli altri numeri primi come lui, dai numeri soli, diversi. Un numero primo diverso, destinato ad amplificare così tanto la realtà e a scomporla da riempirsi la testa di vite degli altri, di frammenti raccolti tra le espressioni di estranei, tra le mani allungate di ragazze tristi, tra gli occhi velati di chi ha il cuore spezzato…ricostruisco collezionista di frammenti di uomo, vite che si sommano a questa vistione parziale di un insieme caotico che tende ad aumentare il propiro stato di entropia.

Negli occhi della persona che amo e che vedo cambiare con la dignità dell’eroe che sa dove e come salvarsi resto adesa a questa terra reale, tra raffiche di vento e lacrime di pioggia, io resisto e combatto.

mercoledì 22 ottobre 2008

-2

Manca poco...
tra due gironi lascio il mondo dei teenager. la questione si fa critica direi...non che lasciare il mondo dei teen in realtà cambi molto a livello di contenuti, insomma tra il minuto prima della mezzanotte e quello dopo non credo di subire tutti questi cambaimenti eppure è come se fosse una svolta epocale, un passo da gigante, un ventennio di me che si presenta in tutta la sua mastodontica pesantezza, un tempo che è tutta la mia vita che è quello che sono....

i miei secondi dieci anni, ricordi su ricordi che si sommano e tutto si convglia verso il passato....

Sto cercando di non perdere il sorriso, di lottare per difenderlo e per donarlo sempre anche a chi non sembra notarlo o non sembra aver bisogno di sorridere....

sabato 18 ottobre 2008

Solo un'emozione..solo questa, voglio donarvela...

Nei pensieri preoccupati del mio esistere, nel perchè dell'esistenza stessa, nell'ansietà dell'impotenza alla ricerca di infinito...
eccola, la chiave dell'essere, di nuovo, rivelazione immediata, tagliente...dolce...
tra le braccia riposa, la testa immersa sul mio seno, gli occhi socchiusi, la testa morbida di capelli sottili, manine di fata stringono le mie dita....una canzone sussurrata e si addormenta...
questo mistero infinito....
un marciapiede di campagna, io e Greta sole, sopra di noi il cielo nuvoloso da cui il sole saluta gentile attento a non svegliarla. Un angiolino di14 mesi tra le mie braccia, un uccellino caduto dal nido....

d'amore ha bisogno l'uomo, d'amore ha bisogno Greta

sabato 11 ottobre 2008

Due settimane.
Da due settimane è ricominciata l'università e da due settimane non scrivo....questo fa pensare.
Capisco che come sempre tutto è ricominciato con il piede sull'acceleratore. Per un po' ti sembra bello poter andare al massimo ma poi ti accorgi che stai consumando tutto il carburante e che di starda da fare in realtà ne resta ancora molta...
e oggi è la fase "motore fuso" andare dal meccanico.
Sì, fisicamente sono provata ma anche un po' mentalmente...
c'è qualcosa che mi rende terribilmente inquieta...provo a capire e a capirmi ma non so. Sicuramente è tutta questa situazione attorno. E' queste notizie dal mondo...è questa casa, sono le mura strette degli edifici, gli orari delle lezioni da rispettare, lo studio matto e disperatissimo, la gente arrabbiata di domenica mattina. le persone imbronciate anche quando sorridi, questa sensazione di perenne impotenza...

E in due settimane è successo di tutto.

Una bambina che stringe fortissima a sè una ragazza dal cuore inaridito, una vecchina morente che sorride alla luce, un'amica tornata e sembre restata, un amore coltivato cresciuto e nutrito, una persona cambiata e convinta, un baratro affrontato e saltato, una delusione indifferente che segna la carne, una pazienza cercata e poco presente, amici e pensieri affastellati di sole, e il freddo e la nebbia e la cioccolata calda sotto il cupolone, nasi rossi scelti con la dedizione di un artista....Jovanotti sulle strade di un anno e sei mesi, Yann Tirsen che parla di note normali, articoli che appaiono come mistiche rivelazioni....

buona notte sognatori

lunedì 22 settembre 2008

Dovete essere il cambiamento che volete vedere nel mondo

Questa frase mi risuona in testa, un imperativo, un'esigenza.

Un filo rosso che prosegue, partito da Napoli, trovato sui giornali, nella consapevolezza di certe situazioni, degli sprechi, della realtà circostante. Consumare e consumare. Sembra tutto volto a questo, al consumismo sfrenato, al contrario della sobrietà e della giustizia. Se mi fermo a pensare subentra il senso di colpa, l'indignazione verso me stessa e verso questa società. Come si può mandare il cesso con 5 litri di acqua potabile tutte le volte? E perchè in Italia siamo i terzi consumatori d'acqua potabile ma anche tra i primi che la compriamo al supermercato in bottiglie di plastica? Abbiamo acqua in abbondanza e l'andiamo a comprare, il resto lo usiamo per lavarci, per lavare....tutto questo spreco in faccia a chi d'acqua ci muore, a chi si fa km per poterne avere un secchio. E tutte le volte che entro in un bar e prendo un caffè?!...80-90 centesimi tutte le volte....e c'è chi vive con 75 centesimi il giorno....i miei tre caffè quasi quotidiani sono tre persone che potrebbero arrivare a fine giornata. E nel nostro mondo c'è gente che muore d'anoressia perchè smette di mangiare...e c'è gente che muore di fame perchè non ha da mangiare. Questo mondo di contraddizioni e noi ci siamo dentro, sta a noi cambairlo, rivoluzionarlo. Sta a noi informarci e fare scelte sostenibili, scomode ma vere. Possiamo davvero fare molto, ci credo. Penso che tutto questo diventi molto più che una scelta, è un modo di vivere necessario, per lasciare qualcosa ai nostri figli, per essere giusti. Se ci penso impazzisco.

venerdì 19 settembre 2008

Grigio

Finito. il mio primo anno universitario nel bene o nel male oggi si è concluso. E piove e fa freddo.
Dovrei farei salti di gioia ma c'è qualcosa, un malessere non ben identificato, che mi tiene il cuore.
Non so precisamente cos'è, se è solo il grigio del cielo che condiziona il mio cielo interiore, se è perchè ho concluso qualcosa e questa cesura mi dà un'idea piuttosto precisa del tempo che passa...a dire il vero penso di sapere cos'è, o meglio chi è.

L'incomunicabilità. Non so se vi è mai capitato. Una persona che lentamente muta, diventa altra. Ma nel cambiamento non c'è più parvenza di quello che era, nè un'ombra passata della sua allegria, nè un leggero brivido della sua solare voglia di vivere...grigio che diventa nebbia, nebbia che copre tutto, anche la vista del cuore.

E ci provo. non lo nego che delle volte non ci riesco molto nemmeno nel provarci, ma comunque mi ci sforzo. ma questa nebbia non mi fa arrivare all'essenza, non mi fa smuovere nulla se non un po' d'acqua in superficie. Mi sento impotente quando mi rendo conto che per quanto i miei sforzi siano tutti tesi a cercare di riportare la gioia e i colori, nella sua tavolozza c'è solo il grigio...al massimo il nero.
Non concepisco come una persona non possa avere obiettivi, sogni, entusiasmo. Ci sono i giorni in cui magari non ce la fai ad assere al 100% ma hai comunque l'idea della prospettiva, di un motivo, del tuo motivo. Forse è questo che ci manca, in un affollamento complessivo di risposte e stimoli in cui tutto è già pronto e dobbiamo solo prendere il pacchetto più conveniente per la felicità ci manca il nostro motivo, la nostra ragione d'esistere.
Tutta questa frenesia, questo culto del corpo, questa finta spiritualità allontana gli animi, allontana dalla verità.
Voi, non importa quanti anni avete, se vi sentite giovani o meno, se lo siete realmente, non importa ma non dimenticatevi di sorridere.

sabato 13 settembre 2008

Dovrei studiare....

Ieri sera ho realizzato come già sia nella condizione di dire "Ti ricordi quando..." e perfino "Erano bei tempi"...insomma ho realizzato che il tempo passa nel termine meno carino del concetto "si invecchia". Non che voglia fare una strappalacrime difesa degli anni di gloria della mia adolescenza nè, tuttosommato, mi sento di rimpiangerli però mi ha fatto effetto pensare a quanti ricordi sono già passato. Passato passato, nemmeno poi così recente.
Ma nonostante il tempo scorra, e su questo nessuno ci può fare niente, chirurgie plastiche comprese, lascia qualcosa di bellissimo sulla pella...quelle rughe d'espressione intorno agli occhi che comincio a vedere, impercettibili mi ricordano che rido, che ho riso. Stanno là come fieri trofei di giornate e momenti felici. Perchè in fondo siamo fatti di ricordi, di memoria, di tempi passati che ritiriamo fuori ogni qual volta ci sentiamo triusti o malinconici. Riviviemo quei momenti che magari lì per lì non erano nemmeno così importanti...e li idealizziamo.

Sono felice che Rosa e Lorenzo, festa della birra permettendo, siano venuti dal passato a farmi un saluto. Mi rendo conto che con certe persone per ditanza e problemi simili si finisce un po' per perdersi. o per lo meno non si vive più la quotidianità e questo in un certo senso è un grande cambiamento. Tuttavia c'è qualcosa che continua a legare tra loro vite tanto diverse e lontane.

Sto escogitando il modo di cambiare il mondo. Sto progettando seriamente un piano di disapatimento (che ovviamente non esiste ma mi piace) generale....sto reclutando persone....fatevi avanti.
buona giornata

Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere, dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire. Un aereo passa veloce e io mi fermo a pensare a tutti quelli che partono, scappano o sono sospesi per giorni, mesi, anni in cui ti senti come uno che si è perso tra obbiettivi ogni volta più grandi. Succede perché, in un istante tutto il resto diventa invisibile, privo di senso e irraggiungibile per me, succede perché fingo che va sempre tutto bene ma non lo penso in fondo. Torneremo ad avere più tempo, e a camminare per le strade che abbiamo scelto, che a volte fanno male, per avere la pazienza delle onde di andare e venire, e non riesci a capire. Succede perché, in un instante tutto il resto diventa invisibile, privo di senso e irraggiungibile per me, succede anche se il vento porta tutto via con se, vivendo e ricominciare a fluire.

martedì 9 settembre 2008

"Allora una donna disse:
Parlaci della Gioia e del Dolore. E lui rispose:
La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera,
E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime.
E come può essere altrimenti ?
Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
La coppa che contiene il vostro vino non è forse la stessa bruciata nel fornodel vasaio?E il liuto che rasserena il vostro spirito non è forse lo stesso legno scavato
dal coltello?
Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete che èproprio ciò che vi ha dato dolore a darvi ora gioia.
E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore e saprete di piangere
per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
Alcuni di voi dicono: "La gioia è più grande del dolore", e altri dicono: "No,è più grande il dolore".
Ma io vi dico che sono inseparabili.
Giungono insieme, e se l'una siede con voi alla vostra mensa, ricordate chel'altro è addormentato nel vostro letto.
In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.
Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e argento, così la vostra
gioia e il vostro dolore dovranno sollevarsi oppure ricadere."

lunedì 8 settembre 2008

Leggeri


Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perchè non esiste alcun termine di paragone. L'uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazione. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato. ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre a uno schizzo. Ma nemmeno "schizzo" è la parola giusta perchè uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo della nostra vita è lo schizzo di nulla, un abbozzo del quadro.

E' nell'improvvisazione la chiave del vivere?


Essere leggeri...essere pesanti...volare via o restare ancorati a terra? Doppia volontà che divide in due il mio procedere tra alternanza di lieve e non lieve, di fatica e speranza. Può l'amore avere un aspetto definito, può scegliere tra le due possibilità? Può elevarti in alto senza immancabilmente ricordarti che ciò che sale è destinato anche a cadere?

la gravità insegna tiranna che niente le può sfuggire, che non c'è niente che a lei non ritorni...
Ma forse esiste da qualche parte il modo, la ricetta per salire e
lassù restare

domenica 7 settembre 2008

Settembre

Ecco oggi è settembre. Settembre non è che sia proprio un mese e basta per me. E' un modo di stare, un sentire. Ed oggi è arrivato il mio settembre.
Malinconica irrequietezza, senso di precarietà, sugli alberi le foglie, un sole pallido e timoroso. C'è qualcosa che torna a muoversi impazzito dentro, un girare intorno a domande ambiziose a risoluzioni ancora più ardite. Non è nervosismo è settembre.

Tutti gli anni ritorna a frmi compagnia. Talvolta se ne va nel giro di un paio di giorni, altre permane settimane intere. Quasi l'attesa di una natura coerente con la dimensione interiore, quasi l'attesa di ritrovare nel mondo quelle foglie che iniziano a seccarsi e a tendere alla terra passando per il cielo, stelle cadenti di nessuno, protese a morire per rinascere.

Questo cerchio continuo di morte e vita, questo rinnovarsi continuo che è in ogni stagione ma che ha il suo momento in settembre sta dentro di me, costante.

Dopo la nebbia
Dopo tanta nebbia

a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo
(G.Ungaretti)

venerdì 5 settembre 2008

Napoli

Finalmente...
finalmente riesco ad entrare sul blog. Quante cose avrei da dire...come sempre...partiamo da quello che è stato il mio ultimo viaggio, un viaggio di scoperta, un viaggio in me e nelle mie radici oltre che un viaggio in una città variopinta, confusionaria: Napoli.
Sono partita decidendo praticamente il giorno prima, senza che avessi minimamanete pensato alla valigia, al fatto che ero appena tornata. E' capitata l'opportunità e sono partita.
Quello che ho visto è stato mare. Lui dovunque in ogni angolo della città c'era sempre...presente, bellissimo, luminoso, quasi d'argento da quanto riusciva a brillare. E non c'era verso di liberarsi del suo sguardo...da ogni parte lo sentivi, ne percepivi l'odore, la presenza.
napoli è bella, bella nel suo essere un ossimoro, bella nei contrasti terribili che nasconde. E' gioia, colori di panni stesi, donne dagli sguardi aperti e accoglienti, bambini per le strade che ancora giocano a campana, rumore e risate, sole e luce....
E' silenzio, è povertà e degradazione, è corruzione, è pianto, è ombra e macerie...

Mi sono sentita indipendente, libera di scegliere chi essere, come essere...
Ma ciò che advvero ha contato è stato quel pezzetto di me che porto dentro al mio DNA e che mi rende in parte quella che sono. quelle radici che non ho conosciuto per troppi anni.

Una volta di più ho visto come l'essere veri, l'essere aperti, il voler capire, pagano comnque.

E sono giorni in cui si riparte a studiare, a lavorare, a cercare di non morire sotto il peso dei propri e l'atrui problemi con la voglia di comporre haiku

a sera cerco
orizzonti di fuoco:
il cielo brucia

ma questa è un'altra storia.
Stasera concerto degli after a cui non credo che riuscirò ad andare....ma l'importante è che io non tremo.

lunedì 25 agosto 2008


Anche la corda più tirata si spezza....
ciò che si è rotto si può rincollare?
se solo avessi la capacità di rimettere in piedi ciò che è crollato....
fran
il quadro
fran
caduto


Se non parli,
riempirò il mio cuore del tuo silenzio,
sopportandolo,
a testa bassa, con pazienza,
rimarrò muto e aspetterò
come fa la notte nella solitudine stellata


Il mattino di sicuro giungerà
il buio sparirà e
la tua voce spanderà in cielo
lampi d'oro.

Le tue parole allora voleranno
in canti da tutti i nidi d'uccelli
le tue musiche fiuoriranno in tutte le foreste

Tagore
E' proprio vero che la felicità è tale solo se condivisa...anche se mi sento felice non lo sono in modo pieno perchè chi mi sta vicino non lo è....

domenica 24 agosto 2008

Tributo del mai.
Non preoccuparti uomo, dovunque tu sia, stanco, affamato, nudo…uomo non preoccuparti. Non è il tuo aspetto invecchiato, non le tue mani deboli, non il tuo volto solcato da segni perenni di vecchie giornate di sole, non il tuo ventre gonfio. Non contano poi molto questi cimeli di guerre combattute con la Sfida più grande. E’ il cuore, è l’Amore.
E se un uomo ha amato o non ha amato. E’ questo alla fine che conta. Non c’è gloriosa impresa o battaglia felice che possa produrre salvezza se non quella combattuta nel nome dell’amore. Un amore liberante che ci rende capaci di aiutare il dolore ad evolvere in speranza. Solo amore.
Occhi chiusi.
Occhi che attendono solo la comprensione dell’amore.

A noi uomini distratti. A noi. A noi lontani dal far sentire gli altri un noi. A noi chiedo di amare. E non importa se ci sentiamo inutili, piccoli, brutti, imperfetti, infimi….

All’oggi che fa tremare di fronte all’imperturbabile ritmo degli eventi, di fronte alla morte e all’evidenza che siamo per un po’, che siamo per quell’attimo di tempo sufficiente a fare di noi qualcosa di bello, di utile….di nostro. E se non saremo eroi che importa. Saremo noi ed è questo che basta.

A cuori infranti, a dolori rinnovati di fronte alla consapevolezza di dover vivere al meglio e intensamente….
a voi umanità impazzita…
è consentino anche piangere…piangi

A chi è nella difficile scelta se restare o partire auguro la capacità di trovare il coraggio per ascoltare quello che di migliore e vero vuole per il proprio presente e futuro...e a me che sto pensando sul da fare il coraggio di mettermi ad ascoltare....

Grazie alla dolcezza di chi mi ha insegnato a non aver paura dell'amore

martedì 12 agosto 2008

Dodici giorni

Scivolati, corsi, intensi. Mi ritrovo al 12 di agosto che nemmeno me ne sono accorta...
E la fatica non la sento, e la stanchezza nemmeno, e provo nostalgia mista a commozione e a senso di gratitudie e speranza...
Ebbene si, speranza. Che parola grossa....
Io che di speranza spesso ne ho poca, io che mi abbatto quando non mi sento in grado di essere o di fare, io che partivo in crisi ritorno carica, nuova...
Il servizio vissuto fino al sacrificio, la pazienza centellinata e scoperta, le parole vere che riesci a comunicare agli altri senza filtri, e gli incontri quotidiani di uomini-universi che trasudano infinito dagli occhi...
tutta questa maestosa e imponente realtà sotto un cielo possente di stelle cadenti....
scoprire che nel piccolo c'è la chiave dell'eterno, che nella brezza leggera c'è lo spirito della semplicità e la dolcezza dell'Amore....

niente paura....

venerdì 1 agosto 2008

Crisi di identità pre partenza

Prepartenza....

Oggi si parte. Quest'estate mai ferma, mai che lasciasse il tempo di annoiarsi....ed è bene così, mi sento viva, sento che non spreco il tempo non facendo niente dalla mattina alla sera...forse però tutto questo fare non è poi così positivo. Mi sento molto in colpa per la mia assenza completa dalla vita familiare, per la mia scarsa convinzione nei miei ideali, per l'eccessiva paura di mostrarmi per come sono realmente....
La vacanza a Londra mi ha dato da riflettere a riguardo. Ho la spina dorsale ma mi sento molto spesso dotata solo di quella e priva di personalità...non so se avete mai provato questa sensazione di sentirvi voi ma allo stesso tempo di non riuscire a comunicarvi agli altri, di restare come qualcosa di potenziale ma mai di attuato...quante volte vorrei avere più determinazione, più coraggio, più consapevolezza....e come sempre mi lascio schiacciare da chi mi chiede favori a cui non so dire di no e da chi si approfitta di tale mia incapacità...
E troppa gente continua a fare la furba....
ma a parte questa generica divagazione, per dire che non mi sento bene, nel senso pieno, mi sembra di trascurare troppi particolari importanti....troppe persone che fanno di tutto per aiutarmi...sono un'ingrata.
Whatever la verità ci renderà liberi....confido nella verità.
Forse io sono il classico tipo dei compromessi...Forse davvero non so a tal punto chi sono che presumo di saperlo, forse non ha che da lasciarmi guardare da fuori per l'incapacità di vivermi da dentro....
Le persone che più amo continuano ad essere le più lontane....Molti chilometri ci separano. Ed è strano questo particolare della mia vita, le amicizie più profonde e vere sono quasi del tutto destinate ad essere vissute con frapposte distanze notevoli, di almeno 30-40 Km....chissà perchè poi, forse perchè con la distanza acquisto quella sufficiente e oggettiva capacità di distaccare la contingenza dal contesto, o forse perchè non mi lascio vivere giorno dopo giorno...
Non lo so, come vedete nella positività sono in completa e amletica ricerca.
Esisterà iol mio posto nel mondo, quel posto che solo a me è riservato, che mi aspetta....e tutte queste prove di coraggio, queste richieste di tirar fuori ciò che è in me devono essere prese come prove per scoprire ciò che davvero si racchiude nella mia persona...
Scusate lo sfogo, buone vacanze a tutti che per un po' mi sa che non ci sentiremo,
Soprattutto a Pippi che è da troppo tempo lontana (come faccio io???)

Già la sento,
già la sento morire,
però è calma
sembra voglia dormire;
poi con gli occhi
lei mi viene a cercare,
poi si toglie
anche l'ultimo velo,
anche l'ultimo cielo,
anche l'ultimo bacio.
Forse è colpa mia,
Forse è colpa tua,
e così sono
rimasto a pensare.
Ma la vita,
ma la vita cos'è
tutto o niente,
forse neanche un perchè
Con le mani
lei mi viene a cercare,
poi mi stringe,
lentamente mi lascia,
lentamente mi stringe,
lentamente mi cerca.
Forse è colpa mia,
forse è colpa tua,
e così sono rimasto a guardare.
E lo chiamano amore,
e lo chiamano amore,
e lo chiamano amore
una spina nel cuore
che non fa dolore.
un deserto è questa gente
con la sabbia in fondo al cuore
e tu, che non mi senti più
che non mi vedi più
avessi almeno il coraggio
e la forza di dirti che sono con te
Ah, forse è colpa mia,
ah, forse è colpa mia,
e così sono rimasto così
son rimasto così
Già la sento che non può più sentire;
in silenzio se n'è andata a dormire,
è già andata a dormire.

destinata all'infelicità...

martedì 29 luglio 2008


Pensavate di cavarvela così...con un post e via...vi sbagliate mi dispiace...visto che per un bel po' forse non rimetterò piede sul web mi dovrete sopportare ancora per qualche riga...


In questi giorni ho cominciato a guardare due bambini. Hanno 4 e 6 anni. Sono dolci, biondi, soli...

passo con loro praticamente 8 ore tutti i giorni. Questo, a parte che mi sta stancando molto fisicamente facendomi capire quanto sia faticoso avere dei figli, mi sta aprendo gli occhi su una serie di considerazioni.
Non basta essere in due, avere una casa e un lavoro per mettere al mondo dei bamini. Bisogna avere anche la possibilità di diedicargli tempo e attenzione, di pensare al loro bene, alle loro necessità...non condanno nessuno perchè capisco che ogni genitore possa avere difficoltà effettive nello stare materialmente con i figli ma non posso concepire che due persone adulte, che mettono al mondo un bambino, poi lo abbandonino davanti a sky con in mano un telecomando...e il mondo di questo bambino comincia e finisce su quello schermo, con quei finti amici che sente parlare e che gli tengono compagnia....non posso concepire che a 4 anni un bambino non sappia che si può giocare in giardino senza giochi, non sappia che si può disegnare le cose, non abbia un tavolo dove poterlo fare perchè l'unico tavolo della casa è quello belissimo a cui la mamma tiene troppo e su cui non si può fare nulla, tra un po' nemmeno mangiare, che un bambino di 4 anni abbia moltissimi giochi ma nessuna capacità immaginativa....non posso credere che a 4 anni un bambino abbia la consapevolezza che i propri genitori non ci sono mai, che devono fare sempre mille altre cose piuttosto che scoltarlo....
Ripenso a quanto sia difficile crescere un figlio e di quanto sia fondamentale farlo con l'attenzione del cuore giusta, con la dolcezza e la pazienza necessaria per accorgersi della sua sensibilità, della sua unicità...


Tutto questo mi ha messo dentro una voglia incredibile di cambiare le cose...






Non ci posso credere...


finalmente riesco a scrivere sul blog. Mi scuso con tutti per la mia prolungata assenza ma non riuscivo più ad entrare nè a lasciare commenti...

fortunatamente ho trovato il problema e risolto...spero questo non si verifichi più...in tutta questa mia assenza mi sono lasciata alle spalle tanti di quegli arretrati che credo che le opsioni saranno due: o vi rintrono ben bene con un post dalla lunghezza mai sperimentata o tenterò di trattenermi, magari fare una sintesi, e rendere piano piano in parole le ultime vicende entro un numero contenuto di righe...

da come sono partita sembra più probabile la prima opsione.

Allora...partiamo da ciò che di più recente mi è accaduto.

Londra...

e già ho detto praticamente tutto.
Londra, città eclettica, colorata, vitale, strana, caotica ma ordinata, ruomorosa e silenziosa, distinta e priva di logica....
Bellissima...voglio tornarci al più presto. Mi è piaciuta davvero come non avrei mai sospettato...e gli inglesi non sono affatto un popolo di musoni scontrosi, anzi tutti si sono dimostrati molto carini e pazienti perfino verso le più imbarazzanti domande base di improbabile inglese...
ma ciò che mi ha colpito è il pensiero che risiede dietro tutto questo teatrino..insomma gli inglesi non vogliano l'euro e c'hanno quella dannata sterlina carissima, non smettono di cantare God save the queen e di volere quella famiglia di vecchi e atrofizzati regnanti a guida del paese...continuano a riempire le città di gabine telefoniche nell'era dei cellulari, cucinano carne buonissima in modo schifoso, guidano a sinistra (che tutte le volte che attraversi per poco non ti arrotano perchè non sei abituato a guardare dal lato giusto) hanno strade pulitissime ma nessun cestino, sembrano tutti distinti e laboriosi ma alla sera si trasformano in persone chiacchierone e cordiali....questi e altri misteri aleggiano attorno a questo popolo così saldamente attaccato alle radici, conformi all'andamento globale ma allo stesso tempo conservatori fino all'osso...

C'è un mondo da scoprire tra le strade londinesi...una storia fatta di borghesi e di punk, di rivoluzioni musicali, di mode....
Non sarà un resoconto, non avrebbe senso...
Voglio solo dire che londra va vista e che nonostante le sue mille contraddizioni ha un fascino tutto suo...


Grazie a tutti quelli che ahnno reso questo viaggio difficile ma vivo...
Auguri Dani, in qualunque parte di mondo tu sia


venerdì 18 luglio 2008

Ho imparato

Ho imparato... che nessuno è perfetto... Finché non ti innamori.
Ho imparato... che la vita è dura...
Ma io di più!!!
Ho imparato...che le opportunità non vanno mai perse.
Quelle che lasci andare tu...le prende qualcun altro.
Ho imparato... che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da
un'altra parte.
Ho imparato...Che bisognerebbe sempre usare parole buone...
Perché domani forse si dovranno rimangiare.
Ho imparato... che un sorriso è un modo economico
per migliorare il tuo aspetto.
Ho imparato...che non posso scegliere come mi sento...
Ma posso sempre farci qualcosa.
Ho imparato... che tutti vogliono vivere in cima alla montagna....
Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
Ho imparato.... che bisogna godersi
il viaggio e non pensare solo alla meta.
Ho imparato...che è meglio dare consigli solo in due circostanze...
Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.
Ho imparato...che meno tempo spreco...più cose faccio.

Ho trovato questa poesia....vorrei aver imparato la metà delle cose che dice....

giovedì 10 luglio 2008

Aspettando..



Camminavo a testa alta sotto un porticato vuoto di persone e di pensieri. Metri cubi da colonizzare con castelli immaginari, con fiabe e sogni pindarici...sullo sfondo una voce di donna, leggera, pura, limida, un canto cristallino....e il potere sublimante della musica mi ha innalzato tra qualcosa di molto simile alle stelle, eppur con i piedi per terra, frutto di roba mortale, lei, la musica, ha qualcosa he non è di questa terra...

non so come fa ogni volta. Eppure arriva e riesce a farmi venire i brividi, a scompormi in mille pezzetti di aria, ad alzarmi da terra, con il cuore pesante e ferito o con la mente vuota e leggera. Sempre. Mi guarisce. lei sola sempre riesce.



pensavo oggi a come l'uomo sia attratto dal simile e come allo stesso tempo da ciò che di più lontano vi è dalla propria natura. Ho sempre pensato che i proverbi non riuscissero mai a mettersi d'accordo tra "gli opposti si attraggono" e " chi si assomiglia si piglia", eppure c'è del vero in entrambi questi luoghi comuni da sfoggiare in caso di giudizio non pervenuto.



E l'uomo è duale, ha in sè dell'oscuro e del luminoso, qualcosa che lo spinge a cercare sè negli altri e qualcosa che rifiuta tutto ciò che gli ricordi se stesso. Come conciliarsi con questo nostro io altro da noi o forse più noi di quanto vogliamo credere?



Mi sembra così difficile poter trovare l'amore che duri. L'amore è davvero eterno solo finchè dura? e può durare in eterno? Esiste un solo amore o ce ne possono essere di più? E come sapere che chi si ama è proprio chi si deve amare, chi ci compensa o ci somiglia fino in fondo....?

Non so. So solo che il nostro cuore batte ad un ritmo che è solo suo....batte e cerca un armonia da accordare, un cuore che non fugga, che non scivoli in un susseguirsi di terzine, un cuore che si fermi in ascolto della pausa di silenzio del nostro, per ricominciare a suonare sullo stesso pianoforte le note più limpide e chiare e dolci e piene. Che siano tasti neri o bianchi che importa, che siano note slegate o che siano semplici scale dobbiamo amarle noi, solo noi. Che sia la semplicità ad attrarci o il virtuosismo più estremo, che sia il silenzio o il rumore caotico...non importa, basta dare al cuore la capacità di decidere e di suonare l'armonia che sente più sua....

mercoledì 9 luglio 2008

nothing

Esame passato...la testa è ancora sospesa tra nozioni e sonno, indecisa se migrare in un'altra sede o se permanere....sono davvero distrutta e più che altro mi sento troppo stanca per pensare e questo non mi appartiene...insomma non riesco a dare sfogo alle mie più primarie funzioni vitali....

Ma a parte questo e a parte le scuse che devo a tutti coloro che oggi mi sono stati vicini nei miei momenti di delirio....
oggi pomeriggio mi sono seduta in un vicoletto in centro, mentre tentavo di riprendermi dal sonno e dalla stanchezza e mentre ero lì con nelle orecchie un pezzo bellissimo di Yann Tirsen (grazie Pippi!), mi sono messa a osservare la gente che passava. era un flusso strano e disordinato di vite che fugacemente incrociavano la mia e poi sparivano. Mi sono messa ad immaginare cos'è che le muovesse...

Ci pensate mai a quante migliaia di milioni probabilità girano attorno alla nostra vita? Davvero troppe e non so come si possa in qualche modo orientarsi e non lasciarsi prendere dal fatalismo...o dal totale determinismo.
E mentre tutto scorre l'uomo cambia con le cose e si trasforma con loro....

Mi è dispiaciuto prendere il voto di informatica...è come se sentissi che sta finendo questa parentesi sulla vita di ciascuno di noi. E' come se sapessi in qualche modo che la nostra voglia di blog si esaurirà risucchiata dallo studio....

grazie per i sorrisi e il calore di oggi

lunedì 7 luglio 2008

Il carattere di un uomo è il suo destino....
Eraclito...
triste ma vero. In potenza ognuno può essere molto di più di quello che è ma all'atto pratico ciò che è in potenza non si attua se non rientra nell'indole propria di ciascuno. Si può migliorare, si può cambiare qualcosa, smussare gli angoli...ma il proprio destino è già nel carattere, in quel modo di guardare alle cose che condiziona inevitabilmente le cose stesse. Il futuro avrà i nostri occhi, come anche il presente. Come si guarda alle cose così da essi si è guardati. La problematicità che accompagna il nostro vivere rende problematico il vivere stesso. Non è un difetto, è un osservazione. Chi è sensibile è destinato ad amplificare ciò che gli succede, chi è fragile a mascherarsi ma a rimanere tale, chi è spensierato a non farsi problemi....non vuole essere un discorso deterministico o pessimista, una constatazione della saggezza antica. Il vecchio Eraclito aveva già capito tutto.
Un abbraccio

giovedì 3 luglio 2008

Dopo un po' d'assenza eccomi di nuova qua...

con questo caldo e le mille vicessitudini degli ultimi giorni mi rendo conto di essere stata un po' assente in tutti i sensi...lo so non è per giustificarmi o che ma istologia è tosta e anche studiare con queste belle giornate per cui, via scusatemi se mi sono fatta sentire poco.

Sto lottando contro l'apatia di giornate tutte uguali scandite da studio frenetico e disperato ma anche da piccoli gesti salvifici che mi impediscono di naufragare tra le montagne di pagine da memorizzare. Torno ora da due giorni immersi nel verde e nella natura in un mondo che ormai non ricordavo più. Casa della madda. Se non la conoscete vi dico solo che è una persona che riesce a curare qualsisasi forma di male (fisico e non) con la sola forza della pazienza e della dolcezza, è una persona semplice di quella semplicità genuina che è sinonimo di capacità di apprezzare ciò che conta e di lasciar perdere i mille fronzoli non degni di nota....insomma un cuore cristallino e raro come raro è il posto sperduto in cui vive. Sembra di stare in una fiaba, solo bosco e casette di montagna, non un bar, un ristorante, un tabaccaio, una strada con lampioni, dei semafori delle strisce pedonali...niente di niente, verde, alberi e uccellini (era tanto che non mi svegliavo con il loro cinguettare)....
Si torna a sperare...
E' bello dare fiducia, riscoprire di non aver mai smesso di amare.

martedì 24 giugno 2008

Felicità


Il caldo di giugno è arrivato a scaldare il cuore.

Tra lo studio e la ricerca, chi parte e chi non parte più, chi piange e chi sorride, chi cambia e chi non vuole cambiare, chi ama e chi non si lascia amare...
Amici, voi tutti che state là fuori nel mondo, che vi districate tra le sofferenze e il dolore, tra le sconfitte e i successi, l'impotenza e il senso dell'inutilità, voi che tra linee parallele avete incontrato la mia, tra vite, milioni di vite che potevo incontrare proprio voi, cercate di essere felici...
felici, pieni, o se tristi per lo meno alla ricerca della felicità...
cioè, io dico. O siamo tutti autolesionisti, destinati al fallimento e a vedere tutto schifo o se c'è qualcosa che ha parvenza di uomo in noi, qualcosa di umano ci verrà da cercare il nostro bene, quello che ci rende liberi e vivi nelle giornate tutte uguali, qualcosa che ce le renda uniche, che ci faccia alzare dal letto ogni giorno e tronare a letto la sera. che ci faccia sorridere...qualcosa, qualsiasi cosa.
Io credo che ci sia sempre qualcosa che tutti bene o male ricerchiamo, anche se diciamo di no, se diciamo che siamo condannati all'infelicità io non credo che nessuno ci creda mai fino in fondo, o almeno non dovrebbe crederci, non dovrebbe.
E se si cerca di essere felici si sceglie per noi e il nostro bene, non per essere egoisti o che ma per camminare verso una direzione e non perdersi a casaccio tra le pieghe di rabbia rancore, invidia...
la verità rende liberi.

Ogni uomo è un abisso, vengono le vertigini a guardarci dentro.

Vorrei fare di più. Ma so che più di così sarà difficile.

mercoledì 18 giugno 2008

Primo gradino, secondo gradino


Mi ero promessa di aspettare un po' di più...
ma non so com'è che mi succede, se non scrivo mi sembra di implodere....
oggi è uscito il sole. In questo giugno pieno di nubi, freddo, foglie che ricordano l'autunno, finalemente il sole. Si è fatto vedere appena ma caldo si è reso presente a illuminare verso mezzogiorno. Prezioso se n'è sparito presto. Ma che importa la sua apparizione l'ha fatta....
Bella giornata piena. Densa di pensieri positivi e di persone eccezionali che hanno condiviso qualche minuto dalla loro vita con me.
E'buffo pensare come si abbia molto in comune con persone tanto diverse. Quell'anima che dovrebbe rendere tutti gli uomini in fondo in fondo simili talvolta appare più evidente, quasi sulla pelle, scivola tra le dita e la tocchi negli occhi e nei gesti di chi hai vicino. non sempre è così facile percepirla ma se ci riesci puoi attingere all'essenza dell'uomo, fatta di dubbi, tormenti e di risorse infinitamente grandi da riuscire sempre a stupirti. non c'è mai un punto. Nemmeno quando pensi che forse qualcosa se n'è andato ecco che ritorna più vero e pieno che mai.
Bello, mi piace. come questo sole che si fa desiderare. Ora c'è e si sente, ora sparisce e si sente che manca. atteso e ancora più amato al momento in cui scalda.
Grazie dei consigli. Grazie a chi accetta la sfida di togliere i filtri e di essere sè condividendosi e dando tanto a chi cerca. Io che cerco non trovo mai. Ma incontro sempre persone che cercano e questo mi aiuta a non smettere di farlo. Tra metafore di strade e sentieri non conosco la portata dei miei passi futuri. Forse domani da gigante forse impercettibili, ma passi, passi pieni consapevole di consumare le suole e di averle già molto consumate, pronta ad affrontare i prossimi incroci con la certezza che non mi fermerò perchè non so scegliere ma sceglierò perchè so fermarmi.
Non è facile fermarsi ma se lo si fa al momento giusto salva da scelte affrettate, da non sclete condizionate dall'inedia, dalla paura.
Vi voglio bene

"Tutta quella città...non se ne vedeva la fine...
La fine, per cortesia, la fine, si potrebbe vedere la fine?
E il rumore
Su quella maledettissima scaletta...era molto bello, tutto...[...]
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino
Primo gradino, secondo
Non è quel che vidi che mi fermò
E' quel che non vidi
è quel che non vidi
Lo cercai ma non c'era,
in tutta quella sterminata città non c'era la fine
C'era tutto
Ma non c'era una fine.
Quel che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88.
Su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo lo si può vivere.
Ma se davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni di miliardi
Milioni di miliardi di tasti che non finiscono mai
e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita
Se quella tastiera è infinita allora
Su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare
Ti sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte che suona Dio.

Tutto quel mondo
Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce
E quanto ce n'è
Non avete mai paura voi, di finire in mille pezzi
solo a pensarla quell'enormità
solo a pensarla?
A viverla...
[..]
Tutto quel mondo negli occhi,
terribile ma bello
Troppo bello
Quel mondo negli occhi,
tutte le notti, di nuovo."

Un me Novecento, che si avventura tra musica che mi sta facendo rinascere e leggerezza di bianco e di nero che mi ridà vita, lo scrivere, bianco su nero, il pianoforte, bianco su nero...
Non avevo ancora citato troppo Baricco...un tributo glielo dovevo, scusate se come al solito scrivo troppo
Ah e poi ve lo dico...quasi quasi mollo tutto e vado alla Holden da baricco a fare lo scrittore squattrinato che vive di poesia e di parole....
o al massimo finisco su qualche marciapiede a suonare il mio violino...

mercoledì 11 giugno 2008

dalla pace del mare lontano

Dalla pace del mare lontano
Fino alle verdi e trasparenti onde
Dove il silenzio non ha più richiamo
E tutto si confonde

Dalle lagune grigie e nere
Dal faticare senza riposo
Dalla sete alla fame allo spavento
Al più segreto tormento

Avemmo padri avemmo madri
Fratelli amici e conoscenti
Ed imparammo a dare un nome nuovo
Ai nostri sentimenti

E così un giorno a camminare
Su questa terra sotto a un sole avaro
Per un amore che sembrava dolce e
E si é scoperto amaro
Ma è solo un’eco nel vento
Nel vento che mi risponde
Venga la pace dal mare lontano
Venga il silenzio dalle onde

E in mezzo al mare c’è un punto lontano
Così lontano dalle case e dal porto
Dove la voce delle cose più care
E’ soltanto un ricordo
Ma da quel punto in poi
Non si distingue più
La linea d’ombra confonde
Ricordi e persone nel vento

Avemmo padri avemmo madri
Fratelli amici e conoscenti
Ed imparammo a dara un nome nuovo
Ai nostri sentimenti
E così un giorno a camminare
Sopra la terra sotto al sole avaro
Per un amore che sembrava dolce
E si é scoperto amaro

Ma è solo un’eco nel vento
Nel vento che mi risponde
Venga la pace dal mare lontano
Venga il silenzio dalle onde


Ebbene sì, un amore che dolce si è rivelato amaro.
Illusa.
Voglio un amore migliore. Un amore che non sia egoista, pagliativo, opportunista o che.
Un amore che abbia rispetto. Venga la pace dal mare lontano, la pace che al mio cuore sa portare tregua in una guerra che non voglio combattere contro nemici che un tempo amavo. Come ci è successo tutto questo? come hai potuto tradire la mia fiducia, il nostro amore e il nostro futuro?
Venga il silenzio dalle onde.
Nella delusione esco forte.
Ecco la pace dal mare lontano, dietro a un orizzonte.

lunedì 9 giugno 2008

AAA parole cercasi

AAA cercasi parole
urge un post come si deve.
Niente togliendo a quello di ieri sera Pippi (non te la prendere!). Ma insomma è da mercoledì scorso che ho voglia di scrivere e tra una cosa e l'altra non l'ho ancora fatto.
La situazione si è "svoltata" come direbbe Matte. Non che sia successo qualcosa di specifico. Molte persone hanno sicurametne contribuito a aprirmi gli occhi a darmi la forza di prendere in mano me stessa e ripartire. Finalmente. Riparto. Guardo avanti a me, dritta. Non ho paura della meta, nè dei passi precedenti. Voglio solo abbandonarmi a questa sensazione di rinascita. una nuova me risorge dalle proprie ceneri. Nuova e vecchia allo stesso tempo. Commistione di dolore e di speranza mescolate ad immagini passate, la contingenza si è sublimata in qualcosa di concreto..ed ecco tocco quello che è il presente e non ne ho paura. e' sparita la sensazione di impotenza, di nullità, di malinconia. E' sparita grazie a chi mi ha donato un po' dei suoi problemi, dei suoi dubbi, grazie a chi mi ha stretto forte forte, a chi è venuto a trovarmi in motorino con il diluvio universale, a chi ha trovato il coraggio di chiedermi perchè, a chi mi ha reso parte del suo mondo con naturalezza, a chi mi ha invitato a vedere cosa vuol dire amare ed essere amati. Grazie a voi amici, fantastiche persone che pazientemente sopportate questo piccolo rospetto pazzo. Generosi, attenti. Grazie.
Non so domani se sarà triste, felice, imprevisto, pieno. Forse tutto questo e anche di più. Ho voglia di stupirmi ancora e ancora. E non mi arrendo a credere che ci sia ancora motlo per cui lottare, molto da cambiare.
Vi voglio bene

A una falena

A casa di Pippi con l'Ire...c'è chi dice che le falene vanno verso la luce anche sapendo di dover morire. La nostra amica falena invece ha preferito andare verso la nostra teiera lasciata incustodita sul fornello acceso. Fatalità, per colpa di varie circostanze che non sto qui a raccontare perchè questo è il momento della cara amica falena e non voglio rubarle la scena, ella si ritrovò a planare propio accanto al fuoco, probabilmente perchè voleva scaldare il suo piccolo animo di falena, mentre la teiera straboccava acqua bollente.......Ebbene si, amici e non amici, la nostra cara amica falena è andata incontro a morte certa, causa lessamento. Devo dire che è stato uno shok abbastanza forte perchè in qualche modo ci siamo sentite responsabili e non possiamo fare a meno di commuoverci pensando a come deve essere stato brutto morire lessata. Ormai il suo corpo senza vita giace accanto ai fornelli, un pò più a destra della macchia di caffè. Bhè è inutile piangere sulla falena lessata, ma spero che ciò ci serva per imparare a non lasciare troppo le teiere sul fuoco.
Addio.

martedì 3 giugno 2008

Prendere il sole


due righe...

vorrei scrivere un libro. Ma mi limiterò a due righe. Sono giorni strani. Sono giorni di totale perdita di fiducia nell'uomo. Giorni in cui però mi rendo conto di quanto sarebbe bello riuscire a dare amore e sorrisi alle persone che incontriamo. Tutti ne abbiamo bisogno, sani, malati, normali, pazzi, soli non soli.

Solitudine, smarrimento, il ghiaccio dell'esistenza tra la pallida certezza di un vivere privo dell'altro. L'uomo senza l'uomo non è nulla. L'uomo ha bisogno di attuare ciò che in lui è solo potenza e per farlo ha bisogno degli altri. Nessuno può vivere da solo. per quanto egoista, spregiudicato, nessuno.

E mi rendo conto di quanto io non riesca ad arrendermi a stare sola. Di quanto invoco con il pensiero amici, persone che vorrei vicino ma che sono lontane, spaventate forse dal vedermi così, o troppo prese dalla vita per accorgersene. Sono strana, me ne rendo conto. non chiedo aiuto ma lo vorrei. Non voglio parlare di me ma vorrei che gli altri riuscissero a farmelo fare. Che contraddizione vivente. Piccola, sorridente con una testa malata e troppo dedita a voli pindarici.

Semplicità, umiltà, equilibrio. I prossimi passi devono volgere a questo. Abbandonare i vestiti vecchi e farsi coraggio seppur sentendosi nudi.

Il riccio deve perdere gli aculei...

Nel tentativo di prendere il sole continuo a bruciarmi...

sabato 31 maggio 2008

Post a quattro mani

Sarà un post bellissimo, perchè scritto a quattro mani (in realtà due sole ma diciamo quattro perchè non siamo così cretine da scrivere con quattro mani su una tastiera sola), due teste, sei occhi (Ire è cattiva) (o realista?), quattro orecchie, due nasi (si vede che abbiamo dato anatomia eh?)
Insomma...siamo distrutte, piene ma non di cibo (per una volta!). Stamani avevamo il nostro primo turno da clown in ospedale. E' stata un'esperienza davvero bella che ci ha toccato. In un periodo così, che magari è stato un po' giù, un po' grigio...ci voleva! Un sorriso strappato ci ha ripagate di ogni stanchezza, di ogni sforzo, di ogni paura. C'ha ridonato un po' di entusiasmo e ci siamo sentite vive...vive per davvero. Sembra assurdo capire che delle volte basta solo un abbraccio, un sorriso, un po' di tempo e attenzione per sentirsi subito meglio, ed è ancora più assurdo pensare quanto sia difficile nella vita quotidiana tirare fuori questi abbracci e questi sorrisi...basta davvero poco e in potenza tutti ne siamo capaci. E' importante tenere a mente questo per il nostro futuro, per quello che saremo chiamati a fare...non basta curare con le medicine, si deve curare anche il cuore e con il cuore.
Buona vita a tutti
Briciola e Schettina
per i normali Ire e Pippi

...illumina davvero d'immenso

sabato 24 maggio 2008

sospesa



Cadere all'ingiù, vedere da lì
Le cose al contrario su te
Cadere più giù, cadere con te
C'è un circo che ci abbraccia intorno a noi
La tigre sarà la stabilità
Non dargli mai le spalle
Qui nell'aria puoi capire
Quando è tardi per cambiare idea
E' troppo tardi per sentirmi nuovo
Tardi per sperare
E' troppo tardi per cambiare ancora

Sospensione....non c'è stato più incerto....sospensione. trattengo il fiato.

mercoledì 21 maggio 2008

Fare casa







Mi sono zittita per un po'...giusto il tempo di farvi riprendere fiato...
Sentirsi a casa. Ci sono luoghi e persone che hanno il potere in un attimo di farti sentire " a casa". E' una sensazione, bella, forte, strana. Un sapore che ricordi con la mente ma che senti con la bocca e tocchi con le dita, un collegamento tra passato, ricordi, emozioni. Tutto si mescola ed esce fuori questa strana circostanza di sentirsi "accolti" nell senso più caldo e umano del termine.

"Sto male". Ammetterlo. E sentirsi a casa negli occhi degli amici che capiscono. Che curano le tue ferite. Che si prendono cura della tua parte vulnerabile. Nel silenzio che basta a se stesso scorgere tra le loro parole "bentornato a casa!".

Cerchiamo di dare un'immagine di noi forte, con cui farsi ammirare e poi ci sentiamo avvolti dall'amore proprio quando, in un istante, ci lasciamo sfuggire quell'unico brandello di vuoto che non sappiamo riempire.
Tutto questo non è concreto, solido o che...fare casa..arrivare a condividere quella parte intima, celata che con autenticità esce fuori, esposta, fragile ma certa di trovare sicurezza e protezione nelle mani degli altri.

Cerco una casa non ordinata, non bellissima, non pulita. cerco una casa semplice, serena. Fatta di particolari che facciano sentire gli ospiti a casa loro, ben voluti. Fatta di attenzioni, di gesti, di oggetti riciclati ma sempre nuovi. Una casa luminosa con grandi finestre e un giardino fiorito a primavera ma spoglio in autunno.
Una casa con un caminetto dove sedersi a raccontare, fatta di ricordi e di scatoloni vecchi ma anche di germogli e piantine da coltivare, di spazi nuovi da inventare. La casa disposta a cambiare con me. Si fa casa sempre. con un mazzo di fiori e una torta. Facendosi vento per la girandola colorata ma immobile nelle mani di chi si ama. Mettendo una musica dolce, un vestito colorato. Si fa casa trasformando la nostra vita quando non ci assomiglia più.


"Poserò la testa sulla tua spalla

e farò un sogno di mare

e domani un fuoco di legna

perchè l'aria azzurra diventi casa

Chi sarà a raccontare

chi sarà?

Sarà chi rimane

io seguirò

questo migrare

seguirò questa corrente di ali"


Fabrizio De andrè

domenica 18 maggio 2008


Silenziosa. S’isinua. Silenziosa.

Trattengo il respiro. Ho paura dei suoi passi.

Maschera con abilità il rumore.

S’isinua.

Mi manchi da morire.
Ogni giorno che passa pesa sempre di più la tua assenza. Sa di cenere e di bruciato. Ha la dolce malinconia di un tramonto rosato, la dolcezza di una carezza data in punta delle dita, l’amarezza di lacrime mai versate.
Penso a quella casa. Alla luce soffusa della sera, ravvivata solo da una lampadina sul comodino. Ti vedo, lì, muto. Solo, a pensare. Con la paura di rendere veri i tuoi pensieri, con l’ossessione dei tuoi fantasmi e il pallido ottimismo di riuscire a fingere che non ci siano. Ti penso lì, seduto sul divano a fissare la televisione. Perso in immagini vuote, lontano con il cuore in giorni di sole e di fiori. In ricordi di baci rubati, di parole sussurrate, di abbracci che sanno di casa. Notti insonni per il solo pensiero di sentirsi uno in due. Un prato fiorito in autunno. Un mare di ghiaccio. Un cielo di pioggia. Un vecchio davanti al camino.

Forse comincio a capire. A capire la solitudine del tuo cuore, la paura dell’abbandono, la chiusura totale alla speranza.
Un bambino che ha paura del buio. Un bambino che non ha mai vissuto la tenerezza di un piccolo gesto, la tenerezza di un attimo che per molti non ha valore: farsi asciugare le lacrime dalla mamma.

Cantastorie cercasi


Lo so cosa state pensando..ma questa quanto cavolo scrive??? Avete ragione...non so infatti se sono io che scrivo troppo e la gente si spalla a leggere o se davvero non capita ormai più nessuno da queste parti...tranne pochissimi assidui....ma vi capisco, al posto vostro non mi andrebbe molto nemmeno a me di leggere questi poemi assurdi senza capo nè coda...
Visto il post di ieri ho pensato che sarebbe stato il caso di scrivere qualcosa di più leggero......Pippi, io aspetto la tua storia fantastica sul paese degli efelanti, notare bene efelanti non elefanti....ti butto lì l'inizio poi però la continui tu (o assieme....)
Questa immagine è il nostro punto di partenza....un'altalena per il cielo...
Mi ricordo che cominciava tipo:
C'era una volta in un paese lontano una città tutta popolata di bambini....(ma forse mi confondo...)

sabato 17 maggio 2008

Pioggia che cade


Brividi di me. Sabato sera. La pioggia batte alle mie finestre, invoca la mia attenzione. La sento ma non me ne curo. Scivola lenta, costante, scivola. Lava, purifica.
sopravviverai.
Sabato sera, dovrei essere fuori a divertirmi. Dovrei. Ho un mal di testa da paura abbinato a mal di denti, a mal di cuore.
Sopravviverai.
Ho voglia di essere felice in modo pieno. Felice di ogni attimo che mi scorre tra le dita. Felice della persona che sono, del mio modo di essere, della mia paura di solitudine, della mia ossessione di essere “diversa”, di sentirmi “strana”. Mi guardo attorno e vedo persone piene di sé, egocentriche. Mi attirano, come uno specchietto per le allodole. Vorrei capire i loro segreti la loro forza. Come fanno. Io che non riesco a nascondere la mia fragilità nemmeno se m’impegno, io che sono vulnerabile. Lo so, anche loro hanno le loro debolezze, ma riescono a mascherarle, riescono in qualche modo a non farsi compromettere nei rapporti con gli altri dal loro sentire.
Di cristallo è il mio cuore.
Non c’è niente che sia per sempre.

Bisogna farsene una ragione, smetterla di attaccarsi ai ricordi. Smettere di fingere. Accettare che si può stare male, che si può perdere, accettare che non si può sempre avere il meglio, perché è giusto così. Accettare di non poter essere felici se non per frammenti, se non per conrasto se non per caso. E sicuramente è questo il bello della felicità, il gusto della conquista, del possederla solo una volta che si è sperimentato la sua assenza.

Non è tristezza la mia. E’ qualcosa di diverso. E’ bisogno di rivoluzione. Di sconvolgimento. Devo rimettere tutto in gioco. Tutto.
Punto e a capo.
Si riparte. Ire nuova. Nuova testa, nuove gambe, nuovo cuore. Si lecca le ferite e si cerca di non pensare al bruciore che fanno.
Proprio non mi capacito però. C’è sempre il rovescio della medaglia nella mia vita. Non c’è mai nulla che sia totalmente puro e bello, nulla che sia mai pieno fino in fondo. C’è sempre un sé o un ma.
Come fare a scegliere la persona da amare in questo universo di miliardi di persone, come riconoscerla, come non lasciarla fuggire?…come fare a capire qual è la strada da intraprendere tra questo milione di strade, la persona che vogliamo diventare, il futuro che ci vogliamo costruire…

Credo ancora che tu sia nascosta là, tra le pieghe della vita, chissà se mi stai cercando, se ci troveremo mai.

Buona notte alle stelle.

Vado a sognare castelli, e prati, e principesse, e favole, e lieto fine….


Corso d'informatica

Mi piace tirare le somme ogni tanto. Non so perchè, forse mi dà modo di pensare a fondo a quello che ho fatto. Ho riempito il questionario ma sinceramente sento che non basta. Non basta davvero.
Marzo: Corso d'informatica. Bene, lo devo fare, è obbligatorio. Voglia meno 10. Ho pensato che sarebbe stato sicuramente noioso. Tutte le volte che qualcuno ha provato a spiegarmi qualcosa dei computer, di qualsiasi genere mi è sempre venuta una voglia di dormire fuori dal comune..insomma ho sempre pensato che per certe cose l'informatica non era altro che noia. Poi che discorsi nell'epoca di internet e della tecnologia il computer lo uso e un pochino mi ci oriento ma non ho mai voluto andare oltre l'aspetto pratico base.
Prima lezione. Ho pensato...ecco già una lezione prende male...anche per informatica, non ci credo, un'altra. E sale sul palco un ometto sorridente.
Via mi fa simpatia, ascoltiamolo.
Ha l'aria buffa e gli occhi gioiosi. Ne ho incontrate alcune di persone così, non tante, sono rare, ma quella luce negli occhi la so riconoscere e ha un valore. L'intuito non mi smentisce. Il tono carismatico e la passione invadono tutti fin dai primi attimi. E penso....
Io con i blog ci litigai tempo fa. Motivi vari...il più importante era vedere che molte persone scrivevano i loro problemi davanti a tutti senza però riuscire a parlarne davvero con nessuno. non so perchè ma questa cosa mi ha sempre un po' turbato. Ho scoperto tristi vicende così....ma non voglio farla lunga, insomma a me i blog proprio non mi stavano simpatici.
E questo prof ci dice di mettersi a fare un blog.
Pensa e ripensa accolgo la sfida. Mi piace scrivere. Da grande farò la scrittrice a tempo perso o il suonatore di violino in mezzo a qualche vicolo. Per cui è bene che mi eserciti se no perdo la mano ;.P
Ma sto divagando. Insomma mi metto all'anima di fare questo blog di capire come si fa, di curarlo, dargli del mio, vederlo crescere, mutare, raccontare di me e di ciò che ho intorno. Ho scoperto molto degli altri e di me stessa, lo ammetto.
Ma cosa ancora più sorprendente....era un periodo di no totale, demotivazione universitaria pari a mille, delusione per il cannibalismo da cui mi sentivo assediata. Mi sembrava che la collaborazione fosse davvero un'utopia. Ma se qualcuno aiuta l'uomo a riflettere, l'uomo non è poi così stupido e riesce a compiere grandi cose. Andreas c'ha dato fiducia, c'ha dato una prospettiva e noi siamo stati in grado di coglierla, siamo stati bravi.
E' stato un corso di vita, di studio più che un corso d'informatica....forse il limite è stato un po' questo. Ho avuto a che fare con il computer costantemente, è vero, ma ho sentito di coltivare più che particolari abilità informatiche la voglia di essere del mondo, di interessarmi a ciò che mi circonda, di non arrendermi, di non lasciarmi scoraggiare....
Per me non è un limite, vorrei davvero che ogni corso fosse così appassionante, così coinvolgente, così vero....
Mi ha ridato la voglia di fare, di sognare, di aprirmi...

Il muro che ogni professore, anche il più disponibile, di solito erge a sua difesa tra sè e gli studenti è stato abbattuto....
Dall'altra parte della barricata si scorge un essere dotato di sentimenti...
Quanti si fermano a chiedere ai giovani che pensano davvero? Non siamo contenitori da riempire, fiori da coltivare...delicati, fragili, ma profumatissimi, colorati e pieni di vita...

giovedì 15 maggio 2008

Il vuoto crea stabilità


E' un momento di vuoto. Non totale. Un vuoto opaco. non so come spiegarlo. Un vuoto finto. C' è come un filtro tra il mio cuore e il resto. Un filtro in bianco e nero. Ma se guardo vedo un vuoto. Uno spazio lasciato, un cumulo di ricordi che stanno prendendo fuoco. E la cenere che fa più male del fuoco stesso. Mi allontano dai ricordi ma mi restano attaccati addosso, una polvere fine che non so proprio come mandare via....

Dalla nebbia risorge comunque la speranza del domani. Avvolta dall'incertezza dell'ora, dalla sfiducia nell'Amore, dalla delusione di ricevere delusione da chi mai si vorrebbe ferire. E capisco che il contrario d'amare non è odiare...odiare è un sentimento vero, forte comunque. Il contrario è il silenzio, il muto dissenzo, indifferenza. Indifferenza letale come poco al mondo può essere.

ma mi rialzo. non c'è problema, sono forte io. Anche da questa ne esco. Prima o poi troverà la voglia di fidarmi ancora. Il coraggio di buttarmi per cadere verso l'alto.


La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare. Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.

mercoledì 14 maggio 2008

Afterhours




E bene si, ce l'ho fatta. Cresciuta a pane ed afterhours non ero ancora riuscita a farmi un loro concerto. Loro che hanno fatto da colonna sonora ai momenti più belli e ai più tristi, alle delusioni, all'amarezza ma anche alla felicità spontanea delle cose successe per caso, loro che hanno giudato giornate terse con versi sparsi....lì ad un passo da me. E il potere della musica non smentisce. Vivere un concerto con le persone a cui si tiene di più lo rende ancora più empatico (non so se si dice ma mi piace...). Una serata dovuta, al mio passato e al mio futuro, dovuta alla malinconia e alla gioia. Ricordi di pomeriggi distesi a cercare di capire se la chiave della felicità è la disobbedienza in sè a quello che non c'è...di un terrazino e di un mare


Felicità, nonostante tutto c'è.




Io non tremo....è solo un po' di me che se ne va.....




Capisco davvero che il vuoto si traveste da stabilità.....


Alla mia piccola Eli, lontana ma vicina, che possa il futuro splendere....ti voglio bene

venerdì 9 maggio 2008

Rondini che cadono ma tornano a volare


Quando una rondine cade a terra non riesce più a volare. Se nessuno la prende e la porta in alto non riuscirà mai più a rialzarsi dal suolo, a spiccare il volo.


Io e la musica. Strano il nostro rapporto. Ci amiamo e odiamo un po' vicendevolmente.

Oggi ho provato di nuovo la commozione autentica dinnanzi alla musica, quella vera, quella che viene spontanea dal cuore, che esce naturale come se fosse sempre stata lì, pronta a saltarti al cuore. Esisterà pure un posto dove vive la musica. Un posto dove se ne sta ad aspettare solo che un piccolo devoto la stani, la porti alla luce, facendola diventare del mondo. La musica è da sempre esistita, tutta la musica. E' sepolta nel cuore di ogni uomo. qualcuno è bravo, paziente, impara il suo linguaggio, impara a capirla e la sa raccontare. qualcun'altro è spaventato dal silenzio e non ha orecchi per coglierla. Altri ancora la sentono ma non sanno farla uscire. Io sono tra questi. Ho nel cuore migliaia di note che giungono sempre in punta delle mie dita ma mai si concretizzano.

Ammiro chi dà voce alla musica che ha dentro, chi ha la fortuna di poterla raccontare.

Ringrazio chi oggi ha dato luce a un piccolo miracolo. A un'armonia distesa, aperta, fatta di armoniche con quel sospiro di lieve malinconia che però porta speranza, che sa parlare all'uomo solo. Una musica che porta in alto.

Mi sono commossa ed è stato bello davvero. Non chiedevo nulla di più. Bisogna essere davvero speciali per riuscire a regalare un pezzettino di felicità così gratuitamente.


Per caso la rondine incontra la mano gentile che la riporta in alto, le fa riconoscere il cielo, ricordare la malinconia di volare. E adesso vola di nuovo.


giovedì 8 maggio 2008

8 maggio

Qualcuno mi ha accusato di metterci troppo di me. Forse dovrei cercare di parlare più per perifrasi e metafore. Forse. Per ora mi rendo conto che non riuscirei a fare altrimenti. Oggi, come ormai spesso ho avuto prova, mi sono resa conto che finchè una persona non la conosci almeno un po' non puoi mai accontentarti di pensare che sia in un qualche modo o in un altro. E anche così non basta. Bello, mi piace questo dell'uomo, così mutevole, così pieno di mille sfaccettature che chiunque è pronto a sorprenderti. Talvolta purtroppo in peggio. Ma molto spesso in meglio. Scopri che in molti ci sono i tuoi stessi dubbi, le tue stesse ossessive paure...
Mi dispiace vedere che c'è chi non si lascia più sorprendere da nulla, non solo dalla vita ma anche dalle persone. Chi davvero muore lentamente vittima di se stesso e della sua ricerca maniacale di sicurezza-illusione. Vorrei fare di più. ma di più non si può fare. E allora che faccio? Delle volte non si può agire. L'impotenza di vedere chi si ama star male e l'incapacità reale di fare qualcosa. Terribile.
Queste giornate sono piene di sole e di primavera e quasi d'estate e di gelati al pan di stelle e di passeggiate e di poca voglia di rimettersi a studiare.
Che anno buffo che è questo. Ogni volta che trovo una certezza qualcosa me la schiaccia. Ma va bene che venga schiacciata. alla fine mi costringe a non dare mai nulla per scontato.
Buona vita a tutti

martedì 6 maggio 2008

6 maggio

Nonostante domani ci sia l'esame oggi è proprio una bella giornata. Mai come oggi mi sento tranquilla così...sotto il cielo azzurro che quasi fa male con due amici di quelli veri, un baby yogurt e qualche cazzata mi sento leggera.
Grazie.

domenica 4 maggio 2008

Mare...oceano


In questa traversata, se vuoi costruire una zattera, non radunare gli uomini per raccogliere la legna, per distribuire i compiti, insegna loro piuttosto la nostalgia del mare.


Ho nostalgia del mare, dell'orizzonte che si apre verso l'infinito, che ti fa assaggiare un frammento di eterno. Ho nostalgia del rumore delle onde, del colore dell'acqua, trasparente e mutevole come ciò che l'accoglie....


Il mare non ha paura di amare il cielo. Non ha paura di prenderne il colore, di fondersi con esso, di esserne il riflesso. Il ritmo delle acque, la musica che ne esce, tutto incanta.

Mi ha sempre affascinato il modo in cui Baricco parla del mare. La devozione che vi mette, mista a nostalgia, ad amore, a follia....una vastità tale che unica accoglie la varietà dell'esistenza.

venerdì 2 maggio 2008

Piove sul bagnato

Bella l'immagine. Ho sempre pensato che fosse solo una stupida affermazione palese....piove sul bagnato...bello no, piove e non bagna mica nulla, è già tutto molle.
Così piove sul bagnato. alla fine non è che mi scompongo, sto già un po' molle e se succede qualcosa di esterno alla fine ho la mia dose di atarassia da sfoggiare...mica me la prendo io.
Mi dispiace vedere che non ci si può fidare degli altri. nemmeno del posto in cui ogni mattina ti siedi per seguire le lezioni. Di nessuno. Ma non mi arrendo. Continuo a credere che la fiducia può esistere. Che deve esistere.
E intanto oggi mi hanno rubato il portafoglio. Proprio al cubo. non so come hanno fatto ma l'hanno fatto. Non me ne frega nulla dei soldi. dei documenti sì. Non me ne frega nulla davvero ma sono delusa un po'. non si può cambiare e lottare per un posto in cui non ci si sente a casa. La gente non si appassionerà mai a quello che fa se non lo ama. E così anche per i posti. Se per strada c'è sudicio e la gente butta tutto in terra ci sentiamo autorizzati a fare lo stesso. Non ci interroghiamo sul valore del nostro piccolo e insignificante gesto di mancanza. andiamo in realtà ad incrementare il circolo di totale menefreghismo per ciò che abbiamo intorno. e così non sentiamo nostro nulla. I luoghi, le strade, il paese. E se non lo sentiamo nostro non ci viene da difenderlo, da migliorarlo. e' normale è nell'indole dell'uomo. eppure io al Cubo mi sento come a casa, un po' tra amici, in famiglia. e in famiglia non ci pensi che qualcuno possa farti un torto....
Va beh, è successo. Grazie per tutti quelli che hanno sopportato la mia mezz'ora di ordinaria follia...ma mica per quello che mi hanno tolto ma per il principio.

giovedì 1 maggio 2008

Primavera

Dare una forma alle emozioni. Dare un suono al silenzio, alla desolazione di ritrovarsi soli.
Primavera. Strano periodo per fare questo tipo di scelte. I fiori si affacciano alla vita, pronti a lesciarsi accarezzare dal sole. Tutto sembra ricordare che ogni cosa si rinnova. Che non esiste la parola fine. La primavera inganna parlando al cuore di eternità.
Ma ci sono decisioni che vanno prese, domande che vanno fatte.
Troppe domande. non cerco risposte ma ho paura di aver posto le domande sbagliate. L'impotenza di non riuscire ad aiutare chi si ama, la tristezza nel doversi allontanare da essa, lasciandola nella propria testarda volontà di chiusura, lentamente muore qualcosa dentro di me. Non so cos'è, forse solo la sensazione di impotenza, di fallimento. La sensazione di non riuscire ad amare a tal punto da poter dire affronto qualsiasi muro, non mi lascio spaventare da niente. Ma poi la chiusura, dietro il muro l'ostile silenzio. la convinzione che alzare muri sia giusto, sia una forma di prevenzione necessaria di tutela effettiva della propria persona. Tutela o illusione. Per me illusione. come l'illusione può sembrare felicità? Come la tranquilla e apparente piattezza del quieto vivere può sembrare l'ambizione di una vita?
Ma forse è solo un linguaggio che il mio cuore non può capire. forse è solo questa mia mutevole entità che male si accorda con la fissità di un legame, con la necessaria scesa a compromessi. io non cerco un'isola felice, cerco il mare, l'orizzonte, l'apertura. perfino la tempesta preferisco alla restrittezza di pochi metri di spiaggia e di un panorama sempre uguale.
ma forse mi dovrei accontentare? dovrei scendere a compromessi su ciò che penso sia giusto? Avrei abbattuto qualsiasi muro, perfino a testate se tu avessi voluto. avrei scalato qualsiasi montagna irta se in cima mi avessi teso la mano. Ma cerchi il buio. la stanza chiusa e sicura. la tranquillità della routine.
Mi sento crudele. Io che voglio aiutarti ora ti ferisco, mi allontano. tu che temi l'abbandono.
Ti auguro di capire. Ti auguro di porti domande, di lasciarti sorprendere dall'impossibilità di dire mai nella vita.

martedì 29 aprile 2008

Considero valore

Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto,
un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente,
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,
qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.


Erri de Luca, Opera sull’acqua e altre poesie

Considero più che valore voi, compagni di vita

lunedì 28 aprile 2008

Sempre e comunque di corsa. Ma è un movimento perpetuo diverso quello di oggi. E' il movimento del cuore, dei pensieri positivi, del sole cercato e sperato. E' un cuore che cerca di capire quale sia la soluzione migliore, la più indolore. Un cuore che non sa che fare ma che si sente sicuro di voler fare qualcosa. Esco dall'anestesia percettiva in cui mi chiudo talvolta sperando di evitare il dolore. Esco dall'incapacità di essere obiettiva con me stessa.

Mi dispiace non poter parlare con tutte le persone che vorrei. Delle volte mi metto a pensare che non ho davvero la capacità di fare quello che potenzialmente voglio.
Tipo avrei dovuto e voluto parare con la metà della mia anima. E ora scrivere una mail mi sembra così riduttiva. (chiusa la parentesi personale torno a parlare senza parafrasi)

E' stato un fine settimana bello. Sono partita demotivata al massimo, piena del senso di colpa per lo studio troppo a lungo trascurato. Ma come al solito vivere ripaga più di qualsiasi "coscienza scolastica" a posto...e sono così felice di aver seguito il cuore e la voglia di condividere il mio tempo per un buon motivo...
Per adesso corro a mangiare ma appena ho un po' di silenzio da respirare a pieni polmoni torno a scrivere un po' più di me.

domenica 27 aprile 2008

Post a 4 mani...

A casa dell'Ire (finalmente ho intravisto Borgo!!!)...Siamo quasi alla fine di una nuovamente intensa giornata...Dopo i mille preparativi di venerdì, le domande, le incertezze, le paure, il sentirci ridicole abbiamo "affrontato" una platea di pagliacci che ci guardava pagliacciare...E non ci hanno neanche buttato le uova marce e non hanno nemmeno pianto! E' stato davvero bello, ci siamo sentite subito accolte!!! Abbiamo scoperto che basta un sorriso per far sentire a proprio agio una persona, per abbattere i mille muri che si creano quando devi sporgerti su una nuova realtà. Grazie a tutti "m'illumino d'immenso per i loro sorrisi". E buonanotte che ora dobbiamo andare a letto.
Dottoresse Briciola e Schettina

giovedì 24 aprile 2008

Compito 8 ma non solo


Oggi è tornato il sole...

sembrava di essere già a giugno o comunque in estate. Era davvero bello quel cielo luminoso e azzurro pieno di luce. Bello nonostante il traffico cittadino, la folla brulicante, lo smog. Bello come solo la natura sa essere bella. L'uomo si mette di impegno a rendere tutto peggiore, ma lei intatta, pura, superiore, se ne sta là bellissima, resiste.

Rimetto un po' insieme i pensieri di questa settimana all'insegna della corsa. non c'è stato un attimo di vera stasi, tutto è corso al ritmo frenetico di secondi accelerati, il tempo è scivolato a picco tra le pieghe delle ore...un attimo di pausa, gustarsi il silenzio.

Ho sempre pensato che la musica non sarebbe così bella senza il silenzio e le pause, le poesie mai così profonde senza il bianco tra le righe. Ed ecco il mio respiro a pieni polmoni dopo l'annaspare quotidiano. Un po' di sole. Basta poco.

Oggi si è laureato un mio carissimo amico. Mi ha fatto effetto, sembrava quasi di vivere in un film. Lui tutto felice, elegante, adulto. Il protagonista si guarda in giro con occhi tra lo smarrito e l'incredulo, cerca appigli di verità a quel tempo trascorso in un battito di ciglia e si ritrova a filosofeggiare sul tempo tiranno e qualche altro luogo comune di saggezza popolare.

Oggi ho pensato che bisognerebbe, che dovrei, essere più elastica. più pronta a lasciarmi stupire dalle persone, più disponibile ad intaccare la mia patina di malinconia per la gioia di chi mi circonda. All'universitò mi sento a casa. Non certo per i professori, per il cubo o che. Ma per quelle persone stupende che ho avuto la fortuna di incrociare tra le tante lì dentro. Belle le nostre vite che parallele riescono ad incontrarsi, ad arricchirsi.

Ma veniamo al dunque. L'incontro di martedì.

All'inizio mi faceva strano vedere tutti quegli studenti, i professori che sembravano perfino umani, lì tutti seduti assieme...starno non vederli dall'alto del palco, ma in mezzo.

Ho intravisto lembi di velata ipocrisia. Non da parte di chi ha parlato ma da parte di alcuni che se ne stavano lì, in prima fila ad annuire, quando poi gli studenti nemmeno li guardano negli occhi quando li interrogano....

Bella la pazia. Bella la capacità di sorprendere tutti.

Andreas è proprio pazzo. Tutti i professori cercano al massimo di vederci e collegare i visi al ricordo della presenza o meno in aula al momento dell'esame, niente di più un nome e un volto che si legano. Andreas invece si è spinto a conoscere le nostre anime, ci ha chiesto come stiamo, si è letto non so quante parole, magari priva di filo logico, sconclusionate ma dense di noi.

Se ci incrocia non sa chi siamo, che faccia abbiamo, il nostro nome lo ignora celato dietro buffi soprannomi, eppure ci guarda da dentro e ci conosce. Quanto poco noi conosciamo chi ci sta vicino. Quanto poco.

Sarebbe bello se la scuola fosse basata anche su questo, sul capire, sul capirsi. Basata sulla partecipazione, sulla "umanizzazione" del mostro-professore, sulla condivisione. Dovrebbero capire i professori che non siamo brocche da riempire. Le brocche prima o poi straboccano. Siamo fiori da coltivare. L'acqua serve per farci crescere e fiorire non per riempire i nostri buchi, per renderci saturi.

"non teste piene, ma teste buone".

Buona notte

Mi dispiace per il mistume di discorsi....un po' di me

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco