sabato 11 ottobre 2008

Due settimane.
Da due settimane è ricominciata l'università e da due settimane non scrivo....questo fa pensare.
Capisco che come sempre tutto è ricominciato con il piede sull'acceleratore. Per un po' ti sembra bello poter andare al massimo ma poi ti accorgi che stai consumando tutto il carburante e che di starda da fare in realtà ne resta ancora molta...
e oggi è la fase "motore fuso" andare dal meccanico.
Sì, fisicamente sono provata ma anche un po' mentalmente...
c'è qualcosa che mi rende terribilmente inquieta...provo a capire e a capirmi ma non so. Sicuramente è tutta questa situazione attorno. E' queste notizie dal mondo...è questa casa, sono le mura strette degli edifici, gli orari delle lezioni da rispettare, lo studio matto e disperatissimo, la gente arrabbiata di domenica mattina. le persone imbronciate anche quando sorridi, questa sensazione di perenne impotenza...

E in due settimane è successo di tutto.

Una bambina che stringe fortissima a sè una ragazza dal cuore inaridito, una vecchina morente che sorride alla luce, un'amica tornata e sembre restata, un amore coltivato cresciuto e nutrito, una persona cambiata e convinta, un baratro affrontato e saltato, una delusione indifferente che segna la carne, una pazienza cercata e poco presente, amici e pensieri affastellati di sole, e il freddo e la nebbia e la cioccolata calda sotto il cupolone, nasi rossi scelti con la dedizione di un artista....Jovanotti sulle strade di un anno e sei mesi, Yann Tirsen che parla di note normali, articoli che appaiono come mistiche rivelazioni....

buona notte sognatori

3 commenti:

Veggie ha detto...

E' strano il percorso che ognuna di noi si trova a fare... non si può mai dire... è complicato ed imprevedibile... 2 settimane... e la vita può cambiare in un secondo... e quel secondo, non sai mai quando arriva...
Ma, intanto,anch'io ti stringo... Sei una delle cose più belle che mi sia capitata nelle ultime due settimane... e da qui in poi...

Anonimo ha detto...

è meraviglioso (non è una parola a caso, quella che richiama la "meraviglia") scoprire di riuscire a capire, anche solo un poco, quei meccanismi che sconvolgono il globale e il locale, il glocale, capire che una banca in america che ha il raffreddore fa starnutire l'Islanda, e che i soldi si troverebbero per tutto, anche per l'università, anche per il bene e per il bene comune. E allo stesso tempo la meraviglia ti uccide, perché ti rende consapevole e la consapevolezza non sempre è compagna. Più spesso è scoglio su cui ti infrangi nelle giornate frenetiche tra aule assemblee servizio e amore.
Ed è qui che c'è da fare il famoso passo in più: realizzare la resistenza. Ormai non scoppi più, adesso trascini la meraviglia nel tempo, alimentandola.
Ed è così, tenendo viva la speranza, che dai senso a ciò che il senso ha perso.
un abbraccio

(ah: ma a medicina ok che non ci sono occupazione e cose così, ma assemblee, informazione, discussione?)

Pierpi ha detto...

Ti voglio bene Ire...

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco