giovedì 24 aprile 2008

Compito 8 ma non solo


Oggi è tornato il sole...

sembrava di essere già a giugno o comunque in estate. Era davvero bello quel cielo luminoso e azzurro pieno di luce. Bello nonostante il traffico cittadino, la folla brulicante, lo smog. Bello come solo la natura sa essere bella. L'uomo si mette di impegno a rendere tutto peggiore, ma lei intatta, pura, superiore, se ne sta là bellissima, resiste.

Rimetto un po' insieme i pensieri di questa settimana all'insegna della corsa. non c'è stato un attimo di vera stasi, tutto è corso al ritmo frenetico di secondi accelerati, il tempo è scivolato a picco tra le pieghe delle ore...un attimo di pausa, gustarsi il silenzio.

Ho sempre pensato che la musica non sarebbe così bella senza il silenzio e le pause, le poesie mai così profonde senza il bianco tra le righe. Ed ecco il mio respiro a pieni polmoni dopo l'annaspare quotidiano. Un po' di sole. Basta poco.

Oggi si è laureato un mio carissimo amico. Mi ha fatto effetto, sembrava quasi di vivere in un film. Lui tutto felice, elegante, adulto. Il protagonista si guarda in giro con occhi tra lo smarrito e l'incredulo, cerca appigli di verità a quel tempo trascorso in un battito di ciglia e si ritrova a filosofeggiare sul tempo tiranno e qualche altro luogo comune di saggezza popolare.

Oggi ho pensato che bisognerebbe, che dovrei, essere più elastica. più pronta a lasciarmi stupire dalle persone, più disponibile ad intaccare la mia patina di malinconia per la gioia di chi mi circonda. All'universitò mi sento a casa. Non certo per i professori, per il cubo o che. Ma per quelle persone stupende che ho avuto la fortuna di incrociare tra le tante lì dentro. Belle le nostre vite che parallele riescono ad incontrarsi, ad arricchirsi.

Ma veniamo al dunque. L'incontro di martedì.

All'inizio mi faceva strano vedere tutti quegli studenti, i professori che sembravano perfino umani, lì tutti seduti assieme...starno non vederli dall'alto del palco, ma in mezzo.

Ho intravisto lembi di velata ipocrisia. Non da parte di chi ha parlato ma da parte di alcuni che se ne stavano lì, in prima fila ad annuire, quando poi gli studenti nemmeno li guardano negli occhi quando li interrogano....

Bella la pazia. Bella la capacità di sorprendere tutti.

Andreas è proprio pazzo. Tutti i professori cercano al massimo di vederci e collegare i visi al ricordo della presenza o meno in aula al momento dell'esame, niente di più un nome e un volto che si legano. Andreas invece si è spinto a conoscere le nostre anime, ci ha chiesto come stiamo, si è letto non so quante parole, magari priva di filo logico, sconclusionate ma dense di noi.

Se ci incrocia non sa chi siamo, che faccia abbiamo, il nostro nome lo ignora celato dietro buffi soprannomi, eppure ci guarda da dentro e ci conosce. Quanto poco noi conosciamo chi ci sta vicino. Quanto poco.

Sarebbe bello se la scuola fosse basata anche su questo, sul capire, sul capirsi. Basata sulla partecipazione, sulla "umanizzazione" del mostro-professore, sulla condivisione. Dovrebbero capire i professori che non siamo brocche da riempire. Le brocche prima o poi straboccano. Siamo fiori da coltivare. L'acqua serve per farci crescere e fiorire non per riempire i nostri buchi, per renderci saturi.

"non teste piene, ma teste buone".

Buona notte

Mi dispiace per il mistume di discorsi....un po' di me

1 commento:

Pierpi ha detto...

Ire come sempre siamo sulla stessa lunghezza d'onda...è bello sentirsi in famglia con voi..ed è stato bello provare i costumi stamattina..mi stai dando il coraggio di fare una cosa che volevo fare da tempo..grazie..A domenica!

Da leggere

  • Narciso e Boccadoro di Herman Hesse
  • Il piccolo principe di Saint-Exupèry
  • Oceanomare di Alessandro Baricco