sabato 17 maggio 2008

Pioggia che cade


Brividi di me. Sabato sera. La pioggia batte alle mie finestre, invoca la mia attenzione. La sento ma non me ne curo. Scivola lenta, costante, scivola. Lava, purifica.
sopravviverai.
Sabato sera, dovrei essere fuori a divertirmi. Dovrei. Ho un mal di testa da paura abbinato a mal di denti, a mal di cuore.
Sopravviverai.
Ho voglia di essere felice in modo pieno. Felice di ogni attimo che mi scorre tra le dita. Felice della persona che sono, del mio modo di essere, della mia paura di solitudine, della mia ossessione di essere “diversa”, di sentirmi “strana”. Mi guardo attorno e vedo persone piene di sé, egocentriche. Mi attirano, come uno specchietto per le allodole. Vorrei capire i loro segreti la loro forza. Come fanno. Io che non riesco a nascondere la mia fragilità nemmeno se m’impegno, io che sono vulnerabile. Lo so, anche loro hanno le loro debolezze, ma riescono a mascherarle, riescono in qualche modo a non farsi compromettere nei rapporti con gli altri dal loro sentire.
Di cristallo è il mio cuore.
Non c’è niente che sia per sempre.

Bisogna farsene una ragione, smetterla di attaccarsi ai ricordi. Smettere di fingere. Accettare che si può stare male, che si può perdere, accettare che non si può sempre avere il meglio, perché è giusto così. Accettare di non poter essere felici se non per frammenti, se non per conrasto se non per caso. E sicuramente è questo il bello della felicità, il gusto della conquista, del possederla solo una volta che si è sperimentato la sua assenza.

Non è tristezza la mia. E’ qualcosa di diverso. E’ bisogno di rivoluzione. Di sconvolgimento. Devo rimettere tutto in gioco. Tutto.
Punto e a capo.
Si riparte. Ire nuova. Nuova testa, nuove gambe, nuovo cuore. Si lecca le ferite e si cerca di non pensare al bruciore che fanno.
Proprio non mi capacito però. C’è sempre il rovescio della medaglia nella mia vita. Non c’è mai nulla che sia totalmente puro e bello, nulla che sia mai pieno fino in fondo. C’è sempre un sé o un ma.
Come fare a scegliere la persona da amare in questo universo di miliardi di persone, come riconoscerla, come non lasciarla fuggire?…come fare a capire qual è la strada da intraprendere tra questo milione di strade, la persona che vogliamo diventare, il futuro che ci vogliamo costruire…

Credo ancora che tu sia nascosta là, tra le pieghe della vita, chissà se mi stai cercando, se ci troveremo mai.

Buona notte alle stelle.

Vado a sognare castelli, e prati, e principesse, e favole, e lieto fine….


4 commenti:

Pierpi ha detto...

Ire...ma se per un pò abbandonasimo i castelli e ce ne andassimo a dormire sotto il cielo???Rigorosamente con stelle di caramelle...

Rospetto ha detto...

Si...e magari ce ne andiamo su con qualche prodigiosa altalena...di quelle appese alle nuvole...bellissimo...ci sto...solo cielo e stelle....al massimo ci copriamo la testa di nuvole e sogni

Anonimo ha detto...

Kierkegaard ci avvisava degli strani effetti provocati dalla libertà umana: di fronte al possibile, all'infinità di scelte da poter fare...vacilliamo e ci disperiamo (Novecento si girò e tornò indietro, non vedendo limiti).
-e poi:
Rivoluzione o resistenza?

Rospetto ha detto...

Avanti ma fermi...forse questa è la mia soluzione...

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco